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Dalle Diocesi, coronavirus le Chiese locali si affidano a Maria

Da nord a sud in ogni diocesi il vescovo affida il suo gregge alla Madonna in un santuario locale

Il vescovo di Treviso davanti alla Il vescovo di Treviso davanti alla " Madona Granda" | | www.lavitadelpopolo.it

Ieri sera in tutto il mondo le immagini di Papa Francesco sul sagrato della basilica di San Pietro con la benedizione eucaristica data  “Urbi et Orbi” per chiedere la fine di questa pandemia. E’ stato “un venerdì di misericordia” anche in Italia dove i vescovi, su invito della Conferenza Episcopale Italiana, si sono recati in un  cimitero della propria diocesi per un momento di raccoglimento, veglia di preghiera e benedizione dei defunti.

Ma ieri e in questi giorni in tante diocesi italiane l’affidamento alla Vergine Maria con la preghiera di “liberarci presto da questa epidemia”. “Al termine della messa di domenica prossima, che celebrerò qui in cattedrale affiderò al Cuore Immacolato di Maria tutta la nostra diocesi, perché è Lei, con il suo sguardo benigno e con il suo cuore materno, ad intercedere presso il Signore per liberarci da questo male che ci avvolge”, ha detto il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. Mercoledì è iniziata anche la Novena alla Madonna delle Grazie “per chiedere la fine della pandemia”, recitata  dalla cattedrale di San Lorenzo: “sempre nei momenti di calamità il santo popolo di Dio – ha sottolineato il cardinale – si è rivolto alla Madre del Signore invocandola come aiuto, patrocinio e conforto. Con questo spirito abbiamo pensato ad una novena proprio per invocare l’aiuto, la protezione e il conforto della Santa Vergine”.

La devozione mariana in Italia è molto viva: ogni anno sono milioni i pellegrini che si recano nei tanti santuari dedicati alla Vergine presenti. Il Papa qualche settimana fa si è recato a pregare nella Basilica di Santa Maria Maggiore davanti all’immagine della Madonna Salus Popoli romani mentre ogni giorno la diocesi di Roma si raccoglie nel santuario del Divino Amore per una celebrazione eucaristica. A Genova il 25 marzo, festa dell’Annunciazione di Maria si ricorda l’anniversario della proclamazione, ad opera del Senato della Repubblica, di Maria Regina della città (1637): l’arcivescovo, il card. Angelo Bagnasco ha pregato dinnanzi all’immagine della Madonna per la città, per l’Italia e per l’Europa recitando una preghiera diffusa per la Novena in comunione con tutti i Vescovi d’Europa per chiedere a Dio aiuto, conforto e salvezza in questo tempo di prova. Affidamento della città e della diocesi anche a Firenze con  il card. Giuseppe Betori e a Milano con mons. Mario Delpini.

Dal Nord al Sud ieri l’affidamento della diocesi e della città di Tropea alla Madonna di Romania, venerata a Tropea. “Stiamo vivendo in quarantena e con sacrificio questa Quaresima, priva delle celebrazioni tradizionali ma nel nostro cuore manteniamo il filiale attaccamento al Signore in attesa che tutto presto finisca per poter respirare a pieni polmoni l’aria della risurrezione”, ha scritto in una lettera il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo che dalla Concattedrale di Tropea a porte chiese si è rivolto alla Madonna e contemporaneamnete ha inviato,  via WhatsApp, un messaggio con la preghiera e l’atto di affidamento alla Madonna di Romania nel giorno in cui si fa memoria del terremoto del 27 marzo 1638. Rimanendo in Calabria, domenica scorsa la Chiesa di Locri-Gerace, Francesco Oliva ha pregato la Madonna, Madre del Divin Pastore, che si venera presso il Santuario di Polsi. “A Gesù ci rivolgiamo come i lebbrosi del suo tempo ‘Abbi pietà di me, Signore, se vuoi tu puoi guarirmi’, confidiamo nel suo benefico tocco  che guariva e ridava fiducia. Tu, o Maria della Montagna di Polsi, accogli le preghiere dell’umile, poni la tua mano su chi soffre e spera nel tuo aiuto, sostieni quanti si prendono cura dei malati e bisognosi,  libera la nostra terra da questo contagio insidioso e  accresci la nostra fede in questa difficile ora”, la preghiera di Oliva. In settimana il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, ha affidato la diocesi e le città di Mazara del Vallo e Marsala ai santi patroni. Mercoledì presso il Santuario della Madonna del Paradiso di Mazara, giovedì presso la chiesa di San Vito a Mare per l’atto di affidamento al santo Patrono di Mazara del Vallo e oggi presso il Santuario della Madonna della Cava di Marsala, per affidare la città alla patrona. In Sardegna, nella diocesi di Sassari,  domenica scorsa la traslazione straordinaria del simulacro della Madonna delle Grazie, dall’abituale santuario in cui è venerata alla Cattedrale di San Nicola su iniziativa del vescovo Gian Franco Saba: “oggi non sono certo le incursioni aeree a far temere per Sassari e il suo territorio, ma una minaccia altrettanto insidiosa legata alla propagazione dell'epidemia che da qualche settimana sta tenendo il mondo con il fiato sospeso”. I sacerdoti si alterneranno in preghiera nella Chiesa cattedrale nel rispetto delle norme.

Una preghiera scritta appositamente per chiedere la  protezione della Madonna di Monte Berico è quella del vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol.  “Tante volte tu ci hai protetto sotto il tuo manto, soprattutto nei momenti più tribolati della nostra storia, a causa di pestilenze, carestie, terremoti e guerre. Rivolgi ora il tuo sguardo misericordioso alla terra vicentina, alla nostra regione, all’Italia e al mondo intero: ascolta ed esaudisci la nostra preghiera!”. E la preghiera di sostegno per “le nostre comunità cristiane smarrite e sofferenti per non avere, in questo periodo, il dono di celebrare insieme l’Eucaristia: nella preghiera personale e familiare, nell’ascolto della Parola di Dio, possano trovare la grazia di “adorare il Padre in spirito e verità” (Gv 4, 23). Dona forza e coraggio ai nostri preti, ai diaconi, ai consacrati e alle consacrate, ai catechisti e animatori, perché sappiano accompagnare i fratelli e le sorelle, con la vicinanza spirituale e con le iniziative favorite da tutti i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione”. Il vescovo conclude che “nel compiere questo atto di affidamento, la nostra Diocesi si impegna, non appena sarà possibile, a realizzare un’opera caritativa a servizio delle persone che arrivano da lontano per assistere ed essere vicini ai propri cari ammalati e hanno bisogno di un luogo in cui poter trovare ospitalità”. Mons. Pizziol ha raggiunto il santuario di Monte Berico per elevare una supplica alla Madre della Misericordia che sul colle apparve durante la peste del 1426.

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Altri vescovi si recheranno nei santuari mariani della propria diocesi nelle prossime settimane “appena possibile, come ha annunciato il vescovo di Saluzzo, Cristiano Bodo, che si recherà nel santuario della Madonna di Valmala per “innalzare un voto perenne” alla Vergine dopo aver consacrato la diocesi al Cuore Immacolato di Maria. Al santuario di Vicoforte si è invece recato il vescovo di Mondovì, Egidio Miragoli per rivolgersi alla Madonna Regina del Monte Regale che è legata alla Chiesa locale da un voto del 1835 in pieno allarme colera. Alla “Madona granda” si è affidato il vescovo di Treviso, Michele Tomasi.

Una catena ininterrotta di preghiera alla Madonna di Montenero, patrona della Toscana, è stata promossa dal vescovo di Livorno, Simone Giusti. La Madonna di Montenero  - ha detto ci ha salvato in tante occasioni nella storia, chiediamo a lei di continuare a farlo anche in questa epidemia”. “Alle braccia misericordiose di Gesù risorto e di Maria, sua e nostra Madre”, i vescovi del Friuli Venezia Giulia (Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia) affidano “i fratelli e le sorelle ai quali il contagio maligno del coronavirus ha tolto la vita fisica”: “riposino in pace i nostri defunti e la preghiera, che noi eleviamo, ottenga loro la purificazione da ogni peccato e la gioia eterna nella comunione dei santi”. “Questo male – scrivono riferendosi ai malati -   oltre che contaminare il vostro corpo, vi costringe a un sofferto e, a volte, angoscioso isolamento dagli affetti più cari. È una pena dell’anima per voi e per i vostri parenti e amici che non possono stare accanto al vostro letto. Anche i nostri sacerdoti non possono raggiungervi portando il conforto spirituale dei sacramenti cristiani”.

Iniziative a livello regionale si sono registrate nelle Marche dove i vescovi si sono uniti in preghiera in collegamento con il santuario di Loreto per affidare alla Madonna, patrona delle Marche, la popolazione in questo momento di pandemia di Coronavirus.

Intanto continua l’impegno della Chiesa in favore dei più colpiti e la vicinanza. Tanti i sacerdoti che hanno perso la vita perché contagiati dal Covid 19. L’ elenco èmolto lungo e che coinvolge diverse diocesi soprattutto nelle provincie più colpite. Nella sola diocesi di Bergamo i sacerdoti scomparsi sono 23 e una ventina quelli ricoverati. In tutto i sacerdoti che hanno perso la vita hanno superato i 70 senza contare i religiosi, le suore e i missionari.

Anche alcuni vescovi sono stati colpiti recentemente. Tra questi il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero le cui condizioni si sono aggravate ed è ricoverato da venerdì scorso all’ospedale Agnelli di Pinerolo. Anche il vescovo emerito, Pier Giorgio Debenardi, oggi missionario in Burkina Faso, è risultato positivo. Altri presuli in Italia sono in quarantena volontaria. A contrarre il virus anche il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni che è tornato a casa dopo il ricovero in ospedale.