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Diocesi di Roma: a Santa Sofia la preghiera per l’Ucraina

Promossa dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, la celebrazione dei Vespri si terrà domani alle ore 18 nella basilica su via Boccea.

Santa Sofia a Roma |  | AG / ACI stampa Santa Sofia a Roma | | AG / ACI stampa

La diocesi di Roma risponde prontamente all appello di Papa Francesco di pregare per l’Ucraina: domani, infatti, nella data indicata dal Santo Padre, si terrà la preghiera dei Vespri nella chiesa di Santa Sofia (via Boccea, 478) alle ore 18.

Interverranno il vescovo BENONI AMBARUS, delegato diocesano per la carità, per la pastorale dei rom e dei sinti e per i migranti; il direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano monsignor PIERPAOLO FELICOLO; il rettore della basilica di Santa Sofia don MARCO JAROSLAV SEMEHEN.

Promossa dall’Ufficio Migrantes diocesano, la veglia vedrà la partecipazione dei cappellani e dei referenti delle diverse comunità etniche; seguirà un momento di adorazione eucaristica.

La comunità greco-cattolica ucraina a Roma si ritrova abitualmente in due luoghi di culto principali: la sede della missione con cura d’anime dei Santi Sergio e Bacco e la basilica minore di Santa Sofia. “Abbiamo scelto quest’ultima perché più grande – precisa il vescovo AMBARUS –. Si tratta di una comunità formata soprattutto da donne, che lavorano come badanti, che hanno le loro famiglie, i mariti e i figli in Ucraina, e sono tutti terrorizzati da quello che sta accadendo ai loro confini, senza considerare la situazione di guerra del Donbass che va avanti già da diversi anni. Compiamo così un gesto di vicinanza spirituale alla comunità ucraina presente a Roma, come segno di vicinanza a tutto il popolo ucraino. Il nostro grido a Dio e a tutti è per la pace. Ogni guerra è una sconfitta per tutti”.

Il vescovo lancia anche un invito a tutte le comunità cristiane di Roma, affinché “durante le diverse celebrazioni di mercoledì 26 facciano una preghiera per l’Ucraina”.

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Mentre monsignor FELICOLO dichiara: “Desideriamo essere vicini al popolo. A Roma la presenza della comunità ucraina si sente, è viva e vivace, tocchiamo con mano la loro ansia e la loro preoccupazione per questa situazione che dura da tempo. Questa sollecitazione di Papa ci invita ancora una volta a riunirci in preghiera".