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400 anni fa la morte di San Roberto Bellarmino

Gesuita, nel 1931 è stato proclamato Dottore della Chiesa

San Roberto Bellarmino |  | pubblico dominio San Roberto Bellarmino | | pubblico dominio

Quattrocento anni fa - il 17 settembre 1621 - moriva a Roma San Roberto Bellarmino. Gesuita, sacerdote, cardinale, santo e dal 1931 Dottore della Chiesa: la sua esistenza si svolse al servizio del Vangelo e degli importanti incarichi ricoperti.

Nasce nel 1542 a Montepulciano da una buona famiglia ed è il nipote di Papa Marcello II. Il grado di parentela non influisce sulle scelte del ragazzo che decide, ancora adolescente, di dirigere il proprio sguardo verso la Compagnia di Gesù.

Entrando in noviziato, a Roma, è accolto da padre Diego Lainez, preposito generale ed amico di Sant'Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù.

Concluso positivamente il noviziato che fu ridotto di tempo viste le ottime doti del giovane e trascorsi gli anni della formazione è ordinato sacerdote. E' il 1570.

I superiori, intravista l'attitudine allo studio, da subito lo destinano all'insegnamento della teologia e della filosofia.

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Professore acuto ed attento alla formazione dei propri allievi sa coniugare i verbi conoscere e discernere per la salvezza delle anime affidate alla sua cura.

Oltre a ciò nell'apostolato non è da meno predicando a Lovanio come il Vangelo evidenzi quella semplicità che porta nel cuore. 

Il suo parlare è chiaro e pieno dell'amore di Dio appreso nelle pericope evangeliche, oggetto prediletto del suo amore e del suo studio.

Nominato rettore del Collegio romano fra i suoi allievi si ricordano San Luigi Gonzaga, patrono della gioventù insieme a San Giovanni Berchmans, che la storia vede sepolti nella chiesa di Sant'Ignazio a Roma.

Provinciale dei gesuiti napoletani guida i confratelli con determinazione ed affabilità.

Nel 1599 è creato cardinale e dal 1602 al 1605 è vescovo di Capua. Visita, più volte la diocesi contribuendo all'edificazione spirituale  e materiale del Popolo di Dio affidato alle sue cure. E' un pastore attento alle necessità dei fedeli che si affidano al suo saggio operato.

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Simpatico e semplice unisce ai talenti intellettuali la bontà di un cuore proteso verso il prossimo.

Autentico gesuita, gli ultimi anni dell'esistenza - lasciato ogni incarico - li trascorre nella comunità del noviziato di Sant'Andrea al Quirinale come un semplice religioso, aspettando quell'incontro atteso con l'amore di un figlio verso il Padre.