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50 anni fa la morte del Cardinale Bea, un gigante della Chiesa del XX Secolo

Il Cardinale Augustin Bea |  | Pubblico dominio Il Cardinale Augustin Bea | | Pubblico dominio

Esattamente 50 anni fa - il 16 novembre 1968 - moriva un gigante della Chiesa conciliare: il Cardinale gesuita Augustin Bea.

Nato a Riedböhringen, nella regione tedesca del Baden-Württemberg, il 28 maggio 1881 il futuro porporato entrò a far parte della Compagnia di Gesù nel 1904 e fu ordinato presbitero nel 1912.

Laureatosi a Roma nel 1914 presso la Pontificia Università Gregoriana, fu titolare di cattedra di di Sacra Scrittura dal 1924 e dal 1930 al 1949 fu Rettore del Pontificio Istituto Biblico.

Nel corso degli anni Padre Bea fu anche vicino a Papa XII: ne fu confessore e consulente nella stesura della enciclica Divino Afflante Spiritu del settembre 1943, dedicata alla Sacra Scrittura, materia di cui Bea fu uno - appunto - degli esperti più eminenti.

Alla morte di Pio XII, il suo successore Giovanni XXIII lo creò cardinale di Santa Romana nel concistoro del dicembre 1959, assegnandogli la diaconia di San Saba.

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Pochi mesi dopo - nel 1960 - lo stesso Giovanni XXIII nominò il Cardinale Bea a capo del Segretariato per la promozione dell'unità dei cristiani, un dicastero nato in vista della celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II.

In questa veste il Cardinale Bea si spese - anche e soprattutto durante il Vaticano II - nel dialogo con le Chiese sorelle da un lato e con gli ebrei dall'altro. Durante il Concilio Bea fu uno degli estensori della dichiarazione Nostra Aetate che tratta i rapporti tra il Cattolicesimo e le religioni non cristiane.

Nel 1962 - pochi mesi prima dell'apertura del Concilio - fu eletto Arcivescovo titolare di Germania di Numidia e consacrato personalmente da Papa Giovanni XXIII. L'anno successivo il Cardinale Bea prese parte al conclave che elesse il Cardinale Montini Papa con il nome di Paolo VI.

E' morto il 16 novembre 1968, all'età di 87 anni.

"Come studioso delle Scritture, il Cardinale Bea era stimato dai cristiani ovunque; come presidente della segreteria per la promozione dell'unità dei cristiani, aveva conquistato la fiducia e persino l'affetto dei leader e dei membri delle chiese e delle comunità cristiane in tutto il mondo", disse - ricordando la figura del porporato - Paolo VI nell'udienza generale del 16 aprile 1969.