“E’ l’ora di richiamare da ogni parte a raccolta tutte le migliori energie dei fedeli, per ridestarle al massimo rendimento a pro della buona causa e soprattutto al raggiungimento di quel nobilissimo fine, in cui s’impernia il programma del venerabile Don Bosco, cioè la salvezza della gioventù”. Così Papa Benedetto XV scriveva il 15 maggio 1920 a Padre Paolo Albera, Rettore Maggiore dei Salesiani, in occasione dell’ottavo Congresso Internazionale dei cooperatori Salesiani.

La grande famiglia Salesiana – rilevava il Papa - “camminando fedelmente sulle orme del glorioso suo Fondatore, è guidata nelle sue generose e sante intraprese. Non dubitiamo quindi che, come dai precedenti Congressi, così da questa nuova solenne assemblea uscirà rinsaldata la coesione e riacceso lo zelo dei cooperatori, ed in pari tempo nuovo impulso trarranno e nuova forza di adattamento le molteplici Opere nelle quali, come albero gigantesco, la Pia Unione Salesiana dirama la sua attività nelle diocesi e nelle parrocchie di quasi tutto il mondo”.

“Il nobile programma che la sapienza e la santità del Fondatore tracciarono ai cooperatori Salesiani nell’istituirli – concludeva il Pontefice - non può non apportare in mezzo al popolo cristiano i più tangibili e preziosi frutti di eterna vita. Abbiamo ferma fiducia che la mistica figura di Don Bosco, come si ergerà nel marmo dinanzi alla basilica di Maria Ausiliatrice, così si aderga viva nello spirito e nel cuore di tutti i suoi figli e vi fomenti ognor più la devozione alla Vergine Madre di Dio e la frequenza alla santissima Eucaristia, fonte di carità e di vita”.

Don Bosco verrà beatificato nel 1929 da Papa Pio XI, successore di Benedetto XV, e canonizzato cinque anni più tardi dallo stesso Pontefice.