“Non è un caso che papa Leone abbia scelto di compiere il suo primo viaggio apostolico nella terra che è legata inscindibilmente alle origini del cristianesimo e oggi richiama i figli di Abramo e l’umanità intera a una fraternità che riconosca e apprezzi le differenze”. Lo ha detto il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI, nella celebrazione di ieri a Venezia il 60/mo anniversario dell’estinzione delle scomuniche da parte di Paolo VI e Atenagora.

“Non c’è una via diretta che non passi attraverso Dio. Diventare altro, diventare nuovo. Questa nostra memoria – ha aggiunto il Cardinale Zuppi - ci aiuti a diventare nuovi per vivere la piena riconciliazione. Giovanni Paolo II nel 1979, Benedetto XVI nel 2006 e Francesco nel 2014: i viaggi apostolici compiuti nel tempo attestano che la Santa Sede non solo mantiene buone relazioni con la Repubblica di Turchia, ma desidera cooperare per costruire un mondo migliore con l’apporto di questo Paese, che costituisce un ponte tra Est e Ovest, tra Asia ed Europa, e un crocevia di culture e religioni. Tutti questi momenti storici ci rimandano a passaggi importanti. Tutto questo, illuminato anche dalle recenti parole di papa Leone XIV e del patriarca Bartolomeo, permette di dire che in ascolto della volontà di nostro Signore Gesù Cristo, continuiamo a camminare con ferma determinazione sulla via del dialogo, nell’amore e nella verità , verso l’auspicato ripristino della piena comunione tra le nostre Chiese sorelle”.

Nel suo indirizzo di saluto Monsignor Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia ha ricordato che “fin dalle sue origini, Venezia ha vissuto ed espresso un’apertura che l’ha resa ponte fra Oriente e Occidente, crocevia di dialogo e scambio, luogo in cui le differenze non si sono cancellate ma incontrate. Qui la diversità non è stata motivo di separazione ma piuttosto occasione di conoscenza e di arricchimento reciproco.  È dunque significativo che proprio da qui, il nostro gesto ecumenico abbia inizio; è un auspicio, un segno di speranza, affinché il cammino comune delle nostre Chiese possa proseguire con rinnovato vigore, sostenuto dalla preghiera, dall’ascolto reciproco e dal desiderio sincero di comunione”.