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Comunità Shalom, dal Brasile alla Germania per portare ai giovani la pace del cuore

Intervista alla responsabile locale della Comunità Cattolica Shalom ad Arnsberg

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 L’avventura di Shalom in Germania inizia nel 2014 da un vecchio monastero a Paderborn. La Comunità si allarga, prende piede, apre nuove “case” e infine perfino un locale caffè ad Arnsberg chiamato “Garage Comshalom”, la versione “tedesca” di quella paninoteca brasiliana dove tutto ha avuto inizio, nei primi anni ’80, ad un’intuizione del giovane fondatore Moysés Louro de Azevedo Filho. Andreza Henriqueta dos Santos Alves, responsabile locale della Comunità Cattolica Shalom ad Arnsberg, racconta ad Acistampa, le principali tappe di questa avventura “transatlantica” della fede. 

Signora dos Santos Alves, quali sono i suoi compiti nella Comunità Shalom in Germania?

«Sono responsabile della missione, e come tale devo accompagnare, guidare e assistere ciascuno dei suoi settori e delle sue realtà e custodire la fedeltà al carisma, l'unità e la comunione con il Governo Generale della comunità».

Come e dove è nata la Comunità?

«La Comunità Shalom originariamente è nata in Brasile, a Fortaleza, il 9 luglio 1982. È nata da una paninoteca, lo “Snackbar del Signore”, fondata dal nostro fondatore Moysés Louro de Azevedo Filho con l’obiettivo di attirare soprattutto i giovani. Da questa paninoteca sono nati gruppi di preghiera per le famiglie e i bambini».

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E poi la Comunità si è insediata in Germania. Come è avvenuto?

«Un giorno, nel 2014, il nostro ex parroco, il Prete Focolarino Hubertus Böttcher, espresse a Padre Paul Stapel, un sacerdote e membro della Fazenda da Esperança, la sua preoccupazione per i giovani e su come attirarli di nuovo alla fede. L’altro gli ripose così: "Devi conoscere Shalom. Non conosco nessun altro movimento che sia così forte tra i giovani”. Entrambi si sono dati da fare e si sono rivolti all'arcivescovo di Paderborn per chiedergli di invitare la Comunità a iniziare una missione. Così, già nel 2014 iniziarono ad arrivare i primi missionari. Venne suggerito che il vecchio Monastero Premonstratense, localizzato nel cuore di Arnsberg, fosse ristrutturato e diventasse la sede dei missionari. Cosa che è accaduta nel novembre 2020 dopo una ristrutturazione durata sette anni». 

Poi cosa è successo?

«Frei Hans Stapel, il fondatore della Fazenda da Esperança, e suo fratello gemello Padre Paul, hanno messo a disposizione le case della Fazenda da Esperança vicino ad Arnsberg. Quella di Hellefeld ha ospitato le prime madri per otto mesi, e quella di Xanten ha accolto i primi ragazzi. In questo periodo iniziale ci siamo dedicati a imparare la lingua, la cultura e la mentalità locali, e siamo stati in grado di stabilire contatti essenziali per l'ulteriore sviluppo del nostro lavoro».

Quali sono stati i primi passi verso questa nuova evangelizzazione?

«Siamo venuti a vivere ad Arnsberg, in una casa di fronte ad una scuola superiore. Come prima cosa abbiamo invitato i giovani amici a partecipare con noi al Congresso Shalom a Parigi nel novembre 2015. Da lì è nato il nostro primo gruppo giovanile, sono seguiti incontri, ritiri, veglie, celebrazioni. La missione stava prendendo forma e generando un popolo che faceva l’esperienza dell'amore di Dio e che quindi voleva mettersi al servizio. Nell'aprile 2018 abbiamo inaugurato il Café “Garage Comshalom”, un luogo di incontro, condivisione e annuncio del Vangelo».

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Se dovesse identificare tre cardini della Comunità, quali sarebbero?

«Cerchiamo di tenerci fedeli al Vangelo, all'essenziale. Questo essenziale per noi è composto da tre punti: contemplazione (esperienza con, Dio, vita di preghiera e di amicizia con Lui, luogo dove riceviamo la pace); unità (vita fraterna, luogo dove viviamo la pace tra di noi) ed evangelizzazione (annuncio della buona novella, luogo dove riversiamo la pace a tutti coloro che incontriamo)».

Cosa facilita secondo lei la penetrazione della Comunità Shalom in Germania?

«Abbiamo avuto la grande grazia di avere amici che hanno avuto fiducia nel Carisma e ci hanno fatto da tramite, poiché non c'era nulla di simile alla nostra proposta nella nostra diocesi, nemmeno in tutta la regione. La gente ha sete di relazioni, ha sete di amore e si è sentita accolta nella nostra casa, in mezzo a noi. Poi per una sorta di passaparola sono arrivati altre persone. Direi che è proprio il nostro modo di vivere che facilita l'ingresso della Comunità in Germania». 

Dove sono le sedi principali della Comunità Shalom in Germania?

«Abbiamo nove missionari della Comunità di Vita nella città di Arnsberg (Diocesi di Paderborn) e tre famiglie e una giovane donna della Comunità di Alleanza che vivono a Königstein (Diocesi di Limburg), vicino a Francoforte e che sono legati alla nostra missione». 

Che tipo di adesione e partecipazione riscontrate tra le persone? Cose le attira e cosa le ostacola?

«La gente è attratta dalla vita semplice, dall'amicizia e dal fatto che si sente ascoltata, dal modo di pregare, dalla spontaneità. Anche la nostra musica, direi, è li attrae molto. Come ostacoli citerei il razionalismo, la sfiducia nella Chiesa, l'ateismo nei fatti che è molto forte, anche tra coloro che si dicono cristiani, l’allontanamento della fede».

Quali sono i prossimi compiti della Comunità Shalom in Germania nei prossimi anni?

«Nelle prossime settimane, apriremo nuovi gruppi per giovani a Francoforte e a Paderborn, così come Alive in Christ, un gruppo online che mira a raggiungere coloro che vogliono pregare con noi, ma vivono in altre città tedesche o in altri paesi di lingua tedesca. Vogliamo anche approfittare della struttura del monastero e accogliere i giovani che vogliono vivere un anno di approfondimento della fede attraverso la vita comune, l'esperienza di preghiera e l'evangelizzazione. Tutte le nostre attività, fino a marzo 2023, sono già consultabili nel nostro sito www.comshalom.org/de».