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Dalle diocesi, i vescovi si riuniscono in videoconferenza con la vicinanza del Papa

Continua a salire il numero dei sacerdoti vittime del coronavirus

Il Consiglio permanente in videoconferenza |  | www.chiesacattolica.it Il Consiglio permanente in videoconferenza | | www.chiesacattolica.it

In questo momento di pandemia l’esperienza di fede è stata una forza morale che ha permesso di affrontare con nuovo slancio una stagione impensabile ed impensata, hanno detto i vescovi del Consiglio Permanente della Cei che si è riunito, in videoconferenza, giovedì scorso. Una Chiesa attiva nell’interlocuzione con le Istituzioni governative per definire un percorso meno condizionato all’accesso e alle celebrazioni liturgiche per i fedeli in vista della nuova fase che si aprirà dopo il 3 maggio. Ma anche una Chiesa solidale, vicina alla popolazione con la preghiera e con iniziative volte a dare speranza e aiuto concreto.

Molte le iniziative in tutte le diocesi italiane. Un aiuto che non ha fatto mancare Papa Francesco che ha voluto, in tanti modi, essere vicino alle comunità italiane attraverso i vescovi come a Bergamo dove ha donato 60mila euro per l’ospedale Papa Giovanni XXIII, che sta affrontando l’emergenza Coronavirus.

Nella diocesi di Bergamo molti i morti: tra questi anche 25 sacerdoti. “Si tratta di un nuovo segno della sua vicinanza che si aggiunge alla telefonata al vescovo Francesco Beschi in cui manifestava i suoi sentimenti di condivisione del dolore per i numerosi sacerdoti e fedeli defunti a causa del Coronavirus e di prossimità ai malati, a coloro che li curano, alle famiglie, alle parrocchie e a tutta la Comunità bergamasca”. Il presule ha subito trasmesso al direttore generale dell’ospedale il dono del Papa che sarà utilizzato per le necessità urgenti. A Bergamo il vescovo ha anche ringraziato, in una lettera, i sacerdoti per il loro servizio e ha chiesto loro di offrire tre mensilità. “Mentre la pandemia manifesta qualche indizio di rallentamento, vediamo profilarsi problemi sociali ed economici enormi”, ha scritto Beschi: “tutto prospetta sfide impressionanti e molto impegnative. Già al tempo della crisi economico-finanzaria – in occasione della canonizzazione di Papa Giovanni – avevo proposto di offrire una nostra mensilità a favore delle famiglie, dei disoccupati e dei poveri. Oggi la crisi che si prospetta non è minore. La diocesi sta lavorando al progetto di un fondo di solidarietà che testimoni la prossimità della Chiesa in tutte le sue articolazioni, particolarmente nei confronti della famiglia, del mondo del lavoro, delle nostre istituzioni educative e assistenziali e dei poveri. Propongo di rinunciare a tre nostre mensilità: è un sacrificio forte. Mi sembra importante che come abbiamo rappresentato la nostra vicinanza a tutti in queste settimane, lo facciamo con un gesto significativo, perché molto esigente, anche per il prossimo futuro”.  

Ieri  a Perugia, davanti all’arcivescovado, è arrivato un automezzo dell’Elemosineria Apostolica con a bordo un ingente quantitativo di materiale sanitario da distribuire alle Residenze protette per anziani del territorio perugino. Si tratta di tute, mascherine, guanti e copri scarpe monouso per il fabbisogno di queste residenze nel tempo del coronavirus. A ricevere il materiale, donato da papa Francesco su segnalazione del card. Gualtiero Bassetti, è stato il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, Marco Salvi. “Il Papa, attraverso il suo elemosiniere, il card. Konrad Krajewski – ha commentato il presule – ha voluto donare questi oggetti molto utili e richiesti dalle strutture per l’accoglienza e la cura delle persone anziane e in gravi difficoltà, convinto - come lo stesso Santo Padre ci ricorda - che ‘i depositi vaticani devono essere sempre vuoti’”. Il  cardinale Bassetti ha contattato personalmente al telefono il titolare della Elemosineria Apostolica, il card. Krajewski, per manifestargli “la sua gratitudine” e per far giungere a Papa Francesco “il suo vivo ringraziamento”.

Il papa si è fatto vicino anche alla diocesi calabrese di Locri-Gerace. Qui, attraverso il suo elemosiniere, ha inviato 4 mila mascherine, 400 tute dotate di altrettanti occhiali di protezione e due respiratori per il locale nosocomio. Il materiale è stato inviato al vescovo, Francesco Oliva,  che lo ha consegnato al Direttore sanitario e agli altri responsabili per l’emergenza coronavirus dell’ospedale.  “Grazie papa Francesco per questa sorpresa pasquale. Grazie per questo dono speciale per il nostro ospedale”, ha detto Oliva  sottolineando che si tratta di “un dono spontaneo che proviene dal suo cuore di padre, che guarda a tutti ed ha un’attenzione particolare verso quelli più in difficoltà”. Anche i sacerdoti della diocesi della Locride hanno donato del materiale sanitario all’ospedale.

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Papa Francesco ha inviato materiale sanitario e un respiratore anche all’Ospedale Regina Apostolorum delle Suore Figlie di San Paolo di Albano Laziale,  recentemente convertito in Centro per malati Covid-19, tramite il vescovo di Albano, Marcello Semeraro. Il Papa, con tale gesto di attenzione nei riguardi dell’Ospedale ha inteso “significare alla direzione, a tutto il Personale e in particolare a quanti soffrono per la malattia che Lui è vicino a ciascuno di loro con la preghiera”. Nell’esprimere al pontefice la gratitudine sua e dell’intero Ospedale, il vescovo di Albano ha pure ringraziato l’Elemosineria Apostolica che, nella persona del cardinale Krajewski, si è fatta tramite del dono del Papa. Nella diocesi laziale, per offrire un nuovo e concreto aiuto alle famiglie e alle persone in difficoltà economica, a causa dell’emergenza sanitaria , è stato istituito il fondo speciale “ConDividiamo. Per le famiglie in difficoltà”. Tale fondo servirà per l’acquisto di beni di prima necessità, ma anche – a emergenza finita – per il sostegno al lavoro di molte famiglie e per la ripresa di attività, oggi in grave sofferenza.

“Con cuore paterno e premuroso” Papa Francesco ha pensato anche a Napoli, “testimoniando vicinanza e condivisione” – come si legge sul sito della diocesi -  all’Ospedale Cotugno, ai medici e infermieri “generosamente” impegnati, a tutto il personale, alla Dirigenza, a quanti sono in angoscia per il coronavirus, agli ammalati ricoverati, nonché ai contagiati e a tutte le famiglie. Il Papa ha incaricato il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo del capoluogo campano, di consegnare al Direttore Generale degli Ospedali Cotugno, due ventilatori polmonari, dispositivi sanitari (tutte, mascherine…) per medici e infermieri e  uova pasquali. Il porporato “si è fatto interprete della profonda vicinanza del Pontefice, delle sue preghiere e del suo affetto, esprimendo sentimenti di grande ammirazione, stima e apprezzamento a tutto il personale sanitario per lo straordinario e instancabile lavoro che si sta facendo per assistere e curare le tante persone ammalate, riscuotendo il plauso di tutta l’Italia”.

Ma il Papa si è fatto vicino alle diocesi italiane in tanti altri modi. In settimana ha chiamato l’arcivescovo di Camerino-Santa Severino, Francesco Massara, per chiedere della situazione dei terremotati. “Come stanno i miei terremotati e qual è la situazione negli ospedali?”, è stata la domanda del papa che si è voluto informare della situazione sul territorio durante i giorni dell'emergenza sanitaria. Il presule, dopo aver ringraziato il papa, ha detto che “la pandemia rappresenta per noi un secondo terremoto ma credo che si debba guardare anche alle cose positive: alla grande solidarietà, allo stare vicini e uniti, alla condivisione delle sofferenze che ci aiuteranno a trovare la forza per risorgere”.

E ancora la telefonata, ieri pomeriggio, al vescovo di Pinerolo, Derio Olivero. “Mi ha telefonato proprio ora il Papa. Questa è una bella notizia per la nostra piccola Diocesi. Ho parlato al Papa molto bene del nostro ospedale”, ha scritto dal nosocomio, dove è ricoverato perché positivo al covid 19, al vicario generale della diocesi di Pinerolo, Gustavo Bertea. Una notizia positiva per il vescovo piemontese che prosegue il suo cammino di guarigione, in attesa dell’esito del tampone cui sarà sottoposto lunedì. Ricordiamo che mons. Olivero  è stato ricoverato in rianimazione a causa del virus ed è uscito questa settimana.

 

 

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