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Addio a Navarro Valls. Inventò il ruolo di portavoce del Papa

Joaquin Navarro Valls | Joaquin Navarro Valls, storico direttore della Sala Stampa della Santa Sede | NCRegister Joaquin Navarro Valls | Joaquin Navarro Valls, storico direttore della Sala Stampa della Santa Sede | NCRegister

È morto oggi Joaquin Navarro Valls, che fu direttore della Sala Stampa Vaticana dal 1984 al 2006. Aveva 81 anni. 

Quando il 24 gennaio del 1994 Giovanni Paolo II arriva in visita alla Sala Stampa della Santa Sede da poco ristrutturata per benedire la grande sala che porta il suo nome, il direttore Joaquín Navarro-Valls introduce così: “È un incontro che ha luogo sulla terraferma, anziché volando a 10.000 metri, mentre si va e si ritorna da uno dei vostri viaggi apostolici”.

Joaquin Navarro Valls è l’uomo che ha ripensato la comunicazione vaticana. 

Quando è arrivato a dirigere la Sala Stampa della Santa Sede la struttura era in subbuglio. Gestire Giovanni Paolo II non era certo facile. Tutto era cambiato e, anche se Paolo VI aveva già pensato ad una comunicazione moderna, rimaneva molto istituzionalizzata, poco adatta infondo al “ciclone Woytjla”. Navarro, già giornalista, membro dell’ Opus Dei, con una laurea in medicina, arriva a fine 1984 e cambia tutto. Con eleganza e un certo fascino, primo laico in quel ruolo,  laicizza lo stile vaticano.

Porta la sala Stampa alla diretta dipendenza della Segreteria di Stato, ma di fatto dell’ “appartamento” dell’entourage del Papa. Un azzardo che in certi momenti gli renderà la vita difficile.

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Fa lobbying per far passare le notizie in modo informale e “comunicare” con il mondo lontano dal Vaticano e dalla Chiesa Cattolica. Il successo mediatico è assicurato. Ma intanto, però, non si forma una nuova generazione di vaticanisti. Sono in pochi quelli che continuano a “studiare” il Vaticano, la Santa Sede.

I giornalisti si annoiano a leggere i documenti per cercare di trovarci “la notizia”. Ora che i testi ci sono, che la maggior parte dei documenti è pubblica, che i bollettini arrivano con facilità, sembra che non interessino più le questioni che animano la Chiesa. Si preferisce “crearle”. Si torna paradossalmente indietro, alle indiscrezioni di “corte” agli intrighi e ai fatterelli. Le grandi questioni restano fuori. Troppo difficili da affrontare, troppo difficili da raccontare, troppo difficili da far capire ai direttori occupati ad andare ospiti nei salotti televisivi.

Cambia completamente la prassi delle conferenze stampa in volo, inventate da Giovanni Paolo II e fino a qual momento gestite in modo confuso. Lui le dirige, le organizza, tanto da fare diventare un momento fondamentale nei viaggi dei Papi.

A lui, nel 2005, spetta il compito di raccontare l'agonia di Giovanni Paolo II e di annunciarne la morte, ed è lui che racconta l'elezione di Benedetto XVI.

Nelle ore dell'agonia di Giovanni Paolo II, Navarro Valls fu instancabile in Sala Stampa, appassionato ed elegante come sempre, con un momento di commozione che fece notizia. Ecco, Navarro sapeva davvero creare la notizia, ma anche far sì che non ci dovesse essere bisogno di correzioni o smentite.

Nel 1994, il 24 gennaio, giorno della festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, Giovanni Paolo II è nella Sala Stampa Vaticana, e al direttore e portavoce Joaquín Navarro-Valls, risponde improvvisando una battuta quasi da teatro: “Vorrei fermarmi sulla parola accreditati. Finora pensavo che sono solamente ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, ma io vedo c’è anche un’altra accreditazione, un altro mondo di accreditazioni probabilmente presentate al dottor  Navarro-Valls".

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Il legame tra i due è talmente stretto che dopo appena un anno dalla elezione di Benedetto XVI Navarro lascia la Sala Stampa che intanto è tornata a prendere indicazioni dalla Segreteria di Stato. Anni dopo sarà però sempre lui a consigliare a Benedetto la creazione di un nuovo ruolo per la comunicazione, quello di consulente in Segreteria di Stato, e sarà Greg Burke, attuale direttore della Sala Stampa a ricoprirlo. Lungimiranza e professionalità che gli permettono di essere sempre al servizio della Santa Sede anche da lontano.

A 70 anni va in pensione ed inizia una nuova carriera di scrittore ed opinionista, conferenziere e consulente. E continua a raccontare Giovanni Paolo II cosi come lo ricorda lui: forte e soprattutto santo, instancabile. 

in uno dei tanto voli di Giovanni Paolo II dice: “Un giornalista mi ha domandato prima: Navarro, dicci che cosa fa il Santo Padre per resistere poi a tutte le fatiche del viaggio così noi possiamo fare lo stesso”. Il Papa gli risponde:  “Io? Io non so! Cerco di fare il minimum, possibilmente il minimo. Io penso che la Provvidenza ci mantiene come un servo inutile!”.

Cosi è stato per Giovanni Paolo II e così è stato per Joaquin Navarro -Valls, sempre al servizio.