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Accordo fiscale tra Santa Sede e Stati Uniti

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Santa Sede e Stati Uniti d'America hanno firmato oggi un accordo per favorire l’osservanza a livello internazionale degli obblighi fiscali e attuare la Foreign Account Tax Compliance Act. L'intesa è stata siglata da Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, e da Kenneth F. Hackett, Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede.

Si tratta di un accordo – afferma un comunicato congiunto – che “sottolinea l’impegno di entrambe le Parti a promuovere e ad assicurare un comportamento etico nel campo finanziario ed economico. In particolare, l’accordo servirà a prevenire l’evasione fiscale e a facilitare l’adempienza dei doveri fiscali da parte dei cittadini statunitensi che svolgono attività finanziarie nello Stato Città del Vaticano”.

Il pagamento delle imposte e la lotta all'evasione fiscale sono fondamentali affinchè “i governi diventino strumenti di sviluppo e solidarietà, incoraggino la crescita dell’occupazione, sostengano le attività commerciali e caritative e forniscano sistemi di assicurazione sociale e assistenza volti a proteggere i membri più deboli della società”.

Le parti ribadiscono inoltre il rafforzamento dello “scambio di informazioni al fine di prevenire l’evasione fiscale”.

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Come Papa Francesco ci ricorda di frequente – ha commentato Mons. Gallagher – evadere tasse giuste significa rubare sia allo Stato sia ai poveri. Ogni persona ha il dovere di contribuire, in carità e giustizia, al bene comune, secondo le proprie capacità e i bisogni degli altri, promuovendo e assistendo le istituzioni pubbliche dedicate al miglioramento delle condizioni della vita umana”.

Di tutte le misure che si potrebbero prendere per eliminare la povertà nel mondo – ha aggiunto l'Ambasciatore Hackett - porre fine all’evasione fiscale sarebbe forse tra le opzioni più efficaci. Ogni anno, l’evasione fiscale priva governi di ogni grandezza di risorse necessarie per finanziare servizi pubblici e investimenti. Come ha detto il presidente Obama, l’idea che un bambino possa non riuscire mai a sfuggire alla povertà poiché privo di una educazione e di un’assistenza sanitaria dignitosa, o di una comunità che consideri il suo futuro come proprio, dovrebbe offenderci tutti e spingerci all’azione”.

L'accordo tra Santa Sede e Stati Uniti è entrato in vigore dal momento della firma.