Advertisement

Papa Leone XIV raccomanda: “Chi si stanca di dialogare, si stanca di sperare la pace”

Si è tenuta oggi in Vaticano la prima edizione del Giubileo della Diplomazia Italiana

Papa Leone durante l'udienza di oggi |  | Vatican Media / EWTN Papa Leone durante l'udienza di oggi | | Vatican Media / EWTN

Si è tenuta oggi in Vaticano la prima edizione del Giubileo della Diplomazia Italiana. Il Ministero degli Affari Esteri Tajani l’ha definita “una giornata storica”, anche l’incontro speciale, trasmesso in diretta, con Papa Leone XIV in Aula Paolo VI.

La giornata è iniziata con il pellegrinaggio giubilare con l’attraversamento della Porta Santa e la celebrazione eucaristica officiata dal Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin. Successivamente l’incontro con il Santo Padre.

“Sono particolarmente lieto di salutarvi e di accogliervi oggi, in occasione del Giubileo della Diplomazia Italiana. Il vostro pellegrinaggio attraverso la Porta Santa qualifica questo nostro incontro e ci permette di condividere la speranza che portiamo nell’animo e che desideriamo testimoniare al prossimo. Questa virtù, infatti, non riguarda un confuso desiderio di cose incerte, ma è il nome che la volontà assume quando tende fermamente al bene e alla giustizia che sente mancare”, dice il Papa accogliendo tutti.

La speranza mostra allora un prezioso significato per il servizio che svolgete: in diplomazia, solo chi spera davvero cerca e sostiene sempre il dialogo fra le parti, confidando nella comprensione reciproca anche davanti a difficoltà e tensioni”, aggiunge Papa Leone XIV.

Per il Pontefice “è indicativo che patti e trattati siano suggellati da un accordo: questa vicinanza del cuore – ad cor – esprime la sincerità di gesti, come una firma o una stretta di mano, altrimenti ridotti a formalità procedurali. Appare così un tratto caratteristico, che distingue l’autentica missione diplomatica dal calcolo interessato a tornaconti di parte o dall’equilibrio tra rivali che nascondono le rispettive distanze”, continua Papa Leone.

Advertisement

“A nome del Padre, il Figlio parla con la forza dello Spirito Santo, compiendo il dialogo di Dio con gli uomini. Perciò tutti noi, fatti a immagine di Dio, sperimentiamo nel dialogo, ascoltando e parlando, le relazioni fondamentali della nostra esistenza. Non a caso chiamiamo madre la nostra lingua nativa, quella che esprime la cultura della nostra patria, unendo il popolo come una famiglia. Nella propria lingua, ogni Nazione attesta una specifica comprensione del mondo, i valori più alti come i costumi più quotidiani. Le parole sono quel patrimonio comune attraverso le quali fioriscono le radici della società che abitiamo. In un clima multietnico diventa allora indispensabile aver cura del dialogo, favorendo la comprensione reciproca e interculturale come segno di accoglienza, di integrazione, di fraternità. A livello internazionale, questo stesso stile può portare frutti di cooperazione e di pace, a patto che perseveriamo a educare il nostro modo di parlare”, continua il Papa in Aula Paolo VI.

“Sia essere autentici cristiani, sia essere cittadini onesti significa condividere un vocabolario capace di dire le cose come stanno, senza doppiezza, coltivando la concordia fra le persone. Perciò è nostro e vostro impegno, specialmente come Ambasciatori, favorire sempre il dialogo e tesserlo nuovamente, qualora si interrompesse”, raccomanda Papa Leone XIV.

“In un contesto internazionale ferito da prevaricazioni e conflitti, ricordiamo che il contrario del dialogo non è il silenzio, ma l’offesa. Laddove, infatti, il silenzio apre all’ascolto e accoglie la voce di chi ci sta davanti, l’offesa è un’aggressione verbale, una guerra di parole che si arma di menzogne, propaganda e ipocrisia…. Chi si stanca di dialogare, si stanca di sperare la pace”, continua il Pontefice.

“Impegniamoci con speranza a disarmare proclami e discorsi, curandone non solo la bellezza e la precisione, ma anzitutto l’onestà e la prudenza”, questa la raccomandazione più importante del Papa.

 

 

More in Vaticano

 

 

White Logo