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Cardinale Hollerich: “L’aborto non è un diritto umano”

Dopo l’incontro della presidenza CCEE, l’arcivescovo di Lussemburgo dà la sua personale prospettiva del futuro dell’Europa

Cardinale Hollerich | Il Cardinale Jean Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente COMECE | CNA Cardinale Hollerich | Il Cardinale Jean Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente COMECE | CNA

Lo spettro dell’aborto come diritto umano. La necessità di parlare chiaro ai politici quando si distanziano dalla Dottrina Sociale della Chiesa. La volontà di ricostruire la credibilità della Chiesa. Il problema della libertà religiosa. Il tema dell’aborto, che non può essere un diritto umano. Il Cardinale Jean Claude Hollerich dipana questo ragionamento in una intervista concessa ad ACI Stampa. Arcivescovo di Lussemburgo, Roma per l’incontro con il Papa della presidenza della Commissione delle Conferenze Episcopali in Unione Europea (COMECE), che presiede, il Cardinale Hollerich traccia anche la direzione dell’Europa del futuro.

Lei tempo fa ha parlato della necessità di un Sinodo per l’Europa. Questa idea è stata portata sul tavolo del Papa? Sta andando avanti?

Io ne sono molto contento perché penso che in Europa abbiamo delle Chiese Nazionali. Le diverse conferenze episcopali sono molto forti, sono buone, ma c’è qualcosa di più che non si sente. E sono molto contento che ci sarà anche un processo Sinodale anche nell’Unione Europea, grazie alla riforma del Sinodo dei vescovi. Perché non è possibile che una conferenza avanza mentre le altre non lo fanno. Sarà la CCEE incaricata di questo, perché noi, come COMECE, abbiamo uno scopo ben definito, che è quello del monitoraggio dell’Unione Europea.

Tra le cose che state monitorando, quali sono quelle che destano maggiore preoccupazione?

C’è il Green Deal, che è molto importante e finora tutto va bene, ma dobbiamo vedere come sarà la copertura finanziaria sarà e se i governi saranno d’accordo. Abbiamo sempre i problemi dei migranti, perché penso che come vengono trattate le persone oggi è una vergogna per l’Europa. Ora c’è un nuovo discorso: non si parla di persone che stanno morendo nel Mediterraneo, ma di illegali. E questo è un po’ come il linguaggio della Seconda Guerra Mondiale: è molto pericoloso. E poi abbiamo anche un tentativo, con il rapporto Matic, di far votare il Parlamento Europeo sull’aborto come diritto umano e contro la libertà di coscienza nelle istituzioni. È chiaro che non possiamo essere d’accordo.

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Le Conferenze Episcopali, i vostri delegati si sono riusciti a muovere a livello locale per fare pressione contro il rapporto Matic, perché non se ne sta parlando molto…

Questo è quello che è pericoloso. Non penso che possiamo fare qualcosa a questo livello. Penso che noi dobbiamo far capire che approvare un rapporto del genere è contro la sussidiarietà, perché l’aborto è tema di legislazione nazionale e non comunitaria. Sarebbe dunque un grave peccato, per l’Unione Europea, non rispettare quella sussidiarietà di cui parla sempre. Penso che questa sarebbe la migliore argomentazione per contrapporsi al rapporto Matic, perché abbiamo cristiani in tutti i partiti politici e potranno così votare contro con un tale argomento. Sarebbe invece difficile per loro votare contro – anche contro il loro partito – opponendo argomenti etici.

Lei dice che ci sono parlamentari cattolici in tutti gli schieramenti. Ma quanto impatto riescono ad avere? Sembra che la Dottrina Sociale sia completamente scomparsa dal dibattito socio-politico…

Devo dire che la Dottrina Sociale è rientrata nel dibattito grazie al Papa. Ci sono molti politici a Bruxelles che parlano della Laudato Si o di Fratelli Tutti. Penso che loro l’abbiano letta più dei cristiani. C’è certamente un impulso, e si vede anche dalle visite a Roma: c’è stata la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ci sarà il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, ci sarà il presidente del gruppo del Partito Popolare che vuole venire con un grande gruppo di parlamentari a Roma. C’è un interesse. Ma sta a noi dire: se volete questo, va bene, ma ci sono altri punti nella dottrina della Chiesa che voi non rispettate.

Avete suggerito al Papa di dirlo quando incontrerà questi personaggi?

Ne abbiamo parlato…

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Il mondo dopo la pandemia: come ci si muove ora? Il problema forse più grave è stato questo sfregio della libertà religiosa che c’è stato in diversi posti… cosa pensate di fare?

Penso che il problema della libertà religiosa sarà il grande problema dell’avvenire in Europa. Non c’è persecuzione della Chiesa: sarebbe troppo affermarlo. Ma, in qualche Paese, ci sono, a diversi livelli, piccoli attentati contro la libertà della religione e noi dobbiamo stare in guardia.

Come pensate di fare? La COMECE ha accolto bene la nomina dell’inviato UE per la libertà religiosa, ma quella riguarda la libertà religiosa fuori dall’Europa…

Sì, è fuori dall’Europa, ma si può anche dire che i valori che vogliamo promuovere nella politica estera sono anche valori che devono essere ascoltati in Europa. È diverso da Paese in Paese. In Belgio il gruppo di fedeli che ha potuto assistere alla Messa è ridicolo, in Irlanda le Messe con il popolo non ci sono state per un anno.

Perché in questi Paesi?

Va notato che sono Paesi dove la Chiesa ha una fama cattiva. Si deve dare una impressione giusta della Chiesa per ricostruire la credibilità. Dopo i casi degli abusi sessuali, è urgente per la società, ma anche per i fedeli, perché molti hanno perso ogni speranza nella Chiesa. Questo deve cambiare, dobbiamo diventare molto umili e fare del nostro meglio con grande trasparenza.