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Finanze vaticane, le attività finanziarie della Santa Sede competenza esclusiva dello IOR

Con un rescriptum, Papa Francesco stabilisce che tutte le istituzioni della Santa Sede che hanno liquidità e attività finanziarie lo devono fare solo passando attraverso lo IOR

IOR | Il Torrione Niccolo V, sede dello IOR | AG / ACI Group IOR | Il Torrione Niccolo V, sede dello IOR | AG / ACI Group

Entro trenta giorni dall’1 settembre 2022, tutte le risorse finanziarie della Santa Sede e di istituzioni collegate con la Santa Sede devono essere trasferite all’Istituto delle Opere di Religione, che è da considerarsi l’unico ed esclusivo ente intitolato ad attività di gestione patrimoniale e depositario de patrimonio mobiliare della Santa Sede e delle istituzioni collegate con la Santa Sede.

Con un rescriptum ex audientia Santissimi a seguito di una udienza data al Segretario di Stato vaticano il 22 agosto, ovvero una legge scritta personalmente dal Papa a seguito di una udienza, Papa Francesco stabilisce una nuova stretta sulle finanze vaticane, con l’intento di tenere tutto sotto controllo vaticano, ma anche – probabilmente – di dare respiro ad una attività finanziaria interna che – rapporti IOR alla mano– aveva perso anche la clientela religiosa.

L’occasione di definire la competenza esclusiva dello IOR è la necessità di chiarire l’interpretazione dell’articolo 219, paragrafo 3 della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium.

Per comprendere meglio va letto tutto l’articolo 219. Al primo paragrafo, si definisce che “l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica è l’Organismo titolare dell’amministrazione e della gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare della Santa Sede destinato a fornire le risorse necessarie all’adempimento della funzione propria della Curia Romana per il bene e a servizio delle Chiese particolari”.

Il secondo paragrafo mette in luce che “alla stessa compete amministrare il patrimonio immobiliare e mobiliare degli Enti che hanno affidato alla Santa Sede i propri beni, nel rispetto della finalità specifica per la quale il patrimonio è stato costituito e degli indirizzi e delle politiche generali approvate dagli Organismi competenti”.

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Il terzo paragrafo, quello da interpretare, spiega che “l’esecuzione delle operazioni finanziarie di cui ai §§ 1 e 2 avviene attraverso l’attività strumentale dell’Istituto per le Opere di Religione”.

Si legge nel rescritto che “il Santo Padre ha disposto che esso abbia natura di interpretazione autentica delle disposizioni vigenti e abbia fermo e stabile vigore, nonostante qualsiasi cosa contraria anche se precedente al Rescritto o specificamente riferita a speciali cose”.

Il Papa stabilisce dunque che “l’articolo 219, paragrafo 3, della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, emanata il 19 marzo 2022, deve interpretarsi nel senso che l’attività di gestore patrimoniale e di depositario del patrimonio mobiliare della Santa Sede e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede compete in

via esclusiva all’Istituto per le Opere di Religione”.

Pertanto, conclude il rescritto, “la Santa Sede e le Istituzioni collegate con la Santa Sede che siano titolari di attività finanziare e liquidità, in qualunque forma esse siano detenute, presso Istituzioni finanziarie diverse dallo IOR devono informare allo IOR e trasferirle presso di esso appena possibile entro 30 giorni dal 1° settembre 2022. 5. Esso entra in vigore immediatamente tramite pubblicazione sull’Osservatore Romano. Eventuali atti adottati in precedenza in difformità devono essere resi conformi rispetto alle presenti istruzioni”.

Va notato che finora gli enti vaticani avevano avuto libertà di investire dove preferivano, e con le banche che preferivano. In particolare, la Segreteria di Stato, che ha visto ora la sua amministrazione passare sotto l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, aveva dei conti e degli investimenti con Credit Suisse, Ubs e altri istituti finanziari.

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La necessità di centralizzazione viene anche dalla volontà di esercitare maggior controllo sulla gestione finanziaria dei dicasteri, che va verso sempre una maggiore centralizzazione, con lo IOR ad agire come depositario e l’APSA ad agire come banca centrale e come fondo sovrano di investimento.