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Bilancio 2021 Santa Sede. Guerrero: "I risultati sono migliori di quanto ci si aspettasse"

E' stato reso noto il bilancio 2021 della Santa Sede

Padre Juan Antonio Guerrero Alves, sj, prefetto della Segreteria per l'Economia |  | Vatican Media / ACI Group Padre Juan Antonio Guerrero Alves, sj, prefetto della Segreteria per l'Economia | | Vatican Media / ACI Group

E' stato reso noto questo pomeriggio il bilancio 2021 della Santa Sede. Il Bilancio è stato pubblicato, come sempre ogni anno, senza una conferenza stampa di presentazione. Ci sono numeri, grafici e spiegazioni disponibili in lingua inglese. Ad accompagnare il documento, un'intervista al Prefetto della Segreteria per l’Economia da parte dei media vaticani. Il riassunto che ne esce è che sarebbero 3 milioni di euro il deficit, rispetto ai 33 milioni previsti. Ma "il tempo dei sacrifici non è finito".

La pubblicazione del bilancio fa seguito a quella del budget preventivo, che era stata resa nota già ad inizio anno, in cui già si anticipava che gli enti parte del bilancio sarebbero stati circa 90.

“Abbiamo fatto molti passi nella giusta direzione della trasparenza, della tutela economica della Santa Sede e della sostenibilità”: commenta padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l'Economia ai media vaticani. "I risultati – afferma – sono migliori del previsto, ma “per il futuro si prospetta un periodo molto incerto” e ancora occorre affrontare alcuni problemi strutturali. "Una prima buona notizia è che i risultati sono migliori di quanto ci si aspettasse. Sia nel nuovo sia nel vecchio perimetro", chiarisce il Prefetto.

La notizia che Guerrero intende sottolineare nell'intervista è che nel documento reso noto oggi c’è il bilancio di tutta la Santa Sede. Solo il Governatorato e lo IOR non sono inclusi. Ciò significa secondo lui "un passo avanti per quanto riguarda la trasparenza e la visibilità della situazione economica complessiva della Santa Sede".

"Un deficit di 3 milioni di euro in un preventivo di 1.100 milioni non è tanto, è praticamente equilibrato, e non sembra una cifra tale da destare preoccupazioni. Ma se facciamo un’analisi più dettagliata, ci attendono alcune aree da migliorare", commenta ancora ai media vaticani padre Juan Antonio Guerrero Alves.

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"Non stiamo gestendo un’azienda, i criteri economici hanno un ruolo relativo, l’economia deve servire, non governare, come insiste il Santo Padre. Un caso recente interessante è il Tribunale della Rota, che dall’autofinanziamento è passato a essere deficitario, una volta che il Papa ha deciso, giustamente, che per evitare che la giustizia sia solo per quanti possono pagarla l’ha resa gratuita. Il rendimento del patrimonio e i contributi interni non coprono le spese della missione. Per questo è fondamentale l’aiuto dell’Obolo di San Pietro, che finanzia le opere caritative e la missione del Papa e la contribuzione delle diocesi. Le donazioni di ogni anno e quanto la Santa Sede può generare, non riescono a finanziare tutte le spese degli enti che non hanno ricavi, e la Santa Sede deve ogni anno subire un’erosione di 20-25 milioni di patrimonio", spiega meglio il Prefetto.

Anche in Vaticano si parla poi di pensioni. "Abbiamo incluso per la prima volta nel bilancio la passività netta del Fondo pensionistico per le prestazioni post- lavorative secondo la valutazione attuariale del 2019: 631,4 milioni di euro secondo l’IPSAS 39 (che è il modo corretto di valutarla anche se meno favorevole). Questa è la parte che corrisponde alla Santa Sede di un passivo netto totale di 1000 milioni di euro che include anche il personale del Vicariato e del Governatorato. È indubbio che non stiamo dotando sufficientemente il Fondo pensionistico per permettergli di rispettare gli obblighi futuri o che stiamo promettendo più di quanto in realtà possiamo permetterci. La buona notizia è che siamo ancora in tempo per introdurre misure correttive, non traumatiche, ma dobbiamo farlo presto", dice padre Juan Antonio Guerrero Alves rispondendo ad una domanda sulle pensioni.