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Fra Vincenzo Battaglia invita ad un’esperienza cristologica

Nella basilica di Sant’Antonio da Padova è stato presentato il volume di fra Vincenzo Battaglia ‘E’ il Signore (Gv 21,7): invito ad un’esperienza cristologica’

La copertina del volume |  | Antonianum.eu La copertina del volume | | Antonianum.eu

Giovedì 9 giugno alla basilica di Sant’Antonio da Padova è stato presentato il volume di fra Vincenzo Battaglia ‘E’ il Signore (Gv 21,7): invito ad un’esperienza cristologica’: il titolo “riporta le ultime parole pronunciate dal discepolo che Gesù amava: le ha rivolte a Pietro, dopo la pesca miracolosa che ha segnato l’ultima manifestazione di Gesù Risorto, avvenuta sulla sponda del mare di Tiberiade (Gv 21,1-23). Queste parole sono una confessione di fede e un invito a immergersi nelle misteriose profondità di Gesù contenute e custodite nel Nuovo Testamento, con al centro i Vangeli”.

Vincenzo Battaglia, frate minore e presbitero, insegna da oltre 40 anni nella Facoltà di Teologia e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Pontificia Università Antonianum, dove ha ricoperto anche gli incarichi di Vice Rettore e di Decano della Facoltà di Teologia. E’ specialista nell’ambito degli studi di cristologia. Dal 2002 al 2017 è stato Presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Il 20 dicembre 2021 è stato nominato professore emerito.

All’autore abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui ha dedicato questo libro a p. Emidio Alessandrini: “Ho conosciuto padre Emidio quando è entrato a far parte della comunità del Collegio Internazionale Sant’Antonio in Roma. Nel corso degli anni abbiamo instaurato un rapporto fraterno molto intenso, fatto di reciproca stima, confidenza, confronto culturale e dialogo spirituale.  Padre Emidio apprezzava il mio modo di fare teologia, di pensare e insegnare la fede sul mistero di Gesù Cristo, di scrivere, per cui sono convinto che avrebbe approvato il percorso formativo che ho proposto in questo libro. La dedica è stata la modalità più affettuosa per ricordarlo e farlo ricordare”.

Per quale motivo è un invito ad un’esperienza cristologica?

“Il titolo riporta le ultime parole pronunciate dal discepolo che Gesù amava: le ha rivolte a Pietro, dopo la pesca miracolosa che ha segnato l’ultima apparizione di Gesù Risorto avvenuta presso il mare di Tiberiade. Queste parole sono una confessione di fede e, al contempo, una proposta ad entrare sempre più in “con-tatto” con il Signore Gesù, a progredire nella conoscenza sperimentale di Lui, attingendo alla fonte perennemente viva della Sacra Scrittura, soprattutto dei Vangeli”.

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Quali sono le tappe per riconoscere il Signore?

“Nel mio libro ho messo a tema le tappe fondamentali, che ho sintetizzato nei titoli dei cinque capitoli: Cercare; La sola cosa necessaria; In disparte, vegliando; Toccare, Con lo sguardo. Se si leggono di seguito, i cinque titoli delineano un percorso formativo unitario e progressivo, che pone al centro le tre componenti essenziali della vita come discepoli del Signore Gesù: la sequela, l’imitazione, la conformazione”.

Cosa significa ‘vedere’ Gesù?

“Lo sguardo fa parte integrante del “con-tatto” con il Signore Gesù, in quanto costituisce uno dei cinque sensi spirituali, suscitati dall’azione dello Spirito Santo, con cui si fa esperienza di Lui in modo diretto, fecondo e integrale: l’udito, la vista, l’odorato, il gusto e il tatto. Lo sguardo ha una precisa valenza conoscitiva, si riferisce all’adesione intima, convinta e amorosa messa in atto dall’interazione tra la mente e il cuore, tra l’intelligenza e l’affettività ‘illuminate’ da Lui e dalla sua Parola. Sotto questo profilo la fede è ‘vedere’, cioè avere la piena consapevolezza, sotto la guida dello Spirito Santo, dell’identità e della presenza viva ed efficace del Signore Gesù, presenza che diventa continuamente invito alla relazione con Lui, segnata dall’amore e dalla speranza segnata dall’attesa della vita eterna e della sua venuta nella gloria”.

Ma è un libro per teologi oppure è una proposta per tutti?

“Il libro è una proposta formativa per tutti, proprio perché è frutto di una ricerca, di una riflessione, abitate anche dalla preghiera, che partono dall’essenziale e conducono all’essenziale della vita cristiana”.

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Il termine ‘invito’ presente nel titolo del libro vuole evidenziare che Gesù interpella la libertà della persona?

“Certamente. L’incontro con Lui diventa un rapporto d’amore solo quando la scelta avviene nella reciprocità di due libertà che si aprono all’accoglienza e al dono di sé. Gesù si dona a noi per primo, ‘invitandoci’ a seguirlo; noi ci doniamo a lui ‘accogliendolo’, accettando di seguirlo in modo radicale e definitivo. Non a caso il libro di apre con l’invito ‘Passiamo all’altra riva’ (Mc 4,35) che Gesù rivolge anche a noi e si chiude con Lui che ci attende sulla riva (Gv 2,1,4), al termine della traversata del lago, metafora del percorso fatto leggendo il libro”.