Advertisement

Dalle diocesi, con la liturgia e la formazione riprendono le attività dei vescovi

Le settimana liturgica, l'insegnamento della religione, le questioni delle "aree interne" e la missione e le migrazioni

Loreto  |  | www.migrantimarche.eu Loreto | | www.migrantimarche.eu

Sono stati giorni ricchi quelli della Settimana Liturgica Nazionale che si è svolta a Cremona e che si è conclusa giovedì scorso sul tema «“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome”.Comunità, liturgie e territori».

Nell’ampio dibattito il tema della pandemia che ancora oggi continua a preoccupare con numeri di contagi e di morti in rialzo. "Il Signore è partito da pochi e a loro ha chiesto di essere fermento. Questa è l’ora in cui ciascuno di noi deve farsi fermento buono in un frangente complesso che siamo tenuti ad abitare portando il seme della speranza e della vita nuova che scaturisce dal Vangelo", ha detto mons. Claudio Maniago, presidente del Cal, il Centro di azione liturgica che promuove la Settimana.

Intorno all’altare tutti devono "sentirsi a casa": compresi "quelli di fuori " o "chi sta ai margini", ha detto il vescovo di Crema, Daniele Gianotti, delegato per la liturgia e la catechesi della Conferenza episcopale lombarda. Alla fine dell’edizione 2021 – la prima svoltasi sia in presenza che in modalità online – mons. Maniago, ha annunciato che la prossima edizione si svolgerà nella diocesi di Salerno-Campagna-Acerno.

Il vescovo, Andrea Ballandi, si è detto “lieto” di ospitare la prossima Settimana Liturgica Nazionale in una città che "nella sua cattedrale custodisce le spoglie dell’apostolo Matteo e un tesoro artistico di importanza eccezionale quali gli avori medievali".

 E ieri la conclusione del Corso di Alta Formazione, promosso dalla Fondazione Migrantes sul tema “Costruire e custodire la casa comune”. Il corso ha visto – come informa il sito www.migrantesonline.it – la partecipazione di 70 persone provenienti da diverse diocesi italiane. La sede del convegno, Loreto, nelle Marche, la regione ecclesiastica scelta dalla Commissione Cei per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes per le celebrazioni nazionali della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 26 settembre. Il tema del corso è stato declinato nei suoi aspetti sociali, culturali ed ecclesiali attinenti le problematiche migratorie attuali. Tra le testimonianze quella del card. Cristobal Lopez Romero, vescovo di Rabat, in Marocco. Il porporato si è collegato on line parlando della sua Chiesa come “la mia sposa”, piccola ma non insignificante realtà in un paese islamico dove i cristiani sono 30 mila su 37 milioni, stranieri, molti europei e moltissimi sub sahariani, studenti e operai, una Chiesa “straniera ma non estranea al Paese, costruttrice di ponti…” come testimoniano le 12 scuole cristiane.  Per il porporato non bisogna definire mai la migrazione un problema, ma un fenomeno, perché il problema vero è la povertà. 

Advertisement

E da lunedì, per due giorni, a Benevento, vescovi di diverse città italiane per discutere di “Aree interne” e per fare rete e gioco di squadra e contribuire al rilancio pastorale e allo sviluppo di queste aree. All’incontro parteciperanno una ventina di vescovi di altrettante diocesi dal Nord al Sud. Sarà un evento “dal carattere prettamente pastorale” con alcuni inevitabili risvolti “di natura sociale e politica” poiché “una questione che è d’interesse civile e di rilevanza nazionale deve trovare posto nell’agenda politica del Paese”, ha affermato l’arcivescovo di Benevento, Felice Accrocca, che ha promosso l’incontro sottolineando che “la morte di una parte del territorio costituisce un danno serio per tutto il Paese”.La “due giorni”, che sarà aperta da mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, vedrà, tra gli altri, anche l’intervento dell’arcivescovo Erio Castellucci, vicepresidente della CEI.

In questa settimana anche una lettera della presidenza dei vescovi italiani con alcune considerazioni sul concorso per gli insegnanti di religione cattolica. Nel registrare “un’apprensione crescente” e “l’inquietudine” di tanti insegnanti di religione (ancora non in ruolo), la Presidenza ribadisce “la vicinanza alle situazioni personali e familiari, come pure il sostegno per una sempre migliore stabilizzazione del rapporto di lavoro”. La Segreteria Generale, si legge nella lettera, ha sempre mantenuto “un buon rapporto istituzionale con i vari Ministri dell’Istruzione che si sono succeduti in questi anni, anche se il Tavolo tecnico sul tema concorsuale, costituito un paio d’anni fa, è ancora sospeso. I vescovi fanno sapere che entro i primi giorni di settembre dovrebbe svolgersi un nuovo incontro che servirà “per elaborare, con il Ministero, un percorso di stabilizzazione che non sia penalizzante per gli insegnanti di religione già in possesso di un’idoneità diocesana che attesta la qualità della preparazione”. Si tratta, infatti, “di guardare soprattutto a quei docenti che, da molti anni, insegnano con impegno e profitto, permettendo di continuare a mantenere elevato il numero di alunni che scelgono liberamente di avvalersi di questa disciplina scolastica”.

Sempre per quanto riguarda iniziative nazionali, che coinvolgono diverse diocesi, sono corso ad Assisi le Giornate nazionali di formazione e spiritualità missionaria sul tema “Missionari di Speranza, testimoni e profeti” promosso dalla Fondazione Missio della Cei e che si è aperto giovedì con una relazione del presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese e presidente della Fondazione Missio, l’arcivescovo di Bari-Bitonto, Giuseppe Satriano.