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Centocinquanta anni per i bambini: le cifre del bilancio sociale del Bambino Gesù

Nell’intervento del Cardinale Parolin, anche l'auspicio per un hospice, quanto mai attuale dopo i casi di Charlie Gard, Alfie Evans e Vincent Lambert

Cardinale Pietro Parolin | Il Cardinale Pietro Parolin durante la presentazione del Bilancio Sociale del Bambino Gesù, 24 luglio 2019 | AG / ACI Group Cardinale Pietro Parolin | Il Cardinale Pietro Parolin durante la presentazione del Bilancio Sociale del Bambino Gesù, 24 luglio 2019 | AG / ACI Group

Non sono tanto i numeri a colpire, quanto la riproduzione di un periodico romano, il “Don Chisciotte della Mancia”, del 31 ottobre 1891. Periodico laico, che pure difendeva il Bambino Gesù da una soppressione che sembrava inevitabile. Era il tempo in cui l’ospedale era in via delle Zoccolette. E, se non fosse stata soppressione, sarebbe stata ingerenza del comune nella gestione. Anche questa, inaccettabile per la rivista.

Ma il Bambino Gesù ha resistito. Fu fondato – scriveva proprio il “Don Chisciotte” – “dalla duchessa Salviati, la quale chiese e ottenne, per mettervi i primi otto o dieci lettini, alcuni scali del convento di Sant’Onofrio, mediante la corrisposta di un canone”. Nacque – sottolinea il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano – “raccogliendo il grido dei piccoli infermi di Roma”. Oggi, fa centocinquanta anni, è un ospedale di eccellenza che ha diagnosticato lo scorso anno 21 nuove malattie e ha fornito quasi 2 milioni di prestazioni ambulatoriali e 29 mila ricoveri.

Presentando il bilancio sociale, il Cardinale Parolin ha notato che l’ospedale è “in fase di crescita”, sottolineato l’invito del Papa affinché l’ospedale non cada “nei rischi della corruzione”, perché questa è “una tentazione sempre in agguato”, e ricordato che l’ospedale è chiamato ad adeguare “le proprie strutture alle nuove domande, realizzando quanto necessario attraverso scelte sobrie ed oculate”:

E il prossimo passo è quello di avere un “hospice pediatrico”, una risposta alle drammatiche situazioni di Charlie Gard e Alfie Evans, bambini con patologie complicate e considerate irreversibili cui sono state sospese le cure (e nel caso di Alfie il Bambino Gesù aveva dato anche la sua disponibilità a farsi carico del piccolo). Ma il Cardinale Parolin ha ricordato anche il caso di Vincent Lambert, l’uomo cui è stata sospesa idratazione e alimentazione in Francia dopo un lungo tira e molla dei tribunali e la battaglia dei genitori. “Curare non significa solo guarire, ma anche accompagnare e custodire”, ha sottolineato il Segretario di Stato Vaticano.

Il quale ha poi invitato a conservare “la cultura del limite, per non illudere con false speranze, ma per costruire con umiltà nella credibilità un futuro migliore”.

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Tra le cifre del bilancio, i quasi 200 trasporti con elisoccorso, per i quali è stato utilizzato l’eliporto vaticano con una speciale convenzione. Quindi, la crescita delle pubblicazioni scientifiche (679 lo scorso anno).

E poi, la vicinanza alle famiglie: 2100 sono i nuclei famigliari seguiti dai servizi sociali, 4500 le famiglie dei pazienti ricoverati cui è stato fornito un alloggio. Si punta ora a stabilire un nuovo Istituto dei tumori e dei trapianti, e per questo ci sarà “Una serata di stelle per il Bambino Gesù”, una serata benefica nell’Aula Paolo VI che festeggerà i 150 anni dell’ospedale.

Altre cifre: più di 85 mila accessi al pronto soccorso, 30 mila interventi chirurgici, 324 trapianti, 27 parti a rischio, 28754 ricoveri, che per il 29 per cento vengono da fuori regione e nel 15 per cento dei casi sono stranieri.

Sono stati 30.648 le operazioni chirurgiche e gli interventi, 3089 gli interventi di chirurgia ambulatoriale.

Al Bambino Gesù vengono effettuati – unico ospedale in Europa – tutti i tipi di trapianti pediatrici.

 Nel 2018 sono stati effettuati 150 trapianti di midollo allogenico, 36 di midollo autologo, 39 di homograft (protesi valvolari cardiache), 27 di fegato (di cui 8 da vivente), 28 di rene (di cui 11 da vivente), 29 di cornea, 9 di cuore (a cui si aggiungono 8 impianti di cuore artificiale), 5 di membrana amniotica e 1 di polmone. In totale, 324 trapianti di organi, cellule e tessuti.

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 Il 2018 è stato anche l’anno di un altro importante traguardo: quello della terapia genica, cioè delle cellule "riprogrammate" contro il tumore.  La tecnica di manipolazione delle cellule del sistema immunitario del paziente (Car T) rientra nell'ambito della cosiddetta terapia genica o immunoterapia, una delle strategie più innovative e promettenti nella ricerca contro il cancro.

Per quanto riguarda la ricerca, ci sono 495 persone esclusivamente dedicate alla ricerca e 326 medici, biologi, farmacisti e infermieri che fanno sia attività clinica che di ricerca.

Il Bambino Gesù fa anche assistenza sanitaria dei bambini con difficoltà sociali ed economiche nelle periferie e nei campi Rom della Capitale, un'esperienza nata in concomitanza con il Giubileo Straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco. Nel 2018 sono state effettuate 1.999 visite pediatriche per un totale di 555 bambini (330 nei campi Rom e 225 nelle parrocchie).

Ci sono, poi, progetti umanitari o di cooperazione in 10 Paesi (Repubblica Centrafricana, Etiopia, Giordania, Tanzania, India, Siria, Russia, Georgia, Cambogia e Cina) e 62 pazienti umanitari provenienti da 28 Paesi e interamente a carico dell’Ospedale. L’alto livello di cure garantito del Bambino Gesù lo ha reso un punto di riferimento a livello internazionale: nel 2018 sono stati 531 i pazienti ricoverati provenienti da 5 continenti e 80 Paesi.

Infine, i conti.Nel 2018 i ricavi sono stati 359,4 milioni di euro a fronte di 342,2 milioni di costi. Il margine operativo lordo (EBITDA), che evidenzia la redditività della gestione operativa, è stato quindi di 17,2 milioni di euro. Il risultato operativo, che tiene conto degli ammortamenti per gli investimenti, si attesta ad un valore negativo di circa 1,48 milioni di euro, in sensibile miglioramento rispetto all’anno precedente.

 Per quanto riguarda le fonti di finanziamento, il 73% proviene daricavi per le prestazioni sanitarieil 12% da contributi e sovvenzioni da parte di Stato e Regione Lazio per la specificità dell’attività dell’Ospedale, il 7% dai finanziamenti per la ricerca. Il valore dell’interoparco tecnologico biomedico dell’Ospedale è di 76 milioni di euro, per un totale di 12.300 apparecchiature e componenti.