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Dopo il coro Patriarcale di Georgia in Sistina. “Il nostro rapporto è unico”

Il ministro della Cultura di Tbilisi ricapitola con ACI Stampa le tappe importanti della visita del Coro Patriarcale Georgiano in Vaticano. Segno di una collaborazione tra gli Stati “unica”

Coro Patriarcale Cappella Sistina | Il canto dell'Ave Maria da parte del Coro Patriarcale di Georgia e il coro della Cappella Sistina, 26 giugno 2022 | Twitter Coro Patriarcale Cappella Sistina | Il canto dell'Ave Maria da parte del Coro Patriarcale di Georgia e il coro della Cappella Sistina, 26 giugno 2022 | Twitter

"Non solo la relazione con la Santa Sede è importante, ma è unica”. Thea Tsulukiani, il Vice Primo Ministro di Georgia, nonché ministro della Cultura, dello Sport e della gioventù, parla con ACI Stampa al termine di quattro intensi giorni in Vaticano: il 26 giugno, il Coro Patriarcale di Georgia si è esibito in Cappella Sistina, in un evento raro e dal profondo significato ecumenico; il 29 giugno, al termine della celebrazione per i Santi Pietro e Paolo, lo stesso coro ha eseguito l’Ave Maria composta dal Patriarca di Georgia Ilia II, che è anche un valente musicista e compositore Nel frattempo, la delegazione del ministero della Cultura ha avuto diversi incontri in Vaticano, anche per implementare i protocolli di intesa su cultura ed educazione che furono siglati dalla presidente Salomé Zourabishvili quando venne in udienza da Papa Francesco il 18 giugno 2021.

Ministro, quale è stato lo scopo principale della sua visita in Vaticano?

Lo scopo principale della visita è stato rappresentato dai due eventi del 26 e 29 giugno. L’evento del 26 giugno, con l’esibizione in Cappella Sistina, è stato davvero simbolico. Il Patriarca Ilia era stato invitato in Vaticano nel 2020 a celebrare il quarantesimo della sua prima visita, avvenuta nel 1980. A causa della pandemia, questo viaggio non ha potuto avere luogo. Si è pensato allora ad un evento simbolico, con l’invio del Coro Patriarcale, e il ministero della Cultura è stato incaricato di organizzare questo evento, insieme all’ambasciata di Georgia presso la Santa Sede e alla nunziatura apostolica in Georgia. Il 27 invece abbiamo partecipato all’evento organizzato dalla nostra ambasciata presso il Palazzo della Cancelleria per celebrare i 30 anni degli rapporti diplomatici tra la Georgia è la Santa Sede, affiancato dalla mostra "Le pagine europee della Georgia" e con l’esibizione musicale dello stesso coro. Posso dire che è stata una visita di successo.

La presidente Zourabishvili firmò due protocolli di intesa, su cultura ed educazione. Come sta andando l’implementazione di quei protocolli?

Ci siamo incontrati con il Cardinale Gianfranco Ravasi, che da presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura è firmatario del protocollo di intesa, e con sua eminenza abbiamo discusso come andare avanti. Questo tipo di impegni su larga scala può avere successo solo se entrambe le parti lavorano insieme. Abbiamo definito un numero di progetti che possiamo fare insieme, dalla valorizzazione dell’opera alla protezione dell’eredità culturale. Abbiamo avuto una ottima cooperazione con il nunzio, che ha aiutato nella traduzione di un libretto di una opera di Zacharia Paliashvili, uno dei “padri” della musica classica georgiana, che era cattolico. L’opera è ‘’Abesalom ed Eteri’’ e la metteremo in scena in italiano nel teatro dell’Opera di Tbilisi. È un progetto cui stiamo lavorando.

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Siete coinvolti in qualche modo nel Global Compact per l’Educazione, il progetto lanciato da Papa Francesco per sviluppare un nuovo patto educativo per le nuove generazioni?

Con il ministero dell’Educazione, stiamo lavorando per rendere la cultura ancora più accessibile. Le mostre, per come le concepiamo, non devono essere solo mostre, devono essere momenti educativi. In questo senso, abbiamo anche dei progetti con i Musei Vaticani. Il direttore dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, è stata molto generosa con noi e molto aperta.

Ha menzionato i Musei vaticani. Come parte della sua visita c’è stata anche una visita ai laboratori dei Musei. Come è andata?

Prima di tutto, voglio sottolineare che sono rimasta colpita dalla gentilezza e dall’accoglienza che abbiamo ricevuto. Gestiamo diversi musei, sappiamo quanto sia difficile gestire una visita di alto livello, e i Musei hanno fatto tutto con grande generosità.
La visita ai laboratori è stata impressionante, perché la qualità del lavoro fatto ai Musei vaticani è incredibilmente alta. In Georgia, la priorità numero 1 è la conservazione dei dipinti del monastero Gelati a Kutaisi, che è simbolo dell’unità georgiana. Per questo, mettiamo in campo una collaborazione con restauratori di ogni parte del mondo, e in questo si inseriva anche questa visita. C’è sempre bisogno di nuove tecniche, di utilizzare nuovi materiali, che diventano velocemente obsoleti.

Quanto è importante la relazione con la Santa Sede?

La relazione con la Santa Sede non è solo importante, ma unica, perché la Georgia è una nazione ortodossa con una grande storia cristiana. Perché questa partnership si sviluppi, non c’è solo la partecipazione dello Stato, anche la Chiesa è attore principale. Per questo, nella mia delegazione c’è un rappresentante della Chiesa di Georgia. Questa partnership è diventata una tradizione, che va di pari passo con il dialogo tra le Chiese. È una tradizione che sicuramente ha più di 30 anni e risale a due millenni di amicizia.

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