Nell’occasione delle celebrazioni in onore di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Benedetto XV il 19 settembre 1921 coglieva l’opportunità – attraverso una lettera al Cardinale Vincenzo Vannutelli, Decano del Collegio Cardinalizio - di ribadire l’importanza della musica nelle chiese.

Poche volte nella storia – sottolineava il Papa al Cardinale Vannutelli, della Chiesa suburbicaria di Palestrina - le idealità dell’arte e gli splendori della fede si sono fusi con così perfetta armonia, come nell’artista, la cui opera polifonica è uno degli ornamenti più preziosi della Nostra cappella pontificia e delle basiliche romane. Perciò il monumento che la città di Palestrina innalza al suo grande figlio e la celebrazione inaugurale, che si annunzia in particolare modo solenne, meritano una speciale considerazione della Sede Apostolica”.

“Questa celebrazione – era l’auspicio di Benedetto XV - deve servire a promuovere sempre più quel fervore di restaurazione musicale che, iniziato felicemente dal Nostro Predecessore, è andato diffondendosi e intensificandosi in tutte le regioni della cattolicità. Noi non vogliamo che col volgere degli anni possa il tempo affievolire l’efficacia di quelle sapienti norme che” Pio X “tracciò nel motu proprio del 22 novembre 1903 chiamandole il codice giuridico della musica sacra; ma vogliamo che restino nel loro pieno vigore, specialmente per ciò che riguarda la classica polifonia, la quale, come fu detto egregiamente, ottenne il massimo della sua perfezione nella scuola romana per opera di Pier Luigi da Palestrina”.

In tal modo i fedeli, raccolti in preghiera nel tempio di Dio – concludeva il Pontefice - più facilmente saranno eccitati alla devozione e meglio si disporranno ad accogliere i frutti della grazia”.