Advertisement

Dalle diocesi, l'impegno delle comunità perché sia un Avvento di fraternità

I progetti nazionali e internazionali per sostenere chi vive la guerra e la povertà

Il manifesto della diocesi di Gaeta  |  | Diocesi di Gaeta Il manifesto della diocesi di Gaeta | | Diocesi di Gaeta

Domani celebriamo la terza domenica di Avvento. Siamo a metà del percorso che porterà alla “visita” tra noi del Salvatore e per tanti si sente ancora più forte la solitudine a causa, spesso, della povertà. Nelle settimane scorse la Caritas Italiana, presentando il Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole” ha evidenziato come non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, acuite dai disastrosi effetti della pandemia, ancora in corso, e dalle ripercussioni della vicina guerra in Ucraina. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini.

Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di persone che oscillano tra il dentro e fuori dallo stato di bisogno. Il 23,6% di quanti si rivolgono ai Centri di Ascolto Caritas sono lavoratori poveri. Allarme lanciato anche dalla Comunità di Sant’Egidio nei giorni scorsi  evidenziando che da prima della pandemia “i nostri centri distribuzione si sono moltiplicati, sono stati dati 600mila pacchi alimentari in tutta Italia, tre volte in più di prima. Oltre 1 milione di pasti di cui 500mila serviti nelle mense con un numero raddoppiato rispetto ad anni precedenti, 650mila pasti sono stati distribuiti nei pasti itineranti”.  

Dati che evidenziano una maggiore domanda di solidarietà. E saranno tante le persone che anche quest’anno saranno invitate al Pranzo di Natale che la comunità promuove, da 40 anni, in tante città in Italia  e nel mondo. Nelle nostre diocesi l’Avvento di fraternità con tante iniziative che invitano alla solidarietà ma anche alla riflessione sulle cause che determinano la povertà.  Nella diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela una proposta che mette al centro la dignità dell’avere una casa, condizione centrale di vita, soprattutto per le famiglie, che restano tra le priorità pastorali messe al centro della recente lettera pastorale dell’arcivescovo Giovanni Accolla. “Consapevole dell’aiuto che già le comunità parrocchiali offrono alle famiglie in difficoltà abitativa, si propone, nello stile della condivisione – spiega una nota -  di realizzare una raccolta di fondi per continuare a sostenere quanti vivono nelle stesse condizioni”.

A Bologna domani, in tutte le chiese, raccolte che saranno devolute alle comunità che aderiscono al Piano freddo” proposto dall’Asp Città di Bologna in collaborazione con il Consorzio “L’Arcolaio”. Quest’anno hanno aderito all’iniziativa 7 parrocchie. Anche quest’anno – afferma don Massimo Ruggiano, Vicario episcopale per la Carità – il freddo è arrivato per misurare la temperatura della nostra capacità di accoglienza anche attraverso il Piano Freddo proposto assieme al Comune di Bologna. Quest’anno hanno risposto 7 comunità parrocchiali e la ‘Capanna di Betlemme’ per accogliere, dall’1 dicembre al 31 gennaio, persone che altrimenti sarebbero costrette a dormire fuori, all’addiaccio. Per questo motivo pensiamo di orientare ciò che raccoglieremo nelle celebrazioni eucaristiche per sostenere le spese delle parrocchie che accoglieranno le persone che vivono in strada. Così ci sarà calore per tutti, per chi altrimenti patirebbe freddo costretto a star fuori, per coloro che si scaldano attraverso il calore dell’accoglienza e per coloro che donano con un’offerta, raccolte nelle comunità parrocchiali che sostengono questa iniziativa”.

Nella diocesi di Gaeta domenica occasione per sostenere un progetto internazionale, come segno di vicinanza e amicizia con la Chiesa nel mondo dal titolo “Si rallegri il deserto” e che vuole continuare a sostenere i bambini orfani del Centro di Accoglienza, Assistenza ed Educazione “Sant’Agostino”, fondato nel 2007 in Benin dalle Suore di Sant’Agostino. A Cremona “Una cesta di bontà” per Salvador de Bahia. Ogni anno – spiega la diocesi lombarda - la Chiesa cremonese si prepara al Natale con un gesto di solidarietà a favore di quanti vivono situazioni di particolare necessità: se in Quaresima tradizionalmente l’attenzione è rivolta alla realtà locale, in Avvento la mano “si tende sempre a qualche altra parte del mondo”.

Advertisement

Il progetto individuato quest’anno, in sinergia con l’Ufficio missionario diocesano, guarda a Salvador de Bahia, realtà brasiliana che da anni vede la presenza come parroco della parrocchia di Gesù Cristo Risorto di un sacerdote fidei donum cremonese (prima don Emilio Bellani e oggi don Davide Ferretti) e che può contare su tanti cremonesi che nei diversi periodi dell’anno si alternano per esperienze di servizio e volontariato nel contesto del progetto “Bahia”. Il progetto permetterà di aiutare la parrocchia brasiliana a garantire ai più poveri della favela la cosiddetta “cesta basica”, il corrispettivo dei pacchi alimentari che sul territorio diocesano la rete delle Caritas e delle San Vincenzo garantisce alla famiglie in difficoltà. Così sostenendo con il proprio contributo “Una cesta di bontà” si farà arrivare una spesa alimentare a chi non potrebbe permettersela.

Questa settimana anche il discorso alla città di alcuni vescovi come a Napoli dove il presule, Mimmo Battaglia ha ricordato i tanti problemi della città: “Napoli quante battaglie hai affrontato e affronti ogni giorno ma non lo fai mai con gli occhi tristi e il viso spento; lo fai invece con una decisa allegria, con una gioia radicata nel cuore, con quell’audace entusiasmo sostenuto dalla speranza e rafforzato dalla certezza di non essere soli, di essere comunità, di essere popolo. Si, il popolo napoletano è gioia, e la sua gioia si alimenta nella scelta quotidiana di camminare insieme, di tenersi la mano, di non andare soli, perché soli si perde sempre sul lungo termine ma insieme, anche se forse è più faticoso, si vince sempre. E tu Napoli nella storia questo lo hai dimostrato tante volte e sono certo che anche oggi, in questo tempo complesso e difficile, lo dimostrerai, vincendo con il bene ogni male, con la medicina del tuo amore ogni ferita sanguinante”. 

E anche a Milano il discorso alla città in occasione della festa di Sant’Ambrogio. “Il linguaggio di Milano e di questa nostra terra è la fierezza di poter affrontare le sfide, è la generosità nell’accogliere e nel condividere, è la saggezza pensosa che di fronte alle domande cerca le risposte, è la franchezza nell’approvare e nel dissentire, è la compassione che non si accontenta di elemosine ma crea soluzioni, stimola a darsi da fare, inventa e mantiene istituzioni per farsi carico dei più fragili”, ha detto l’arcivescovo Mario Delpini che confessa che trova “sempre più insopportabile il malumore. Trovo irragionevole il lamento. Trovo irrespirabile l’aria inquinata di frenesia e di aggressività, di suscettibilità e risentimento”.

E per la festa di San Nicola l’arcivescovo di Bari, Giuseppe Satriano ha ricordato che San Nicola, “Maestro e pastore”  è ancora oggi “per noi e per tutta la cristianità, in particolare per i fratelli d’oriente, quel ponte tra cielo e terra a cui consegnarsi nei momenti difficili e di grande disperazione. Egli è l’immagine vera del pastore buono, sempre pronto a farsi carico di chi è nella difficoltà e nella fatica del vivere. Autentico intercessore, il nostro grande santo si conformò e si unì alla preghiera di Gesù, che intercede presso il Padre per tutti gli uomini, in particolare per i peccatori e anche per i nemici”. Non mancheranno, nei prossimi giorni, gli incontri dei presuli con le amministrazioni locali.

Domani a Vicenza l’ordinazione episcopale e l’inizio del ministero pastorale del vescovo Giuliano Brugnotto. A presiedere l’ordinazione il card. Pietro Parolin, segretario di Stato.