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Ecumenismo, devozione mariana, martiri: i tre giorni di Papa Francesco in Romania

Cattedrale di San Giuseppe, Bucarest | La cattedrale cattolica di San Giuseppe a Bucarest, dove Papa Francesco celebrerà messa la sera del 31 maggio 2019 | AG / ACI Stampa Cattedrale di San Giuseppe, Bucarest | La cattedrale cattolica di San Giuseppe a Bucarest, dove Papa Francesco celebrerà messa la sera del 31 maggio 2019 | AG / ACI Stampa

Il Padre Nostro recitato insieme al Patriarca Daniel davanti la nuova – e ancora incompiuta – cattedrale ortodossa di Bucarest; la Messa nel santuario mariano di Sumuleu Ciuc, dove si aspettano almeno 700 mila persone; la Divina Liturgia in cui saranno beatificati i sette vescovi greco cattolici martiri del comunismo: sono i tre momenti focali del viaggio di Papa Francesco in Romania.

Il programma del viaggio è stato pubblicato oggi, e saranno tre giorni intensi nel “Giardino della Madre di Dio”, e con il motto “Sa mergem impreuna”, camminiamo insieme. Un viaggio che va idealmente a completare quello di San Giovanni Paolo II nel 1999, che fu solo a Bucarest per una serie di ragioni. E il segno della continuità con il Papa polacco è data anche dalla presenza di Papa Francesco davanti la nuova cattedrale ortodossa, che sorge dietro il mastodontico Parlamento che è il secondo edificio governativo più grande del mondo. Perché fu proprio San Giovanni Paolo II a fare la prima donazione per costruire la cattedrale.

Andiamo per ordine. Papa Francesco arriverà a Bucarest il 31 maggio. La mattina, cerimonia di benvenuto, incontro con il presidente e il primo ministro e discorso alle autorità e al corpo diplomatico nel Palazzo Presidenziale di Cotroceni.

Quindi, nel pomeriggio, Papa Francesco incontrerà il Patriarca Ortodosso Daniel nel Palazzo del Patriarcato, e poi parlerà con il Sinodo Permanente della Chiesa Ortodossa Rumena. Da lì, si dirigerà verso la nuova cattedrale ortodossa, e dirà insieme al Patriarca la preghiera del Padre Nostro.

Quindi, andrà nella cattedrale cattolica di Bucarest, dedicata a San Giuseppe. E qui celebrerà una Messa, dando così una opportunità alla comunità di rito latino di partecipare ad una Messa con il Santo Padre. La cattedrale non è grandissima, vi possono entrare circa 1700 persone, ma quello della Messa era un momento molto atteso dalla comunità cattolica della capitale.

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L’1 giugno è il giorno più intenso. Papa Francesco va a Sumuleu Ciuc, dove celebrerà messa al santuario mariano. Lì sono i fedeli cattolici di origine unghere, il santuario ha il nome magiaro di Csiksomlyo ed è nato nel 1510, con la venerazione di una grande statua della Madonna, raffigurata come una regina, su un luogo dove i frati francescani si erano stabilita già da un secolo. La chiesa attuale risale al 19esimo secolo, ed è stato luogo di continui pellegrinaggi, anche sotto il regime comunista. Per la festa del Santuario, che si celebra la viglia di Pentecoste, arrivano mediamente 350 mila persone. È il più grande raduno cattolico di Romania. Le prime registrazioni fanno pensare ad una cifra raddoppiata per la Messa con il Santo Padre, con molti fedeli provenienti anche dall’Ungheria.

La sera, il Papa sarà a Iasi, dove, prima visterà la cattedrale di Santa Maria Regina, terrà un incontro mariano con la gioventù e con le famiglie davanti al Palazzo della cultura. La visita a Iasi è l’omaggio all’unica zona della Romania a maggioranza cattolica con rito latino.

Il 2 giugno, Papa Francesco sarà a Blaj. La città è di circa 20 mila abitanti, ma è di straordinaria importanza perché centro del mondo greco-cattolico romeno. Lì c’è la Bibbia di Blaj, la seconda Bibbia in lingua romena della storia, scritta in caratteri cirillici, la cui traduzione ha fatto scuola anche per le traduzioni ortodosse E lì c’è una comunità di rito bizantino che non ha mai messo in discussione la sua unità con Roma, tanto che è anche per questo motivo che la città è chiamata la piccola Roma. Molti i martiri durante il comunismo, e in particolare sette vescovi greco cattolici di cui è stato recentemente riconosciuto il martirio. Papa Francesco li beatificherà nella Divina Liturgia che presiederà, celebrando così in rito bizantino. Papa Francesco conosce il rito, perché quando era giovane seminarista serviva messa al sacerdote greco-cattolico ucraino padre Chmil, che era in Argentina. Non è la prima volta che un Papa celebra nel rito bizantino. San Giovanni Paolo II, per esempio, celebrò in rito bizantino-ruteno nel 1996, in occasione del 350esimo anniversario dell’unione di Uzhorod.

Prima di partire da Blaj, il Papa incontrerà la comunità rom, e poi tornerà in elicottero a Sibiu, da dove ripartirà per Roma.