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Discernimento e silenzio nella mistica ignaziana

Il fondatore della Compagnia di Gesù scrisse gli Esercizi spirituali nel silenzio e nella preghiera al Padre

Sant'Ignazio di Loyola |  | pubblico dominio Sant'Ignazio di Loyola | | pubblico dominio

Sant'Ignazio di Loyola, dopo un periodo di convalescenza, per riprendersi dalla ferita ad una gamba, durante l'assedio di Pamplona, vive un periodo di forte unione con la fede.

Partito dalla sua casa alla ricerca della volontà di Dio, nel silenzio della grotta di Manresa scrive gli Esercizi Sprituali. Nell'assenza delle voci del mondo, coglie la voce del Padre per il suo domani.

Da quel giorno del 1522 la sua esistenza muta direzione orientandosi, esclusivamente, verso Dio e quei progetti di gioia che ne illumineranno il percorso spirituale ed umano.

Fondatore della Compagnia di Gesù e uomo attento agli altri, la sua spiritualità è solida, poggiando le proprie basi sulla ricerca della maggior gloria di Dio e sulla vicinanza agli uomini in difficoltà.

In questo cammino, il silenzio ha una grandissima importanza.

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Nelle Note al testo degli Esercizi Spirituali, il santo consiglia, per la buona riuscita degli stessi, di abitare un luogo appartato che consenta di sviluppare la tranquillità e la riflessione personale.

Preghiera e silenzio sono sinonimi di quel raccoglimento, indispensabile per una buona scelta.

Ciò consente di metter in luce, mediante le Regole sul discernimento, il senso della propria vita indirizzata verso quelle decisioni che conducono ad una presa di coscienza sul domani.

Nella nota 20 al testo si scopre che ”chi sta così appartato, non avendo la mente distratta da molte cose, ma ponendo tutta l'attenzione in una sola, cioè nel servire il Creatore e nel giovare alla propria anima, può impegnare più liberamente le sue facoltà naturali per cercare con diligenza quello che tanto desidera. Quanto più un'anima si trova sola e appartata, tanto più diventa capace di avvicinarsi e di unirsi al suo Creatore e Signore; e quanto più gli si unisce, tanto più si dispone a ricevere grazie e doni dalla somma e divina bontà”.

Generalmente per favorire ciò, gli Esercizi spirituali sono fatti in apposite strutture, ma possono esser vissuti, con autonomi tempi e spazi, anche nella vita quotidiana.

Il silenzio, richiesto dal santo, è indirizzato all'ascolto della voce di Dio nella propria vita.

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Questo è prodromico ed essenziale ad una scelta, in quanto non è assenza di qualcosa, ma attenzione alla presenza del Cristo, nella vita di chi si è posto alla scuola del santo. Ciò deve condurre la persona ad avere un colloquio personale, con il Signore e parlargli come si conversa con un amico.

Il santo vuole rendere ricca e felice l'esistenza di chi si affida alla cura della sua anima, tanto da mettere al centro della vita cristiana, l'incontro con il Signore che cambia la vita dell'uomo.

Dalla Spagna alla Città eterna, il procedere del Pellegrino, come è chiamato nell'autobiografia, è  accompagnato dalla presenza del Padre e da quello stato di raccoglimento, che si fa silenzio alle tante voci che abitano la realtà.

Amore al Padre e forte spirito di preghiera sono i costanti amici di Ignazio di Loyola, nel corso di quell'esistenza, spesa sempre e tutta, alla ricerca della maggior gloria di Dio, nel quotidiano svolgersi del proprio giorno.