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Crisi in Bielorussia, la Chiesa affida la nazione a San Michele Arcangelo

La statua di San Michele peregrinerà per tutte le quattro diocesi della Bielorussia. Le proteste continuano, ma soprattutto nei fine settimana. L’arcivescovo Kondrusiewicz ancora in esilio

Vescovo Kasabutsky | Il vescovo Kasabutsky durante l'omelia per la celebrazione che ha iniziato la peregrinatio della statua di San Michele Arcangelo in tutta la Bielorussia | catholic.by Vescovo Kasabutsky | Il vescovo Kasabutsky durante l'omelia per la celebrazione che ha iniziato la peregrinatio della statua di San Michele Arcangelo in tutta la Bielorussia | catholic.by

No, la Chiesa cattolica in Belarus non è stata utilizzata per scopi politici. Lo sottolinea con forza il vescovo ausiliare di Minsk Yuri Kasabutsky, nell’omelia della celebrazione che dà inizio alla peregrinatio della statua di San Michele Arcangeolo in Bielorussia.

Non si sa ancora quando l’arcivescovo Tadesuz Kondrusiewicz di Minsk potrà tornare in patria. In attesa della risposta al ricorso contro l’invalidità del suo passaporto bielorusso, l’arcivescovo ha cercato di essere vicino alla popolazione. Dopo le proteste fiume per presunti brogli nella rielezione del presidente Aleksandr Lukashenko, ora tutto sembra avere una organizzazione più pacifica, meno violenta. E la Chiesa locale continua a fare il lavoro che ha sempre saputo fare: pregare.

Già prima di partire per la Polonia per poi non riuscire a rientrare il patria, l’arcivescovo Kondrusiewicz aveva definito una peregrinatio della statua di San Michele Arcangelo per le quattro diocesi del Belarus, per pregare per la risoluzione pacifica della situazione.

L’arcivescovo Kondrusiewicz poi è andato in Polonia per una celebrazione mariana, gli è stato negato di rientrare in patria inizialmente con accuse di essere andato all’estero a scambiare informazioni (la Polonia è considerato da Lukashenko uno dei grandi nemici) e poi, in quello che è sembrata la volontà di risolvere la situazione anche per via di varie pressioni internazionali, si è semplicemente fatto sapere che il passaporto non era più valido. L’arcivescovo ha fatto appello, e potrebbe comunque richiedere un altro passaporto.

L’inizio della peregrinatio della statua di San Michele è stata dunque l’occasione per mettere in chiaro le cose. Nell’omelia, il vescovo Kasabutsky ha notato che “Alcuni media hanno pubblicato informazioni fornite dal capo del servizio di intelligence estero russo Sergei Naryshkin. Questo è un falso, non ha senso. Ha parlato di alcune provocazioni, del fatto che gli Stati Uniti, la CIA e altre organizzazioni stanno cercando di utilizzare la Chiesa cattolica per minare il sistema statale nel nostro Paese. Questa è una totale assurdità, informazioni false, bugie che non hanno nulla a che fare con la verità. Queste sono informazioni che dovrebbero essere trattate con un tocco di ironia”.

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Parlando dopo la Messa con il servizio di informazioni della Chiesa Cattolica bielorussa, Kasabutsky ha ribadito: “I nostri sacerdoti non ricevono alcuna istruzione da nessuno, e non solo di natura politica. Incoraggiamo i sacerdoti, ad esempio, a pregare, a celebrare il rosario, a organizzare la benedizione del cimitero a novembre, quando preghiamo per i morti per una settimana, ma anche in questo caso non diamo istruzioni su come farlo. Ci sono riti liturgici e precetti appropriati tenuti da sacerdoti in tutto il mondo. E loro stessi sanno cosa devono dire ai credenti. Nessuno fa appello ai sacerdoti perché prendano posizioni pubbliche durante le messe”.

L’ausiliare di Minsk ha aggiunto che “forse queste dichiarazioni hanno qualcosa a che fare con la posizione della Chiesa. Oggi la Chiesa in Bielorussia dice la verità sulla situazione nel Paese, si oppone alla violenza, incoraggia le persone alla solidarietà, all'unità, al consenso, alla pace e al perdono. Forse in questo modo impediamo a qualcuno di attuare alcuni scenari volti alla divisione nella società, allo sviluppo sanguinoso degli eventi. Forse qualcuno sta cercando di utilizzare questa situazione per dividere le persone in base al principio della religione per accusarci di ciò che stiamo cercando di evitare pregando Dio per la pace e l'armonia nella nostra società. Ma noi non soccombiamo a questo "’lavaggio del cervello’ e rimaniamo fedeli ai comandamenti d'amore lasciati da Cristo” .

Il vescovo Kasabutsky ha anche sottolineato che c’è ora “una solidarietà molto forte tra le persone indipendentemente dalla religione. Vengono, chiedono se possono andare in chiesa, anche se non sono cattolici. Siamo sempre felici per loro; siamo aperti a tutti, anche ai non credenti”.