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Atene, il Papa ai giovani: "Tanti oggi sono molto social ma poco sociali"

Papa Francesco: incontro con i giovani presso la Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline

Papa Francesco, Incontro con i giovani presso la Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline |  | AG / ACI Stampa
Papa Francesco, Incontro con i giovani presso la Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline | | AG / ACI Stampa
Papa Francesco, Incontro con i giovani presso la Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline |  | AG / ACI Stampa
Papa Francesco, Incontro con i giovani presso la Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline | | AG / ACI Stampa
Il Papa con il Presidente del Parlamento Greco |  | Vatican Media / ACI Group
Il Papa con il Presidente del Parlamento Greco | | Vatican Media / ACI Group

L'ultimo incontro di Papa Francesco ad Atene è con i giovani. Francesco li incontra alla Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline a Maroussi.

Si tratta del primo istituto scolastico straniero del Paese. A metà del XIX secolo aprono una scuola sull’isola di Tinos, a Loutra. Ad Atene arrivano nel 1947 e si stabiliscono in via Othonos. Nel 1952 trasferiscono il Ginnasio di Loutra, che era stato chiuso a causa della guerra, nella capitale, e scelgono un edificio in Antheon Street, a Paleo Psychiko. Pochi anni dopo, nel 1959, si spostano a Psychari Street, in Neo Psychiko, e qui ospitano la American School, la Scuola Primaria di San Dionigi e una scuola per l’infanzia internazionale.

Il numero degli studenti cresce e l’istituto, nel 1962, acquista un complesso nella zona di Anavryta, a Maroussi, sobborgo nella periferia settentrionale di Atene. Nel 1976, l'attività della Scuola Americana cessa e la Scuola Primaria San Dionigi passa da Neo Psychiko a Maroussi. La "Scuola greco-francese delle Orsoline" nel maggio 2017 ha deciso di affidare la gestione e l'amministrazione dei suoi istituti in Grecia alla missione educativa lasalliana, condividendo con essa lo stesso obiettivo: una educazione e formazione cristiana, basata sugli stessi valori evangelici e umanitari.

L'ultima mattina del Papa in terra ellenica comincia presto. Infatti, dopo aver celebrato la Santa Messa in privato, alle ore 8.15 (7.15 ora di Roma) il Papa riceve la visita del Presidente del Parlamento Ellenico, Konstantinos Tasoulas, nel salone di rappresentanza della Nunziatura Apostolica di Atene. Successivamente il Papa "abbraccia" i giovani della Grecia.

Il Papa viene accolto all’ingresso della Sala polivalente della scuola cattolica delle Suore Orsoline dal Responsabile della Pastorale giovanile della Grecia. Dopo aver ascoltato varie testimonianze e dopo aver assistito a coreografie e danze, il Papa pronuncia il suo ultimo discorso in Grecia. "Sono contento di incontrarvi al culmine della mia visita in Grecia. E colgo l’occasione per rinnovare la mia gratitudine per l’accoglienza e tutto il lavoro svolto per organizzarla: efcharistó!", dice subito il Papa.

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Francesco riprende le testimonianze dei giovani. "A volte, davanti alle incomprensioni o alle difficoltà della vita, nei momenti di solitudine o di delusione, può bussare alla porta del cuore questo dubbio: “Forse sono io che non vado bene... forse sono sbagliato, sono sbagliata...”. Amici, è una tentazione da respingere! Il diavolo ci mette nel cuore questo dubbio per gettarci nella tristezza. Che cosa fare? Cosa fare quando un dubbio del genere diventa soffocante e non lascia in pace, quando si smarrisce la fiducia e non si sa più da dove cominciare? Bisogna ritrovare il punto di partenza. Qual è? Per capirlo, mettiamoci in ascolto della vostra grande cultura classica. Sapete quale fu il punto di partenza della filosofia, ma anche dell’arte, della cultura, della scienza? Tutto cominciò da una scintilla, da una scoperta, resa da una parola magnifica: thaumàzein. È il meravigliarsi, lo stupore. Così è partita la filosofia: dalla meraviglia di fronte alle cose che sono, alla nostra esistenza, all’armonia del creato, al mistero della vita".

"Il cuore della fede non è un’idea o una morale, ma una realtà, una realtà bellissima che non dipende da noi e che lascia a bocca aperta: siamo figli amati di Dio! Figli amati: abbiamo un Padre che veglia su di noi senza smettere mai di amarci. Riflettiamoci: qualsiasi cosa tu pensi o faccia, fossero anche le peggiori, Dio continua ad amarti. Dio ama sempre. Sempre e comunque - commenta il Papa - Non si pente mai di noi. Se ci mettiamo davanti allo specchio magari non ci vediamo come vorremmo, perché rischiamo di concentrarci su quello che non ci piace. Ma se ci mettiamo davanti a Dio la prospettiva cambia".

"E quando rimanete delusi per quello che avete fatto, c’è un altro stupore da non lasciarsi sfuggire: lo stupore del perdono. Lui perdona sempre, siamo noi a stancarci di chiedere perdono. Lì nel perdono si ritrovano il volto del Padre e la pace del cuore. Lì Lui ci rimette a nuovo, riversa il suo amore in un abbraccio che ci rialza, che disintegra il male commesso e torna a far splendere la bellezza insopprimibile che è in noi, il nostro essere suoi figli prediletti. Non permettiamo che la pigrizia, il timore o la vergogna ci rubino il tesoro del perdono. Lasciamoci stupire dall’amore di Dio!", continua ancora il Papa.

"Non siamo cristiani perché dobbiamo, ma perché è bello. E proprio per custodire questa bellezza diciamo no a ciò che vuole oscurarla. La gioia del Vangelo, lo stupore di Gesù fa passare le rinunce e le fatiche in secondo piano. Allora, d’accordo? Ripartiamo dallo stupore! Dove? Nel creato, nell’amicizia, nel perdono di Dio, nei volti degli altri", sottolinea il Pontefice.

"Vuoi fare qualcosa di nuovo nella vita? Vuoi ringiovanire? Non accontentarti di pubblicare qualche post o qualche tweet. Non accontentarti di incontri virtuali, cerca quelli reali, soprattutto con chi ha bisogno di te: non cercare la visibilità, ma gli invisibili. Questo è originale, rivoluzionario. Tanti oggi sono molto social ma poco sociali: chiusi in sé stessi, prigionieri del cellulare che tengono in mano.", questo è il messaggio del Papa.

"Da giovani è reagire: quando ci si sente soli, aprirsi; quando viene la tentazione di chiudersi, cercare gli altri, allenarsi in questa “ginnastica dell’anima”. Qui sono nati i più grandi eventi sportivi, le Olimpiadi, la maratona... Oltre all’agonismo che fa bene al corpo c’è quello che fa bene all’anima: allenarsi all’apertura, percorrere lunghe distanze da sé stessi per accorciare quelle con gli altri; lanciare il cuore oltre gli ostacoli; sollevare gli uni i pesi degli altri... Allenarvi in questo vi farà felici, vi manterrà giovani e vi farà sentire l’avventura di vivere!", commenta infine il Papa.

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Al termine, dopo la preghiera dei giovani e la Benedizione finale, viene offerto un dono al Papa che successivamente si trasferisce in auto all’Aeroporto Internazionale di Atene per la cerimonia di congedo dalla Grecia.Questo è l'ultimo incontro di Papa Francesco ad Atene. Ora si riparte verso Roma.