Nel testo del Vangelo di questa domenica c’è un’espressione sulla quale vogliamo soffermarci: “Come mai - dice Gesù - questo tempo non sapete giudicarlo?”. E’ come se Gesù chiedesse:  che significato ha per te il tempo presente, il tempo della Chiesa? Si tratta di una domanda importante perchè stiamo vivendo uno dei tempi più difficili della storia moderna e della Chiesa nei quali non è facile mantenere viva la speranza. La risposta vera a questo interrogativo è una sola. Il tempo che viviamo è un tempo in cui Cristo è presente. Lui stesso ce lo ha promesso: “Io sono con voi tutti i giorni”. Possiamo, quindi, affermare che in qualche modo l’incarnazione del Figlio di Dio si prolunga nel nostro oggi. Ora se Cristo è presente con Lui sono pure presenti tutti i beni che Egli ha portato perchè l’uomo possa conseguire il fine ultimo della sua esistenza: la salvezza eterna.

Di fronte a Cristo che è presente gli uomini di oggi, come quelli che lo hanno incontrato fisicamente duemila anni fa, sono posti di fronte ad una scelta: “O con me o contro di me”. Ogni scelta pro o contro Cristo è un giudizio di vita o di morte perchè con Lui presente la gloria è già qui, così la vita eterna, così la resurrezione, così il giudizio. Ora l’interrogativo impellente che nasce è: “Ma dove si trova Cristo, come incontrarlo?”. Dal momento che non è un’idea, ma una Persona. Il tempo della Chiesa è la prolungazione del tempo di Gesù, è il luogo dell’incontro con Lui. Infatti, la Chiesa con l’annuncio della Parola e con i sacramenti, istituiti da Cristo, ci mette in relazione con Lui il quale ci rende partecipi della sua vita divina, ci dona la pace, la gioia. La pienezza della grazia e della verità apparse in Gesù Cristo, sono, dunque, oggi disponibili per noi come ieri e più di ieri.

Per vivere questa meravigliosa esperienza è necessaria la fede. Ma che cosa significa credere? La fede cristiana non consiste innanzitutto nel seguire in maniera corretta un insieme di norme. Cristiano è colui che impara uno stile di vita che nasce dal rapporto vivo e fiducioso con Gesù, l'Inviato del Padre. Si diventa cristiani nella misura in cui impariamo a pensare, sentire, amare, operare, soffrire e vivere come Cristo.

Quando si aderisce con tutti i sentimenti del nostro cuore al Signore Gesù, scrive santa Chiara d’Assisi in una sua lettera, la Sua tenerezza commuove i nostri cuori, la contemplazione del Suo volto reca conforto, la sua bontà sazia il nostro bisogno di amore, la Sua dolcezza ricrea ((cfr Lettera alla beata Agnese di Praga). Il vangelo ci invita, in definitiva, a «darci da fare non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna». Il credente si preoccupa di nutrire quello che c'è di eterno in lui, fondando la propria vita in un Dio che vive per sempre e in un amore che è «più forte della morte».