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Coronavirus, Papa Francesco: “Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia”

In una intervista ad un noto quotidiano nazionale, Papa Francesco racconta il senso della sua visita a Santa Maria Maggiore e San Marcello al corso. E spiega cosa si può comprendere da questa esperienza

Papa Francesco a San Marcello al Corso | Papa Francesco nella chiesa di San Marcello al Corso, 15 marzo 2020 | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco a San Marcello al Corso | Papa Francesco nella chiesa di San Marcello al Corso, 15 marzo 2020 | Vatican Media / ACI Group

Signore, ferma l’epidemia. Fermala con la tua mano. Ho pregato per questo”. Papa Francesco spiega così, in una intervista ad un noto quotidiano nazionale, il senso della sua visita a Santa Maria Maggiore e San Marcello al Corso lo scorso 15 marzo. Una sosta davanti a Maria Salus Populi Romani, un pellegrinaggio per via del Corso fino a San Marcello dove è custodita la croce che salvò Roma dalla peste del 1522.

Parlando con Repubblica, Papa Francesco sottolinea che “in questi giorni difficili possiamo trovare piccoli gesti concreti di vicinanza e concretezza verso le persone che sono a noi più vicine”, per comprendere che “nelle piccole cose c’è il nostro tesoro”, come “un piatto caldo, una carezza, un abbraccio, una telefonata”.

Tornare al concreto, dice Papa Francesco, perché “a volte viviamo una comunicazione tra noi soltanto virtuale. Invece dovremmo scoprire una nuova vicinanza,. Un rapporto concreto fatto di attenzioni e pazienza”.

Papa Francesco sottolinea che spesso le famiglie mangiano insieme “in un grande silenzio che però non è dato da un ascolto reciproco”, in cui tutti sembrano “tanti monaci “isolati l’uno dall’altro”, senza comunicazione.”

Invece, per il Papa è importante “ascoltarsi”, c’è “un linguaggio fatto di gesti concreti che va salvaguardato”, e questo sta a significare il dolore di questi giorni, che rappresenta “la concretezza che si deve aprire”.

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Un esempio di concretezza, per Papa Francesco, sono quanti lottano in prima linea: il Papa li ringrazia, e chiede che “tutti siano vicini a coloro che hanno perso i propri cari, cercando di accompagnarli in tutti i modi possibili. La consolazione adesso deve essere impegno di tutti”.

A chi non crede, Papa Francesco ricorda che “Tutti sono figli di Dio e sono guardati da Lui. Anche chi non ha ancora incontrato Dio, chi non ha il dono della fede, può trovare lì la strada, nelle cose buone in cui crede: può trovare la forza nell’amore per i propri figli, per la famiglia, per i fratelli. Uno può dire: ‘Non posso pregare perché non credo’. Ma nello stesso tempo, tuttavia, può credere nell’amore delle persone che ha intorno e lì trovare speranza”.