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Gesù è l’uomo libero per eccellenza. XIII Domenica del Tempo Ordinario

Gesù e i discepoli |  | pubblico dominio Gesù e i discepoli | | pubblico dominio

Gesù sa cosa lo attende a Gerusalemme: la passione e la morte. Eppure rompe i ponti con la Galilea e si dirige decisamente verso Gerusalemme, affronta con coraggio il suo destino. Un destino di incomprensione e di rifiuto da parte di coloro che Egli è venuto a beneficare, a salvare. Non si tratta solo di un’esperienza che ha vissuto Cristo, ma che continua ancora oggi nella vita della Chiesa e di tantissimi cristiani sparsi nel mondo.

Il Signore risponde al rifiuto non con la violenza o la vendetta, ma con l’amore perché Egli non vuole limitare la libertà di nessuno anche se dalla scelta fatta - per Lui o contro di Lui - dipende il bene o la rovina della persona.

Mentre Gesù va incontro decisamente al suo destino in Gerusalemme, ricorda quali sono le condizioni per seguirlo. Due uomini gli si avvicinano spontaneamente e gli dicono che vorrebbero seguirlo, mentre un terzo viene chiamato da Gesù stesso. Il primo uomo esprime a Gesù la sua incondizionata disponibilità: “Ti seguirò dovunque tu vada”. Gesù è l’uomo libero per eccellenza, è l’uomo distaccato, è l’uomo che ha un solo scopo: fare la volontà del Padre. Lo stesso distacco, la stessa libertà e lo stesso legame Gesù li richiede a chi vuole seguirlo.

Gli altri due uomini pongono alla loro disponibilità a seguire Cristo delle condizioni nelle quali entrano in gioco i legami familiari. Le parole di Gesù alla loro richiesta suonano molto dure. Esse mostrano con chiarezza che Gesù esige una sequela incondizionata. Chi vuole seguirlo, deve decidersi totalmente per Lui e legarsi a Lui. Lo sguardo non deve essere rivolto all’indietro (a ciò che si lascia), ma in avanti (a ciò che si trova), cioè la persona di Gesù. Egli è la vita, tutto il resto senza di lui è morte. La realtà decisiva per la vita è seguire Gesù, l’unione con Lui, il servizio per Lui. In vista di questo può essere necessario fare delle rinunce e sciogliere dei legami. Però non si deve mai giungere alla rinuncia per la rinuncia.

Di fronte a richieste così radicali da parte del Signore possono sorgere degli interrogativi: “E’ possibile una risposta come quella che Gesù chiede? E’ praticabile la via da Lui tracciata?”.  La soluzione ci viene offerta dalla seconda lettura: è lo Spirito di Gesù che ci rende capaci di dare una risposta vera alla chiamata di Cristo.

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Inoltre, dovremmo aggiungere che le richieste di Gesù sono praticabili nella misura in cui c’è una vera comunità. Là dove il singolo è isolato, non circondato da una comunità di fratelli che insieme con lui seguono Cristo, la vita cristiana diventa molto dura e difficile, per non dire impossibile. Infatti l’azione dello Spirito di Cristo forma la Chiesa, la comunità di Gesù. Soltanto entro la famiglia di Gesù è possibile praticare il radicalismo evangelico.