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‘Genitori sta a noi’: i dieci comandamenti dalla prospettiva di mamma e papà

Un libro in cui in ogni capitolo c’è concentrata l’esperienza di vita a cui tutti partecipano

La copertina del libro  |  | pd
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Cecilia Galatolo  |  | pd
Cecilia Galatolo | | pd

Cecilia Galatolo, scrittrice e madre, con il libro ‘Genitori sta a noi. Dieci passi per vivere meglio in famiglia’, dà forma ad un itinerario che tocca i dieci comandamenti dal punto di vista dell’essere genitori. Non teorie ma esempi concreti e testimonianze luminose di genitori che mostrano come vivere i comandamenti proprio in casa anche con i figli li fa diventare delle vie per vivere meglio.

Nei temi dei dieci comandamenti il lettore incontra tutta la problematica che ogni genitore e ogni famiglia vive nel rapporto con i figli, in ogni capitolo c’è concentrata l’esperienza di vita a cui tutti partecipano, con un linguaggio diretto ed attuale l’autrice fa emergere la grande ricchezza umana che in ogni situazione viene valorizzata dal tema del comandamento preso in esame: “Da quando sono diventata mamma non è cambiata solo la mia vita, ma anche la mia fede. Voglio dire, il modo di rivolgermi a Dio ha assunto sfumature nuove. I miei esami di coscienza sono spesso incentrati sul mio rapporto con i figli, su come li amo, su come li educo, su come li accudisco”.

Dall’autrice ci facciamo spiegare il motivo per cui ha scritto il libro: “A volte capita che i genitori si sentano deresponsabilizzati nell’educazione dei figli. Perché? Perché tanto ‘c’è la scuola’, ‘ci sono i nonni’ (magari entrambi i genitori lavorano e il bambino è spesso affidato a qualcun altro), ‘ci sono gli psicologici, i logopedisti’, ‘c’è la televisione’…

Può sembrare che sia sempre ‘qualcun altro’ a dover educare i nostri figli. E’ vero, bello e giusto che la missione educativa sia condivisa con tutta la comunità, che i genitori non siano lasciati soli nel loro compito (come dice un proverbio africano, ‘ci vuole un villaggio per crescere un uomo’), però è anche vero che i genitori sono i primi responsabili dell’educazione dei figli. Nella visione cristiana, sono persino ‘i primi rappresentanti di Dio’ sulla terra. Perciò, armiamoci di coraggio, fiducia, preghiera per assumerci fino in fondo questa responsabilità”.

Per quale motivo con i dieci comandamenti si vive meglio in famiglia?

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“Questo libro nasce da una consapevolezza: quando diventi madre o padre tutto cambia. Nel mio caso, è cambiato anche il mio rapporto con Dio, i miei esami di coscienza. Leggendo i dieci comandamenti prima di confessarmi, ho iniziato a chiedermi: Quando i miei figli diventano un idolo? Quando rischio di rubar loro qualcosa? Quando li uccido, ovvero quando li abbatto invece di correggerli con amore?

Quando non sono fedele al compito che Dio mi ha dato, desiderando ‘i figli d’altri’? Quando non rispetto mio marito e quindi non aiuto loro a onorare il padre, col mio cattivo esempio? Rispettando i comandamenti in famiglia si vive meglio perchè non sono regole sterili, più li mediti, più ti accorgi che sono orientamenti per amare il coniuge e i figli in modo sano. E questo si fa con la grazia di Dio, certamente. Da soli è molto faticoso”.

Come cambia la prospettiva educativa vivendo i comandamenti?

“Nel libro ci sono poche teorie, molte testimonianze. Storie vere, in cui si capisce che se rispetti o non rispetti i comandamenti con i tuoi figli cambia veramente tutto (come quel papà che ha fatto le scelte al posto della figlia, rubando qualcosa di suo, e ora lei non fa il lavoro che ama…).

Grazie ai comandamenti innanzitutto riconosci la tua imperfezione. Non esiste genitore infallibile. Penso che, in un modo o nell’altro, i comandamenti io li abbia già trasgrediti tutti con i miei figli. Quante volte li ho umiliati, usando frasi non costruttive? Quante volte ho desiderato un figlio diverso, perché non rispondeva ai miei desideri? So che sbaglierò tante volte ancora, ma in quelle tracce donate da Dio, i 10 comandamenti appunto, io riconosco un sentiero da provare a percorrere ogni giorno”.

Cosa significa per i genitori rispettare il primo comandamento?

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“Non avrai altro dio al di fuori di me. E invece, ammettiamolo, a volte i figli diventano degli dèi per noi. Il nostro tutto. A questa domanda, nel mio libro, risponde una coppia reale: Nicola e Giulia, due sposi di Bologna che hanno tre figli. La secondogenita è nata con una grave disabilità, che ha mandato in tilt tutta la famiglia. I genitori hanno visto deluse le loro attese su quella bambina. È iniziata una crisi: avevano idolatrato i loro figli al punto che, se quella bimba non poteva avere una vita normale, allora nulla aveva più senso. Stavano persino per divorziare.

Quando hanno spostato lo sguardo dalla disabilità della figlia a Dio, hanno capito che la bambina andava guardata con un ‘sano distacco’, ovvero come una creatura altra rispetto a loro, donata dal Signore, da amare in modo incondizionato, senza pretesa di contraccambio. Nicola e Giulia hanno recuperato il rapporto con Dio, lo hanno messo al primo posto. Hanno iniziato cioè a rispettare il primo comandamento e a mettersi al servizio di quella piccola senza aspettare un ritorno (un domani sarà dirigente, sarà una professoressa ecc. e mi farà orgoglioso).

 

Questo cambiamento ha permesso loro di ritrovarsi come sposi e di dare il massimo per figlia, che ne ha beneficiato al punto da fare progressi che i medici non avrebbero mai immaginato… E, senza svelare troppo (poi lo scoprirete nel libro), ha reso orgogliosi i suoi genitori. Eccome”.

 

Chi può aiutare la famiglia nell’educazione alla fede?

“Innanzitutto, la comunità cristiana, la parrocchia, le istituzioni religiose devono recuperare la dimensione della famiglia. Se c’è una cosa che tiene lontani i giovani e le giovani coppie dalla Chiesa sono la formalità e la freddezza che a volte si respira nelle nostre realtà ecclesiali. Ma per rispondere a questa domanda nello specifico, io penso che la famiglia si aiuti con altre famiglie.

 

E’ una cosa bella riunirsi, scambiarsi consigli, fare comunità tra famiglie! Un esempio: perché non organizzare degli incontri proprio per chiederci come stiamo vivendo i comandamenti con i figli? Nella mia parrocchia lo abbiamo fatto, prendendo come traccia il mio libro, ma ovviamente non ero solo io a dare qualcosa, da questi momenti, tutti escono arricchiti! Quando si cammina insieme ci si accorge che siamo tutti sulla stessa barca e che abbiamo tutti da imparare dagli altri…. Quindi se vi ho incuriosito, non mi resta che aspettarvi all’interno delle pagine di ‘Genitori sta a noi’!”