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Ad limina Lazio, l'Arcivescovo Vari: "Una esperienza della collegialità"

Il racconto di Monsignor Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta

L'Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari |  | Arcidiocesi di Gaeta L'Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari | | Arcidiocesi di Gaeta

Anche la Conferenza Episcopale del Lazio prima di Pasqua ha vissuto l’esperienza della visita ad Limina. Tra i presuli che hanno partecipato vi è stato anche l’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari, al quale ACI Stampa ha chiesto di raccontare la propria esperienza.

La visita ad limina si è svolta per la Conferenza Episcopale Laziale alla quale appartengo nella settimana dal 18 al 22 Marzo 2024 con la partecipazione di tutti i vescovi e dell’Ordinario militare oltre che del vescovo degli Ucraini cattolici. L’esperienza è stata veramente, e tutti lo hanno sottolineato, positiva per tanti elementi, ma quello che va più sottolineato come prezioso in questa visita ad limina che essa è stata una esperienza di comunione e di fraternità, che questi giorni vissuti insieme hanno manifestato in maniera ancora più forte ed evidente. La visita, iniziata con la celebrazione alla tomba di Pietro, ha assunto da subito una dimensione spirituale, un pellegrinaggio che ha fatto bene a noi che lo abbiamo intrapreso e attraverso di noi alle nostre Chiese.

Come si è svolta l’udienza con il Santo Padre? Che cosa può raccontarci?

L’udienza con il Papa è stato l’ultimo atto della visita e ha segnato questi giorni trascorsi a Roma. Come tutti io sono rimasto colpito dalla semplicità con cui papa Francesco si è posto, dalla sua attenzione ad ascoltare le questioni che venivano poste e dalla schiettezza delle risposte. Si è parlato con il Papa, si è conversato, ci siamo ascoltati. Il Papa, che da subito si è definito Vescovo di Roma, conosce bene la nostra Regione e la nostra Regione ha con il Santo Padre un rapporto speciale che ci onora e ci responsabilizza.

Negli incontri con i responsabili dei dicasteri della Curia Romana è emerso qualcosa di particolare? Avete presentato qualche richiesta specifica o sottolineato qualche criticità?

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Gli incontri con i Dicasteri sono stati tutti introdotti ognuno da una nostra piccola relazione che illustrava la situazione del Lazio. Avendo un punto di partenza così concreto, l’incontro con i Dicasteri ha avuto il merito di mettere a fuoco questioni che riguardano tutti, di approfondire e comprendere meglio l’una o l’altra problematica. Più che questo, però, l’esperienza è stata importante per aver potuto respirare l’universalità della Chiesa. Più che richieste specifiche si sono condivise esperienze e riflessioni, questo perché lo stile che ha caratterizzato gli incontri è stato quello di provare a capire meglio il cammino della Chiesa in un tempo non facile. Nello stesso tempo scoprire il lavoro che i Dicasteri fanno, la prospettiva mondiale del loro servizio, il racconto della vita della Chiesa, ha dato anche la possibilità di rigenerare speranza e fiducia nella forza straordinaria del Vangelo. Abbiamo avuto modo di apprezzare il lavoro di tutti, in modo particolare, oltre a quello dei Dicasteri, il lavoro della segreteria del Sinodo e quello della Commissione per la Tutela dei Minori.

Abbiamo davanti due grandi eventi ecclesiali: il Sinodo e il Giubileo. Come questa visita ad limina aiuterà a preparare a livello diocesano questi due momenti di Chiesa?

Sia l’incontro con il Papa che quello con la segreteria del Sinodo sono stati occasione per riflettere ancora sul Sinodo sia come evento, sia soprattutto, come riscoperta del modo di essere Chiesa che per sua natura è sinodale. Sono state confrontate le esperienze, analizzate le difficoltà, ma soprattutto si è sottolineato come il cammino sinodale sta entrando nelle nostre Chiese in maniera sempre più convinta e fruttuosa. Chiaramente uno dei punti focali è stato quello del Giubileo che ci è stato illustrato per grandi linee nell’incontro con il Dicastero per l’Evangelizzazione. Evento che sta già vivendo l’anno di preparazione. Come già è avvenuto, le diocesi del Lazio, soprattutto quelle più vicine a Roma, saranno coinvolte anche nell’accoglienza. La giornata mondiale dei bambini del prossimo 26 maggio sarà una prima occasione per entrare nel clima del Giubileo che si sta per aprire. Le nostre diocesi sono già impegnate nella preparazione dell’evento giubilare. In questo anno di preparazione si moltiplicano la quantità e la qualità delle iniziative.

Personalmente, cosa ha riportato a casa da questa visita? Quanto potrà aiutarla nel suo ministero episcopale?

Ho portato a casa una grande sensazione di gioia che nasce dalla consapevolezza che non si cammina da soli e dalla certezza di far parte di una grande famiglia nella quale la parola fratello non è un modo di dire. È la consapevolezza di quello che già si conosce, l’esperienza della collegialità. È importante non chiudersi in confini, non camminare per conto proprio, ma sentire che il cammino è il cammino di tutti e che bisogna contribuire al meglio, che bisogna voler bene alla Chiesa. Incontrare tante persone e incontrare il Papa aiuta a riflettere sulla grandezza del servizio episcopale, o piuttosto sulla grazia dell’episcopato. Un servizio che non è privo della croce, ma sempre raccontata dal punto di vista del mattino di Pasqua.