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I 400 anni dalla canonizzazione di Sant'Ignazio di Loyola e di altri 4 amici di Dio

Domani ricorre l'anniversario del 400/mo anniversario della canonizzazione del fondatore dei Gesuiti e di San Francesco Saverio, Santa Teresa d'Avila, San Filippo Neri e Sant'Isidoro l'agricoltore

Sant'Ignazio di Loyola davanti a Papa Paolo III |  | pubblico dominio Sant'Ignazio di Loyola davanti a Papa Paolo III | | pubblico dominio

Il Pontefice Gregorio XV il 12 marzo 1622 canonizzava cinque grandi figure della storia della Chiesa: Sant'Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio, Santa Teresa di Avila, Sant'Isidoro l'agricoltore e San Filippo Neri.

I loro nomi sono conosciutissimi nella storia della santità. I primi due sono membri – di cui Ignazio il fondatore - della Compagnia di Gesù e sono seguiti dalla grande mistica del Carmelo e da due santi, conosciuti per la gioia che hanno saputo donare, alla vita di tutti i giorni, ed alle persone che incontravano nel proprio cammino.

Semplici ed amanti della verità, ciò che accomuna queste figure è stato un grande e imperituro amore a Dio vissuto in quel quotidiano fatto di amore e servizio al prossimo.

Se Sant'Ignazio e San Francesco Saverio hanno speso la propria vita per la fondazione della Compagnia di Gesù  e per le missioni portando Dio al mondo, gli altri hanno fondato altri istituti religiosi, non mancando nel gruppo anche un laico.

Sant'Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù ha diffuso nel mondo il vangelo anche tramite il testo degli Esercizi spirituali. Opera unica e che aiuta nel discernere la voce di Dio, è un gioiello di ascetica ed amore al vangelo.

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Sant'Isidoro l'Agricoltore, unico membro laico del gruppo, ha vissuto il proprio anelito al Padre. Uomo semplice ed umilissimo di professione agricoltore ha intrapreso la propria condizione con quella dedizione all'umiltà che, ancora oggi, illumina il mondo e la vita dei fedeli.

Santa Teresa di Avila, unica donna in quella celebrazione, splende per quell'amore capace di vivere sotto ogni aspetto la vita del nascondimento e della preghiera vissuta nel Carmelo e professata dalla santa spagnola.

Dottore della Chiesa e fondatrice della riforma che, anche attualmente, porta il suo nome, la sua dottrina è un gioiello di fedeltà ed amore a Cristo vissuto nella cella dell'Incarnazione di Avila ed in altre comunità e portato in tutto il mondo. Di prove ne ha superate moltissime e tutte illuminate da quel sapere che niente deve turbare in quanto solo Dio basta.

Santi sereni, ascetici e gioiosi come San Filippo Neri, che contemporaneo di Sant'Ignazio di Loyola, si è speso per i ragazzi poveri di Roma fondando per loro l'oratorio e la Chiesa Nuova a corso Vittorio Emanuele.

Novello missionario ha edificato, con la gioia e la spensieratezza, la vita spirituale di moltissimi giovani che si sono affidati al suo consiglio, ma di più al suo amore di padre.

Una vita non facile, ma trascorsa guardando all'essenziale dato dal Regno dei cieli, presente nel suo cuore.

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Esemplari per santità e semplicità, ma soprattutto per quella grandezza che ancora oggi a distanza di quattrocento anni da quel giorno illumina la storia della Chiesa in quanto vicini a tutti coloro si affidano alla loro potente intercessione presso il cielo.