Il Vangelo di questa domenica mette in guardia dal considerare l’accumulo della ricchezza come garanzia di sicurezza e di vita. Chi pensa in questo modo viene qualificato da Gesù con una sola parola “Stolto”. Costruire la propria esistenza su ciò che passa vuol dire cadere nell’inganno. La vita, dunque, non dipende dai beni accumulati, non dipende da ciò che si ha. Il Signore con la parabola di questa domenica ci invita a riempire la nostra vita terrena della vita celeste di Cristo. Egli, infatti, poiché è risorto non passa e vive per sempre, per questo egli solo è la consistenza di tutto e di tutti. La parabola evangelica, dunque, ci insegna a mettere in relazione la vita presente con quella futura. A vivere la nostra esistenza terrena come una tappa non come fosse il traguardo. A non confondere il viaggio come fosse la meta, ignorando o trascurando la vita eterna che è il fine, il traguardo dell’esistenza umana.

Alla luce del brano evangelico diventa comprensibile l’affermazione del libro del Qoelet che appartiene alla prima Lettura: “Tutto è vanità”. Essa ci fa capire che senza la prospettiva della risurrezione del Signore la nostra vita terrena sprofonderebbe in un immenso vuoto privo di ogni prospettiva di salvezza. Ma Cristo è risorto!

Di qui l’invito di san Paolo nella seconda Lettura: “Cercate le cose di lassù…pensate alle cose di lassù”. Con il sacramento del Battesimo siamo divenuti partecipi della vita divina. La nostra vita  terrena è stata riempita della vita celeste di Cristo Gesù. La nostra povera umanità è divenuta santuario dove Dio abita, palpita, ama e si rivela. L’ Eucarestia, poi, a cui partecipiamo ogni domenica è l’irruzione del divino nell'umano, per trasformarlo, per liberarlo dalla vanità e per riempirlo di Cristo, di Colui che ha detto: “Io ho vinto il mondo”. Per questa ragione la morte, che sembra rendere vana e assurda la vita, è in realtà ingresso pieno nella realtà di Dio.

Il mondo di oggi vive nell’inganno perchè fa finta che la morte non ci sia. Chiama eterno il tempo e pretende di costruire tutto su ciò che passa, che è destinato a finire. Costruire su Cristo risorto, invece, vuol dire  ritrovare la consistenza di tutte le cose terrene e una piena conoscenza del mistero dell’esistenza umana.