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Francesco Saverio, patrono delle missioni

Oggi, la sua memoria liturgica

San Francesco Saverio | San Francesco Saverio | Credit pd San Francesco Saverio | San Francesco Saverio | Credit pd

Profilo nobile, uomo di grande intelligenza: è san Francesco Saverio di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Fin da giovane, intellettuale: studiò in Francia alla Sorbona. Qui concluse gli studi in maniera brillante. In questo contesto, l’incontro con Ignazio di Loyola e Pierre Favre, con i quali condivideva la stanza in collegio. Un incontro che determinerà altro incontro, più importante, più profondo: quello con il Signore e con la propria vocazione. 15 agosto 1534: Francesco, Ignazio, Pierre e altri quattro compagni presero i primi voti, sui quali poi nacque la Compagnia di Gesù. Poi, nel 1537, l’ordinazione sacerdotale. 

 

La biografia di Francesco è segnata da una parola soprattutto: missione. Viene inviato da papa Paolo III in missione nelle Indie orientali. Goa, la prima tappa del suo cammino di missionario: Goa, la capitale dell’Impero portoghese nelle Indie. Prima preoccupazione, la nascita di un ospedale. La sua missione lì, in quella terra lontana interessò non solo i malati, ma anche i carcerati, i mercanti del luogo, i soldati portoghesi. A loro prestò assistenza spirituale. 

 

Seconda tappa delle sue missioni, Capo Comorin. Qui trascorse due anni molto duri, durante i quali si spostava di villaggio in villaggio per portare il Vangelo nelle case e battezzare gli indigeni. Altra tappa fondamentale, l’odierna Indonesia. Fra le tante missioni anche il desiderio del Giappone, l’Oriente. Ma aveva un altro desiderio nel cuore, la Cina: ma dovette però fermarsi prima, sull’isola di Sacian, dove morì nel 1552 a causa di una violenta febbre.

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Francesco Saverio fu canonizzato con Ignazio Loyola nel 1622 da papa Gregorio XV. Proclamato da papa Pio XII nel 1927 patrono delle missioni, assieme a santa Teresa di Lisieux.

 

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