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Come si sono preparate le relazioni Turchia – Santa Sede?

Un libro di Rinaldo Marmara va a tracciare la storia delle relazioni tra Turchia e Santa Sede. È il primo catalogo in turco con le trascrizioni dei documenti in lingua originale

Turchia - Santa Sede | Il libro sulle relazione Turchia - Santa Sede | Hyetert / PD Turchia - Santa Sede | Il libro sulle relazione Turchia - Santa Sede | Hyetert / PD

Per gli storici di Turchia, risalire alle tappe delle relazioni con la Santa Sede può essere difficile. Non ci sono documenti in turco, e i documenti di archivio in Segreteria di Stato sono tutti in italiano, o in francese. Ma c’è un lavoro, recentemente pubblicato, che punta proprio a colmare questo divario. Si chiama “Santa Sede – Turchia. Periodo di Mons. Rotta 1925 – 1930. Verso le relazioni diplomatiche del 1960”. Si tratta del primo catalogo in turco (titolo originale: “Türkiye ile Vatikan Diplomatik İlişkilere Doğru”) in cui i documenti in lingua originale vengono trascritti, aprendo la strada ai ricercatori turchi per meglio comprendere le tappe delle relazioni tra Santa Sede e Turchia.

Rinaldo Marmara, già presidente di Caritas Turchia, non è nuovo a operazioni del genere. Un altro suo libro, presentato a Papa Francesco al termine di una udienza generale, creò l’occasione per il disgelo tra Santa Sede e Turchia sulla questione del genocidio degli armeni: Papa Francesco aveva usato il termine genocidio in una celebrazione in Vaticano, e la Turchia – che non ha mai riconosciuto il massacro degli armeni come genocidio – aveva un po’ raffreddato i rapporti, finché la presentazione del libro al Papa fu l’occasione di un comunicato in cui ci si riferiva al massacro come ai “tragici fatti” del 1915. Questo non ha cambiato comunque poi la posizione della Santa Sede, tanto che Papa Francesco, durante il suo viaggio in Armenia, ha fatto riferimento per due volte alla questione del genocidio degli armeni, e così ha fatto anche il Cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano, ne aveva parlato ad una lectio magistralis ad Aquileia

Con questo libro, Marmara continua nel suo lavoro culturale con l’obiettivo di creare un ponte tra Turchia e Santa Sede. Il libro doveva uscire lo scorso anno, per i sessanta anni di relazioni diplomatiche tra Turchia e Santa Sede, ma la pubblicazione è stata posticipata a causa del COVID. Raccogliendo documenti negli archivi in Vaticano, Marmara ha voluto ricostruire la tappa preparatoria verso le relazioni diplomatiche Turchia e Santa Sede, in un periodo nel quale erano soltanto stabilite relazioni amichevoli.

Il volume è stato sponsorizzato dall’Università Aydin di Istanbul, ed è il primo di una serie. Secondo Marmara, “gli archivi di ogni Stato riflettono una visione nazionale. Gli Archivi Vaticani, invece, non riflettono visioni e influenza di qualche altro Stato. Si tratta degli archivi più obiettivi del mondo, con una ricchezza di conoscenza che è rara da trovare. Ci sono migliaia di documenti che riguardano la Turchia”.

Marmara è uno dei pochi ricercatori turchi ad avere accesso agli Archivi vaticani. “Levantino” (cioè, turco di famiglia italiana) di Pangalti, ha scritto 50 libri ed è oggi lo storico ufficiale della Conferenza Episcopale di Turchia.

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