Carpi , domenica, 28. dicembre, 2025 10:00 (ACI Stampa).
Il Vangelo di questa domenica ci racconta un episodio drammatico e insieme profondamente umano: la Santa Famiglia in fuga verso l’Egitto. Dopo la gioia del Natale ecco la prova e la sofferenza. Erode vuole uccidere Gesù, il Bambino che porta al mondo l’amore di Dio e la speranza. Di fronte a questa minaccia, Giuseppe obbedisce senza esitazione all’angelo: prende Maria e Gesù e fugge, proteggendo con coraggio la vita che gli è stata affidata.
Nel modo di agire di Giuseppe e di Maria emerge subito un chiaro insegnamento: la vita è sacra e va difesa sempre con determinazione e senso di responsabilità. Giuseppe e Maria affrontano paure, incertezze e probabilmente notti insonni, eppure il loro amore e la consapevolezza del dono affidato alle loro mani li spingono a compiere scelte coraggiose. Questa pagina del Vangelo ci lancia un richiamo chiaro e profondo: prendersi cura della vita significa custodire il futuro del mondo, proteggere la bellezza della famiglia e contribuire a rendere la società più umana e accogliente. Perchè dove la vita è difesa, fiorisce la speranza; dove la vita è accolta, l’umanità ritrova il suo volto più vero.
Proprio per questo, in questa domenica, si celebra la Giornata Nazionale per la Vita, un momento per riflettere, pregare e agire a favore dei bambini che stanno per nascere. È un invito a non restare indifferenti, a non voltare lo sguardo altrove, ma a scegliere con coraggio la parte della vita. Alla luce di quanto detto, diventa naturale guardare a ciò che accade quando la vita nascente non viene protetta. Le conseguenze non sono astratte né lontane: toccano in profondità il mondo, la famiglia e il cuore stesso della società
La vita nascente non protetta tocca, innanzitutto per il futuro del mondo: Ogni bambino privato della possibilità di nascere rappresenta una perdita irreparabile. Non è soltanto una vita in meno: è un talento che non fiorirà, un amore che non potrà essere donato, una voce che non entrerà nella storia. Il mondo diventa più povero, meno creativo, meno capace di generare relazioni e nuove idee. Ogni vita negata priva l’umanità di una presenza unica e irripetibile, di un volto che nessuno potrà mai sostituire.
Poi la famiglia: La vita nascente è il cuore di ogni famiglia, il ponte tra passato, presente e futuro. Non accogliere un bambino significa ferire profondamente non solo chi non nasce, ma anche chi resta: i genitori, i fratelli, l’intero nucleo familiare. Le scelte che negano la vita lasciano cicatrici silenziose, segnano affetti, generano rimpianti e una sofferenza che spesso si porta dentro per tutta la vita. La famiglia perde la possibilità di crescere nell’amore e nella responsabilità, di essere laboratorio concreto di speranza.




