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Al via un progetto di cooperazione dedicato alla salute della popolazione del Ciad

Formazione e innovazione tecnologica nel progetto di cooperazione dedicato alla salute della popolazione del Ciad

Progetto in Ciad |  | Ufficio stampa Progetto in Ciad | | Ufficio stampa

Formazione e innovazione tecnologica sono i due capisaldi del nuovo progetto di cooperazione che l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, in cordata con altre realtà italiane e internazionali, ha elaborato con l’obiettivo di migliorare la salute degli abitanti del Ciad, Paese dell’Africa centrale con una situazione economica, sociale e sanitaria molto fragile.

Un comunicato stampa ufficiale spiega che "attraverso la formazione medica specialistica e la creazione di nuovi servizi ospedalieri basati su tecnologie moderne - dove Chirurgia Generale, Cardiologia e Gastroenterologia sono le tre branche maggiormente interessate - il progetto punta a rendere il Servizio Sanitario Nazionale del Ciad più efficiente, moderno e attento alle fasce deboli della popolazione".

Forte la collaborazione tra gli enti in rete: in prima linea l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata insieme alla Fondazione Magis (Ong dei gesuiti con sede a Roma e presente in Ciad) e all’Istituto per i Sistemi Biologici (ISB) del Centro Nazionale Ricerche (CNR), che collaborano con i due ospedali presenti nella capitale N’Djamena: l’Ospedale Universitario di Riferimento Nazionale e l’Ospedale Universitario Le Bon Samaritain.

Il progetto - dal titolo “Progetto Sanità Italia-Ciad: Formazione e Innovazione Tecnologica AID 12582” - è stato infatti presentato pochi giorni fa al Ministro della Salute e della Solidarietà Nazionale ciadiano Abdelmadjid Abderahim da una delegazione italiana in missione in Ciad, guidata da Giuseppe Tisone, professore ordinario di Chirurgia Generale e direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Generale all’Università di Roma Tor Vergata.

L’incontro con il Ministro è stato un primo passo molto importante” racconta TisoneL’obiettivo della nostra missione è stato verificare sul campo la reale fattibilità del progetto. La visita agli ospedali locali ci ha confermato una situazione di arretratezza di strutture e strumentazioni mediche, motivo per cui intendiamo procedere parallelamente con la formazione, sia in Italia sia in Ciad, e con la ristrutturazione del gruppo operatorio. Per questo secondo aspetto è stato fondamentale l’incontro con il Ministro, rimasto soddisfatto delle nostre proposte, poiché la consapevolezza da parte del governo di dover rafforzare il Sistema Sanitario è necessaria per avviare concretamente un processo di rinnovamento.

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Nel concreto il progetto prevede in 3 anni il potenziamento delle competenze e delle infrastrutture per migliorare i servizi ospedalieri, con l’obiettivo di raggiungere nel complesso 4mila pazienti, che avranno così la possibilità di accedere alle cure, cioè di accedere al diritto fondamentale alla salute di qualità finora negato.

Le Scuole di specializzazione sono il cardine del progetto poiché costituiscono la base delle azioni di rafforzamento del nostro Sistema Sanitario. Ci permettono infatti di formare specialisti capaci di far fronte alle nuove sfide sanitarie che ci aspettano” commenta Choua Oucheimi, professore ordinario di Chirurgia Generale all’Università di N’Djamena e coordinatore locale del Progetto.