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Dopo il Papa a Ginevra, un nuovo sviluppo delle relazioni ecumeniche?

Comitato Congiunto Chiesa - WCC | Un momento di dialogo tra i membri del Comitato Congiunto Chiesa Cattolica - WCC, che si è riunito dal 3 al 7 settembre. Sulla sinistra, si riconosce il vescovo Brian Farrell, Segretario del Pontificio Consiglio per la Promzione dell'Unità dei Cristiani | WCC Comitato Congiunto Chiesa - WCC | Un momento di dialogo tra i membri del Comitato Congiunto Chiesa Cattolica - WCC, che si è riunito dal 3 al 7 settembre. Sulla sinistra, si riconosce il vescovo Brian Farrell, Segretario del Pontificio Consiglio per la Promzione dell'Unità dei Cristiani | WCC

Un nuovo “momento” ecumenico, a seguito della visita di Papa Francesco al Consiglio Ecumenico delle Chiese del 21 giugno 2018 e alle celebrazioni del Cinquecentenario della Riforma Protestante, cui hanno partecipato anche cattolici. È questo che vedono i membri del Comitato Congiunto tra Consiglio Ecumenico delle Chiese e Chiesa Cattolica.

L’incontro ha avuto luogo dal 3 al 7 settembre, nella cittadina di Ottmaring, vicino Augsburg, in Germania, nel centro dei Focolari dove il movimento lanciò un documento che invitava a imparare a pensare “ecumenicamente”. E il tema del pensare ecumenicamente è al centro dei lavori della commissione congiunta, impegnata a raccogliere l’invito di Papa Francesco a camminare insieme, pregare insieme e lavorare insieme.

Co-moderatori dell’incontro erano il Metropolita Nifon di Targoviste della Chiesa Ortodossa Romena e l’arcivescovo Diarmuid Martin di Dublino. Le riflessioni sulle commemorazioni della Riforma sono state svolte dal vescovo Heinrich Bedford-Strohm, presidente del Consiglio della Chiesa Luterana in Germania, mentre il reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ha parlato della visita di Papa Francesco a Ginevra.

Il nuovo “momento” del dialogo ecumenico è stato sviluppato dal vescovo Brian Farrell, Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, e dal professore Ioan Sauca, vice segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che hanno riportato della crescente collaborazione in “temi vitali di comune preoccupazione”.

La collaborazione riguarda, ovviamente, il campo dottrinale e morale, ma anche questioni più pratiche, come la missionarietà, l’educazione, il dialogo con le altre religioni, ma anche l’impegno comune nell’affrontare il cambiamento climatico e nella costruzione della pace. In particolare, è stato annunciato che ci sarà un pellegrinaggio per la “giustizia climatica” che avrà luogo da Assisi a Katowice, dove si terrà la prossima Conferenza per il Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite.

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Ci sono due documenti congiunti in lavorazione.

Uno riguarda la costruzione della pace in situazione di conflitti e violenza, e considera l’impatto delle religioni nella risoluzione dei conflitti, mettendo in luce come i cristiani siano chiamati a lavorare insieme nel costruire la pace, con un particolare impegno nel dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale.

Per quanto riguarda il documento sulle migrazioni, tema cruciale in vista della presentazione dei due accordi globali su migrazioni e rifugiati, il comitato congiunto ha enfatizzato l’impegno ecumenico nella cura dei migranti e in particolare dei rifugiati. D’altronde, un impegno ecumenico di testimonianza comune era stato sottolineato nel documento congiunto che Papa Francesco aveva firmato a Lund il 31 ottobre 2016 insieme al vescovo Yunan, presidente della Lutheran World Federation, durante il viaggio di Papa Francesco per commemorare la Riforma.

Sul tema delle migrazioni, si è deciso di delineare un documento che dia raccomandazioni pastorali e pratiche per sviluppare la cooperazione ecumenica.

La prossima iniziativa prevista è una conferenza internazionale su xenofobia, razzismo e nazionalismo populista nel contesto delle migrazioni, che si terrà a Roma dal 18 al 20 settembre e sarà co-sponsorizzata dal Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

 

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Nel 2025 sarà celebrato il 1700esimo anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea, e per questo il gruppo di lavoro ha anche riflettuto sul significato ecumenico di confessare la Fede con il Credo Niceno-Costantinopolitano in un panorama ecclesiale in rapido cambiamento.

L’incontro è terminato il 7 settembre ad Augsburg, città che ha memorie della divisione e della riconciliazione delle Chiese, e dove quasi 20 anni fa è stata firmata la Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione.

Il Gruppo di Lavoro congiunto fu stabilito nel 1965 come un organo consultivo per migliorare le relazioni tra la chiesa Cattolica e il Consiglio Ecumenico delle Chiese. La Santa Sede non è mai diventato membro del Consiglio, sebbene ne abbia seguito con interesse e cooperazione gli sviluppi.