“Mi piace rilevare che l’Accordo del 1990 esprime l’‘intento di ripristinare ufficialmente e di sviluppare i reciproci rapporti di amicizia’” tra Santa Sede e Ungheria. Così si è “inaugurato un nuovo capitolo di rapporti amichevoli, ristabilendo relazioni diplomatiche”. Monsignor Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, è intervenuto questa mattina al convegno promosso dall’Ambasciata di Ungheria presso la Santa Sede e dall’Accademia d’Ungheria in Roma. L’occasione è stata offerta dal 95° anniversario dell’istituzione della nunziatura apostolica di Budapest (1920) e dal 25° anniversario della sua riapertura (1990).

“L’amicizia – ha detto Gallagher - è un rapporto alla pari, basato sul rispetto, sulla stima e sulla disponibilità reciproca. Ma l’amicizia ha un significato particolare per i cristiani a causa del disegno di amicizia rivelato da Cristo”.

“Dio invisibile nel suo immenso amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé”, ha continuato. E “una tale amicizia impegna”.

Il “Ministro degli esteri” vaticano ha ripercorso la storia dei rapporti tra Ungheria e Santa Sede e  ricordato “il significato di quell’Accordo”, quello del ’90, “stipulato ‘a seguito della profonda evoluzione politica e sociale prodottasi in Ungheria’, che ha concluso il passato di accordi e norme restrittive della libertà religiosa”.

E ancora oggi la Chiesa “desidera offrire agli uomini di ogni tempo ‘il messaggio di amicizia, di salvezza e di speranza che Cristo ha recato nel mondo’”, “offre a tutti i popoli la sua amicizia, i suoi servizi e le sue energie spirituali e morali” e “allo stesso tempo desidera che i rapporti internazionali si sviluppino sotto il segno dell’amicizia”.

“Da parte sua – ha concluso Gallagher - la Sede Apostolica, dalla quale santo Stefano ricevette la corona, rimasta nei secoli simbolo dell’unità nazionale, ha desiderio di continuare a sviluppare i rapporti di amicizia con l’Ungheria”.