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Ad Haifa la Precessione della Madonna del Carmelo la terza domenica di Pasqua

L'antico legame con Maria nato dalla preghiera dei Profeti

La precessione della Madonna del Carmelo del 2019  |  | www.lpj.org La precessione della Madonna del Carmelo del 2019 | | www.lpj.org

Finalmente quest’anno il primo maggio la processione c’è stata. Dopo i mesi più difficili della Pandemia è ripresa la celebrazione della Madonna del Carmelo da Haifa con la processione fino al Monastero Stella Maris.

La tradizione è iniziata più di cento anni fa, esattamente il 27 aprile del 1919, domenica in Albis.

L’idea era di riportare solennemente nel santuario di Stella Maris la statua della Madonna del Carmelo che nel 1914, all’inizio della Prima Guerra mondiale, era stata trasferita nella chiesa parrocchiale in città. 

Quel grazie proseguì negli anni e divenne un appuntamento fondamentale per la comunità cristiana in Terra Santa. Nonostante le difficoltà in vari periodi storici come nel 1948, anno della proclamazione dello Stato d’Israele, quando la processione che ormai si celebrava come ancora oggi la terza domenica dopo Pasqua avvenne il 18 aprile, meno di un mese prima della proclamazione dello Stato di Israele. Nel ’49 i pochi cristiani di Haifa la organizzarono con l’aiuto del sindaco israeliano di Haifa.

Lo scorso anno la processione avvenne senza fedeli e la immagine mariana fu trasportata in auto per le strade della città così che la gente potesse seguirla dalle finestre. 

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Tradizionalmente la immagine viene “trainata”, dai fedeli dalla parrocchia di Saint Joseph di Haifa, da valle a monte, presso il santuario di Stella Maris, in cima al Monte Carmelo. Cinque chilometri tra preghiere e canti.

Ma perché il Monte Carmelo è così importante nella storia cristiana? La memoria antica è legata alla memoria di Elia ed Eliseo, due grandi profeti dell'Antico Testamento, e la nascita dell'ordine del Carmelo, la cui tradizione dello Scapolare è molto diffusa.

Il Carmelo di fatto non è un monte, ma un gruppo di monti che diventa un promontorio proprio ad Haifa. Il nome deriva da “karem”, cioè porto, ma anche giardino. E di fatti Haifa è sia l’uno che l’altro. 

Un porto sicuro custodito da monti ricchi di sorgenti naturali, e con una ricca vegetazione. Le citazioni bibliche si riferiscono proprio a questo. 

Il Carmelo poi nasconde molte grotte naturali, forse più di un migliaio, e questo era il luogo preferito di coloro che si ritiravano in preghiera. Come i due profeti Elia ed Eliseo.  Nove secoli prima di Gesù.

La tradizione  ece diventare le grotte dei Profeti legando diversi passi della Bibbia a questi luoghi, ed è anche per questo che proprio in questo luogo nella seconda metà del XII secolo nacque l'ordine del Carmelo.

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Fu un crociato francesco Bertoldo di Malafaida, divenuto poi santo, che riunì alcuni eremiti che vivevano dispersi nella zona del Monte Carmelo vicina a Haifa. Edificarono un primo  santuario e, poi un altro altro sul versante occidentale. San Brocardo, successore di Bertoldo come priore, agli inizi del XIII secolo chiese al patriarca di Gerusalemme l’approvazione ufficiale e una norma per la loro vita religiosa di solitudine, ascesi e orazione contemplativa. Era la Regola del Nostro Salvatore, ancora la norma delle comunità carmelitane.

Nel 1226 arriva anche la approvazione del Papa, ma intanto la situazione politica dei cristiani in Terra Santa è sempre più difficile e molti lasciano Haifa per tornare in Europa dove fondano altri monasteri con la regola che ormai si chiama carmelitana. 

Quando nel 1291 gli eserciti d'Egitto conquistarono Acre e Haifa, bruciarono i Santuari del Monte Carmelo e ne assassinarono i monaci rimasti ma ormai il carisma si era diffuso in tutto il mondo conosciuto. 

Ci vollero secoli perché i carmelitani potessero tornare al Carmelo. Finalmente tra il 1827 e il 1836, venne costruito su una grotta che ricordava la presenza di Elia, l'attuale monastero e Santuario Stella Maris. 

La chiesa ha un centro ottogonale ed è coperto da una cupola decorata con scene di Elia e altri profeti, la Sacra Famiglia, gli evangelisti e alcuni santi carmelitani. I dipinti sono del fine degli anni ’20 del secolo scorso. Dietro l'altare, in una nicchia, c'è una scultura della Vergine del Carmelo, e sotto, la grotta dove secondo la tradizione abitò Elia.

Una delle grandi tradizioni della spiritualità carmelitana è lo scapolare, un pezzettino di stoffa che si porta sul cuore. 

L'inizio di questa devozione risale al 1251, in un momento difficile per l’Ordine appena giunto in Europa. San Simone Stock, priore generale inglese, aveva sempre sulle labbra una supplica:

Flos Carmeli / Fiore del Carmelo; vitis florigera /vite fiorita; splendor coeli /splendore del cielo; Virgo puerpera /Vergine feconda; singularis /singolare; Mater mitis /madre dolce; sed viri nescia /ma non conosciuta da uomo; Carmelitis /ai carmelitani; da privilegia /da' privilegi; Stella Maris /Stella del Mare.

La Vergine gli apparve portando in mano lo scapolare, e gli disse: questo è un privilegio per te e per tutti i tuoi: chi morirà portandolo, si salverà. 

Giovanni Paolo II, che lo portava fin da giovane disse: “Due, quindi, sono le verità evocate nel segno dello Scapolare: da una parte, la protezione continua della Vergine Santissima, non solo lungo il cammino della vita, ma anche nel momento del transito verso la pienezza della gloria eterna; dall'altra, la consapevolezza che la devozione verso di Lei non può limitarsi a preghiere ed ossequi in suo onore in alcune circostanze, ma deve costituire un ‘abito’, cioè un indirizzo permanente della propria condotta cristiana, intessuta di preghiera e di vita interiore, mediante la frequente pratica dei Sacramenti ed il concreto esercizio delle opere di misericordia spirituale e corporale. In questo modo lo Scapolare diventa segno di ‘alleanza’ e di comunione reciproca tra Maria e i fedeli: esso infatti traduce in maniera concreta la consegna che Gesù, sulla croce, fece a Giovanni, e in lui a tutti noi, della Madre sua, e l'affidamento dell'apostolo predi