La Sala Stampa ha fatto sapere che "il Papa ha vissuto la visita alla Moschea in silenzio, in spirito di raccoglimento e in ascolto, con profondo rispetto del luogo e della fede di quanti si raccolgono in preghiera".
Subito dopo la Moschea un’altra visita importante: quella alla Chiesa ortodossa siriaca di Mor Ephrem, una chiesa siriaco-ortodossa situata a Yeşilköy, nella parte europea di Istanbul. È poco tempo che esiste questa costruzione, infatti L’apertura è stata ritardata dalla pandemia di Covid-19 e dal terremoto in Türkiye e Siria ed è avvenuta solo nel 2023.
Il capo della Chiesa è il Patriarca siro-ortodosso di Antiochia, con sede a Damasco, capitale della Siria. Nel mondo i fedeli della Chiesa ortodossa siriaca sono circa due milioni. Il Patriarca della Chiesa ortodossa siriaca di Antiochia e di tutto l’Oriente è Ignazio Efrem II.
Il Papa incontra privatamente i capi delle chiese e delle comunità cristiane. Viene accolto dal Patriarca Siro Ortodosso e dal Metropolita della Chiesa ortodossa siriaca di Antiochia per le diocesi di Istanbul, Ankara e Izmir. Tutti insieme scattano una foto di gruppo. Successivamente il coro intona un canto di invocazione allo Spirito Santo e i Leader prendono posto alla tavola rotonda. L’incontro prosegue a porte chiuse, con brevi interventi di ciascun Leader, seguiti da un discorso del Pontefice. Prima di lasciare la Chiesa, il Vicario Patriarcale della Chiesa ortodossa siriaca di Antiochia guida la recita del Padre Nostro.
“In questa occasione storica in cui celebriamo i 1700 anni dal Concilio Ecumenico di Nicea, ci riuniamo per rinnovare la nostra fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, celebrando la fede che condividiamo insieme. Auguro ogni bene a tutti coloro che si sono riuniti qui e a tutte le comunità che rappresentano”, questa la firma del Papa sul Libro d'onore firmato presso la Chiesa Ortodossa Siriaca di Mor Ephrem.
"Nel suo intervento a conclusione dell’incontro di questa mattina nella chiesa di Mor Ephrem, dopo aver ringraziato tutti i presenti, Papa Leone XIV è tornato sul valore del Concilio di Nicea e della celebrazione di ieri, il cui centro era il Vangelo dell’Incarnazione. Ha chiesto e assicurato la preghiera perché si generino nuovi incontri e momenti come quello vissuto, anche con quelle Chiese che non sono potute essere presenti, ha richiamato il primato dell’evangelizzazione e dell’annuncio del kerygma e ricordato come la divisione tra i cristiani sia un ostacolo alla loro testimonianza.
Infine ha invitato a percorrere insieme il viaggio spirituale che conduce al Giubileo della Redenzione, nel 2033, nella prospettiva di un ritorno a Gerusalemme, nel cenacolo, luogo dell’Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli, dove lavò loro i piedi, e luogo della Pentecoste, un viaggio che porti alla piena unità, citando il suo motto episcopale: “In Illo Uno Unum”, comunica successivamente la Sala Stampa della Santa Sede sull'incontro.
Il pomeriggio continuerà con un evento importante: la firma della dichiarazione congiunta con Bartolomeo e gli altri leader cristiani.
aggiornato alle ore 11
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