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La Cappella di San Lorenzo alla Scala Santa, ingresso al Sancta Sanctorum

Un dettaglio degli affreschi della Cappella di San Lorenzo alla Scala Santa  |  | Musei Vaticani
Un dettaglio degli affreschi della Cappella di San Lorenzo alla Scala Santa | | Musei Vaticani
La volta della Cappella di San Lorenzo alla Scala Santa  |  | Musei Vaticani
La volta della Cappella di San Lorenzo alla Scala Santa | | Musei Vaticani
La Scala Santa  |  | Musei Vaticani
La Scala Santa | | Musei Vaticani
La porta del Sancta Santorum |  | Musei Vaticani
La porta del Sancta Santorum | | Musei Vaticani
Il Sancta Sanctorum |  | B.Petrik/CNA
Il Sancta Sanctorum | | B.Petrik/CNA
Il Sancta Sanctorum |  | B.Petrik/CNA
Il Sancta Sanctorum | | B.Petrik/CNA
Il Sancta Sanctorum |  | B.Petrik/CNA
Il Sancta Sanctorum | | B.Petrik/CNA

Cesare Nebbia e Giovanni Guerra. Si chiamavano così i maestri del gruppo di artisti che hanno fatto bella Roma a metà del ‘500. Con loro una quarantina di artisti e decoratori che si guadagnarono il nome di “pittori sistini”. Perchè fu a loro che Papa Sisto V, il grande urbanista di Roma, affidò la decorazione di tutto quello che sotto il suo pontificato venne costruito e ristrutturato da Domenico Fontana, ingegnere prima che architetto.

Tra i gioielli sistini anche il santuario delle Scala Santa così come lo conosciamo oggi.

Nel progetto architettonico di Domenico Fontana la Cappella Sancta Sanctorum era fiancheggiata, a destra, dalla Cappella di San Lorenzo e, a sinistra, da quella di San Silvestro; le raccordava, dalla parte posteriore, un corridoio sparito negli anni ’30.

Oggi invece chi entra nella cappella di San Lorenzo a sinistra entra, tramite la porta antica, nel Sancta Santorum. Poco più avanti un sontuoso affresco di San Lorenzo spiega la dedicazione della cappella. Ma guardando verso l’alto ci si rende subito conto di essere in uno scrigno d’arte cinquecentesca. Timpani, vele, lunette di un soffitto con paesaggi, profeti e padri della Chiesa nel più perfetto stile manierista si svelano al fedele e al turista dopo due anni di sapiente restauro.

La struttura della Cappella è rimasta invariata fino al 1936-1937, quando fu arretrato di circa sei metri l’altare maggiore, che era stato donato da Papa Leone XIII (1878-1903), ma il soffitto domina la crudezza delle decorazioni pre belliche.

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A Roma non c’è pellegrino che non visiti il Santuario Pontificio della Scala Santa. A fianco alla  Basilica di S. Giovanni in Laterano custodisce la preziosa cappella Sancta Sanctorum, ove si venera l’immagine del SS. Salvatore definita acheropita, non fatta da mano d’uomo.

Ma la vera reliquia è la scala che, secondo un’antica tradizione cristiana, l’imperatrice S. Elena nel 326 fece trasportare a Roma dal pretorio di Pilato in Gerusalemme. La scala più volte salita da Gesù il giorno della sua condanna a morte. Originariamente situata nel Patriarchium, o complesso dei Palazzi Lateranensi, antica sede dei Pontefici, fu Papa Sisto V nel 1589 a collocarla davanti alla cappella papale dove poi è rimasta formando l’attuale unico edificio. Pio IX ne curò i restauri e promosse il culto della grande reliquia costruendo l’attiguo convento, che il 24 febbraio 1853 affidò ai religiosi Passionisti. Il Pontefice, associandosi ad una moltitudine di Santi e personaggi illustri che l’avevano preceduto, più volte salì la Scala Santa in ginocchio, fino al 19 settembre 1870 vigilia della presa di Roma e della sua volontaria reclusione in Vaticano.

Il Santuario, è compreso fra i beni della Santa Sede e secondo i Patti Lateranensi del 1929 gode pieno diritto di extraterritorialità.

La cappella del Sancta Sanctorum era “il più venerato santuario di Roma”e fu l’oratorio privato del Papi fino al periodo del Rinascimento; rimasto a testimoniare lo splendore dell’antico Patriarchìo ed un millennio di storia del pontificato romano. L’immagine di cui si ignora l’origine, era già venerata nel secolo VIII tanto che il Papa per scongiurare il pericolo dell’invasione dei Longobardi nel 753, la portò in processione sulle proprie spalle.

Sotto l’altare ci sono le reliquie romane più antiche. Il restauro della cappella di San Lorenzo, ingresso naturale al Sancta Santorum ha dato nuova luce anche alla antica cappella medioevale che già nel 1995 era stata sapientemente restaurata dai Musei Vaticani.

Operazione permessa grazie alle donazioni dei Patrons. P. Mark Haydu, responsabile dei Patrons of the Arts of the Vatican Museums, ha fatto si che lo studio preliminare fosse  finanziato dalla Getty Foundation. Anche la prima fase del restauro, quella della Cappella di San Silvestro, è stata completata nel 2005, anch’essa finanziata dalla Getty Foundation.

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I lavori, attualmente gestiti dal Dipartimento di Restauro dei Musei Vaticani, per la direzione scientifica di Antonio Paolucci e di Arnold Nesselrath e la direzione tecnica di Paolo Violini, d’intesa con i colleghi della Direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato della Città del Vaticano, prosegue grazie al “Capitolo di Gran Bretagna dei Patrons of the Arts of the Vatican Museums”, che ha adottato il progetto nel 2012, e la seconda fase del restauro, quella della Cappella di San Lorenzo, è ora completata. Il lavoro però prosegue con il restauro delle scale che affiancano quella Santa percorsa in ginocchio ancora oggi da migliaia di pellegrini.