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Caritas Internationalis, cosa è in gioco alla prossima assemblea generale?

Il discorso del Papa l’11 maggio, e poi due giorni di plenaria per eleggere il nuvoo presidente e segretario generale

Caritas Internationalis 2019 | Una immagine dell'assemblea generale 2019 di Caritas Internationalis | Caritas Internationalis Caritas Internationalis 2019 | Una immagine dell'assemblea generale 2019 di Caritas Internationalis | Caritas Internationalis

Il futuro di Caritas Internationalis si potrà comprendere già l’11 maggio, quando i membri dell’assemblea generale della confederazione saranno ricevuti dal Papa. Poi, nei due giorni successivi, saranno chiamati a scegliere presidente e segretario generale, dopo mesi di “governo provvisorio” imposto dal Papa a partire dal 22 novembre.

Da allora, infatti, Caritas Internationalis è stata commissariata, e la sua gestione data ad un amministratore, Pier Francesco Pinelli, che ha un passato nel mondo delle organizzazioni complesse ma che in Vaticano è conosciuto soprattutto per essere colui che ha ristrutturato il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, dopo il “commissariamento” guidato dal Cardinale Blaise Cupich di Chicago.

Quali sono le sfide in gioco? E come cambierà il futuro di Caritas Internationalis?

I nuovi vertici

Rimosso il Cardinale Luis Antonio Tagle da presidente di Caritas Internationalis, posizione che ha avuto sin dal 2015, rimosso Aloysius John come segretario generale, l’Assemblea generale di Caritas sarà chiamata ad eleggere un nuovo presidente e segretario generale.

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Come successore del Cardinale Tagle, suo malgrado travolto dalla tempesta che ha colpito Caritas, si fanno i nomi di alcuni possibili candidati: il Cardinale Soane Patita Patita Paini Mafi, arcivescovo di Tonga; l’arcivescovo Tarcisius Isao Kikuchi di Tokyo; e l’arcieparca maronita di Tripoli (Libano) Joseph Soueif, già candidato alla presidenza di Caritas nel 2015. Si fa anche il nome di monsignor Gabriel Hatti, presidente dell’ufficio del Medio Oriente e Nord Africa.

Due invece i candidati forti per quanto riguarda il nuovo segretario generale: quello di Cristina Calvo, consulente di Caritas America Latina; e quello di Alistair Dutton direttore esecutivo di Caritas Scozia e precedentemente Direttore Umanitario di Caritas Internationalis.

Altra nomina importante sarà quella del tesoriere, considerando che la raccolta di Caritas Internationalis è enormemente aumentata negli anni di gestione di Aloysius John.

Verso nuovi statuti

Quando furono decapitati i vertici, sostituiti da un governo provvisorio, era stato subito reso chiaro che la riforma degli Statuti di Caritas sarebbe stata la priorità di Pinelli, che nel compito è stato

assistito da Maria Amparo Alonso Escobar, responsabile dell’advocacy di Caritas Internationalis, e dal gesuita Padre Manuel Morujão, per l’accompagnamento personale e spirituale dei dipendenti di Caritas Internationalis. Non era specificato perché ci fosse il commissariamento, ma si diceva con chiarezza che non c’erano problemi di natura sessuale o finanziaria.

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Nel decreto di Papa Francesco del novembre 2022, si spiegava che Caritas Internationalis sarebbe stata sottoposta a una revisione “al fine di migliorare le sue norme e procedure di gestione – anche se le questioni finanziarie sono state gestite bene e gli obiettivi di raccolta fondi regolarmente raggiunti – e quindi meglio servire le sue organizzazioni di beneficenza associate in tutto il mondo”. Tuttavia, una riforma degli statuti è già avvenuta nel 2019 ed è stata approvata dal Papa con un rescritto del 13 gennaio 2020.
Si trattava semplicemente di trasferire le competenze dal Pontificio Consiglio Cor Unum, che non esiste più, al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ne ha assorbito le funzioni. Non ci sono state comunicazioni del regolamento interno.

La precedente riforma

Gli statuti del 2020 comunque confermavano la struttura creata con la riforma di Benedetto XVI, che puntavano a rafforzare la collaborazione tra Caritas Internationalis e la Santa Sede, delineando chiaramente le competenze della Segreteria di Stato e fornendo un maggiore coordinamento con i dicasteri e gli organismi collegati con la Santa Sede riguardo anche aspetti dottrinali.

La riforma era arrivata dopo una crisi di governance. Nel 2011 la Segreteria di Stato non approvò la rinomina dell’ex Segretario generale, Lesley-Anne Knight, sebben il suo lavoro fosse stato elogiato dall’allora Presidente di Caritas Internationalis, il Cardinale Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga.) Di conseguenza, fu sostituita da Michel Roy, un francese che lavorava con Secours Catholique, la Caritas in Francia.

Caritas Internationalis è una “organizzazione ombrello” che unisce 165 organizzazioni cattoliche nel mondo. Tra queste, era entrata la Canadian Catholic Organization for Development and Peace, che è stata sotto il tiro delle organizzazioni pro-life per aver sostenuto organizzazioni che difendono la legalizzazione dell’aborto, distribuiscono contraccettivi e supportano politiche omosessuali. L’ingresso della CCODP nella confederazione era stato difeso con forza in una lettera ai donatori da Knight.

Il nuovo approccio della riforma di Caritas Internationalis era stato proprio ispirato dalla situazione che si era creata, e soprattutto in conformità con quello che lo stesso Benedetto XVI aveva scritto nella enciclica Caritas in Veritate. In quell’enciclica, veniva sottolineato che lo sviluppo umano e l’aiuto all’estero non possono essere disgiunti dall’esigenza di verità, notando che molte organizzazioni internazionali promuovevano l’aborto, la contraccezione, la sterilizzazione e l’eutanasia.

Questo era un approccio che Knight non condivideva completamente, come spiegò pubblicamente ai media all’epoca. Mentre alcuni hanno approvato la partenza di Knight, altri sono rimasti delusi. Nonostante un robusto cambio generazionale in Caritas Internationalis negli ultimi anni, questi sentimenti di divisione potrebbero essere rimasti sullo sfondo e aver alimentato alcune lamentele su “gestione e procedure”.
Come sarà la nuova riforma?

Se la riforma di Benedetto XVI riguardava proprio la filosofia con cui accettare o non accettare organismi nella confederazione, il tono del comunicato stampa che si era accompagnato con la decisione di decapitare i vertici di Caritas Internationalis dava da pensare che la riforma avrebbe trasformato la confederazione in una organizzazione più manageriale.

Un cambio di paradigma, che potrebbe anche ulteriormente centralizzare le decisioni “di indirizzo”, come successo in altri organismi vaticani. Possibile che il Papa dovrà approvare gli Statuti nuovi prima che siano sottoposti all’assemblea. Quale sarà allora il potere dell’assemblea?

 È anche questo un tema da discutere nella prossima assemblea generale. Sarà da vedere come si svilupperà il dibattito.