La morte di Joseph Ratzinger ha registrato grande cordoglio anche tra i fedeli di padre Pio. A Pietrelcina, dove il frate cappuccino è nato il 25 maggio 1887, ricordano la visita che l’allora cardinale fece il 1° giugno di venti anni fa: esattamente il 1° giugno 2002. Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede era a Benevento per concludere il Congresso Eucaristico diocesano. Durante il congresso e chiese all’allora arcivescovo, mons. Serafino Sprovieri di poter visitare i luoghi natali di padre Pio. Il presule preannuncia la visita ai Frati Cappuccini di Pietrelcina e, non potendolo accompagnare per gli impegni del Congresso, lo fece accompagnare dal vicario generale, mons. Pompilio Cristino. A Pietrelcina visita la casa natale, la Chiesa di Sant’Anna dove il frate cappuccino venne battezzato, la chiesa parrocchiale dove padre Pio il 14 agosto 1910 ha celebrato la sua prima messa e il luogo dove ricevette le prime stimmate, a Piana Romana. In un volume, edito nel 2000 curato, per la Libreria editrice vaticana dai dai Frati Minori Cappuccini individuò “il punto focale della santità” di padre Pio. Scriveva: “avere accolto la sofferenza e le contrarietà in offerta di obbedienza alla volontà di Dio e di espiazione per i peccati del mondo” e  averlo fatto nella “più autentica libertà responsabile” aggiungendo che “di fronte ad una cultura, quale quella odierna, che esalta il superfluo e l’effimero, e che trova difficoltà ad avere il senso del bene e del male, Padre Pio aveva un acuto senso del peccato e, in qualche modo, nella pura sequela di Cristo, prendeva su di sé le colpe dei figli di Dio”. Joseph Ratzinger non ha mai incontrato padre Pio ma da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede aveva letto ed esaminato i documenti del processo canonico esprimendo parere favorevole per la beatificazione e la santificazione. Da Papa ha voluto visitare e pregare sulla sua tomba. Tutti, infatti, ricordano papa Benedetto XVI in ginocchio e in preghiera accanto alla teca che conserva le spoglie di padre Pio da Pietrelcina domenica 21 giugno del 2009 a San Giovanni Rotondo dove ha parlato del frate di Pietrelcina sottolineando che la sua “eredità” è “la santità”: “La sua prima preoccupazione, la sua ansia sacerdotale e paterna”, ha detto durante la messa sul sagrato della basilica dedicata al frate cappuccino, è stata quella che le persone “ritornassero a Dio, che potessero sperimentare la sua misericordia e, interiormente rinnovate, riscoprissero la bellezza e la gioia di essere cristiani, di vivere in comunione con Gesù, di appartenere alla sua Chiesa e praticare il Vangelo”. Padre Pio, ha poi aggiunto, “attirava sulla via della santità con la sua stessa testimonianza, indicando con l’esempio il binario che ad essa conduce: la preghiera e la carità”. “Un uomo semplice, di origini umili, afferrato da Cristo”, lo ha definito papa Ratzinger, per farne “uno strumento eletto del potere perenne della sua Croce: potere di amore per le anime, di perdono e di riconciliazione, di paternità spirituale, di solidarietà fattiva con i sofferenti”. “Le stigmate, che lo segnarono nel corpo, lo unirono intimamente al Crocifisso-Risorto”, ha aggiunto l’allora Pontefice, spiegando che il frate, da “autentico seguace di san Francesco d’Assisi, fece propria, come il Poverello, l’esperienza dell’apostolo Paolo, sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me”. Questo “non significa alienazione, perdita della personalità: Dio non annulla mai l’umano, ma lo trasforma con il suo Spirito e lo orienta al servizio del suo disegno di salvezza”. Padre Pio “conservò i propri doni naturali, e anche il proprio temperamento, ma offrì ogni cosa a Dio, che ha potuto servirsene liberamente per prolungare l’opera di Cristo: annunciare il Vangelo, rimettere i peccati e guarire i malati nel corpo e nello spirito”. Per il Papa, “come è stato per Gesù, la vera lotta, il combattimento radicale padre Pio ha dovuto sostenerli non contro nemici terreni, bensì contro lo spirito del male. Le più grandi tempeste che lo minacciavano erano gli assalti del diavolo, dai quali egli si difese con l’armatura di Dio, con lo scudo della fede e la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio”. Dopo aver ricordato che “tutto” in padre Pio aveva il suo “culmine” nella celebrazione della messa, Benedetto XVI ha messo in guardia contro i “rischi dell’attivismo e della secolarizzazione” che “sono sempre presenti”. Pochi mesi dopo la sua elezione a Papa aveva detto, nel roso di un Angelus, che nelle “nostra epoca spicca la figura di S. Pio da Pietrelcina. Celebrando la santa messa, egli viveva con tale fervore il mistero del Calvario da edificare la fede e la devozione di tutti”. Il predecessore di Benedetto XVI, Giovanni Paolo II, era stato il primo Papa a inginocchiarsi sulla tomba di una persona non ancora dichiarata beata. Sarà lo stesso Giovanni Paolo II a proclamarlo Santo domenica 16 giugno del 2002, come a lui era toccato, il 2 maggio 1999, dichiararlo beato.