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Casa Sollievo della Sofferenza, uno dei "miracoli" di Padre Pio

Casa Sollievo della Sofferenza | La Casa Sollievo della Sofferenza, ospedale voluto da San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo | Wikimedia Commons Casa Sollievo della Sofferenza | La Casa Sollievo della Sofferenza, ospedale voluto da San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo | Wikimedia Commons

L’opera più visibile lasciata da Padre Pio è un ospedale che ormai è diventato tra i più grandi e i più all’avanguardia d’Italia. Si chiama Casa Sollievo della Sofferenza, oggi è proprietà della Santa SEde per desiderio dello stesso padre Pio, e Benedetto XVI non esitò a definirlo “un miracolo” quando lo visitò ad ottobre 2006.

Fu lo stesso padre Pio ad inaugurare l’ospedale il 5 maggio 1956. Ma la costruzione dell’ospedale era un sogno che il frate di Pietrelcina accarezzava dal 1925. Con offerte generose, riadattò prima un ex monastero nel piccolo “Ospedale Civile San Francesco”, che fu distrutto dal terremoto del 1938. E poi, senza arrendersi, continuò a pensare al suo progetto.

Un progetto che viene delineato su appunti su carta dello stesso padre Pio il 10 gennaio 1940, insieme a Guglielmo Sanguinetti, Mario Sanvico, Carlo Kisvarday, John Telfener, Ida Seltz, Angela Serritelli e Cleonice Morcaldi, suoi figli spirituali.

La costruzione della clinica cominciò nel maggio 1947, dopo la Seconda Guerra Mondiale, con un fondo cassa di soli 4 milioni di lire, su progetto di Angelo Lupi, che non era né ingegnere né geometra, ma aveva capito cosa voleva fare padre Pio. 

E padre Pio indicò anche la montagna su cui l’ospedale doveva sorgere, in una zona in cui la roccia garganica era particolarmente dura. Ma vennero a sbancarla centinaia di reduci dalla guerra, che avevano tutti voglia di lavorare per padre Pio. Mentre l'ospedale si andava costruendo, parallelamente, nacquero i Gruppi di Preghiera, un movimento spirituale laicale, diffuso in tutto il mondo, che trova il suo carisma fondamentale nella preghiera di intercessione.

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La costruzione della clinica durò nove anni, ma già nel 1954 fu inaugurato il poliambulatorio. Arrivarono offerte da tutto il mondo. Per l’inaugurazione arrivò da Bologna il Cardinale Giacomo Lercaro. E padre Pio decise di chiamarla Casa Sollievo della Sofferenza.

Aveva 250 posti letto, e oggi ne ha 1200. Al tempo era un edificio, oggi è una città ospedaliera. All'inizio c'erano poche suore, poi ne arrivarono sempre più (la prima di loro, suor Consolata, è morta da poco). Di certo, è un punto di riferimento per tutti i malati della zona, un “ospedale religioso classificato” che nel 1971 stato riconosciuto come Fondazione di religione e di culto senza scopo di lucro. È una struttura altamente specializzata, tanto da essere un punto di riferimento anche per la ricerca scientifica.

L’ospedale ha 26 reparti di degenza medici e chirurgici, 50 specialità cliniche e un catalogo di circa 4300 prestazioni diagnostiche e terapeutiche. Oltre alla cittadella, che include anche il Poliambulatorio Giovanni Paolo II, ci sono i centri dialisi di Mafredonia, Rodi Garganico e Vieste, e l’Istituto Casa Sollievo della Sofferenza – Mendel”, una struttura fondata da Luigi Gedda nel 1953 e acquisita per donazione dalla Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza nel 1998.

Ma l’attività dell’ospedale non avrebbe senso senza i Gruppi di Preghiera, i quali rappresentano il fulcro di un programma di sviluppo che, ispirandosi alle linee generali e ai principi indicati da Padre Pio nei discorsi pronunciati in diverse ricorrenze dell'Opera, nel tempo ha prodotto tantissime attività ed iniziative in favore degli ammalati, dei loro familiari, degli anziani, dei bisognosi in genere.