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I cristiani perseguitati in Pakistan: le leggi sulla blasfemia l'estremismo islamico

Oltre 80 case e 19 chiese sono state distrutte a fine agosto in seguito ad accuse di blasfemia contro il Corano, lasciando la comunità minoritaria in uno stato di paura

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Sulla scia della devastante ondata di violenza che ha colpito la comunità cristiana, i residenti di Jaranwala, un distretto dello stato pakistano del Punjab, stanno affrontando le conseguenze. Secondo un esperto, tuttavia, il problema è radicato e sistemico.

Oltre 80 case e 19 chiese sono state distrutte a fine agosto in seguito ad accuse di blasfemia contro il Corano, lasciando la comunità minoritaria in uno stato di paura e sfollamento.

Come riportato da ACI MENA, Noushin Farman, una casalinga di 29 anni, ha dichiarato: "Prima venivamo qui senza paura, ma oggi abbiamo bisogno della polizia. Non abbiamo portato i nostri figli in chiesa, anche se di solito insegniamo loro l'importanza di venire in chiesa".

Aftab Alexander Mughal, direttore di Minority Concern Pakistan, ha fatto luce sulle questioni sistemiche che i cristiani devono affrontare in un'intervista con CNA Deutsch.

"Il Pakistan è un Paese islamico, quindi i musulmani hanno più diritti delle minoranze religiose. I cristiani sono costantemente minacciati a causa dell'uso improprio delle controverse leggi sulla blasfemia", ha detto Mughal.

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"Una falsa accusa contro un individuo – ha aggiunto - crea una situazione difficile per l'intera comunità cristiana. Il recente e brutale incidente di Jaranwala è un esempio di questa situazione critica nei confronti dei cristiani".

La blasfemia è una questione controversa in Pakistan, che spesso sfocia nella violenza. Mughal ha citato l'omicidio di Salman Taseer, governatore della provincia del Punjab, e di Shahbaz Bhatti, ministro del governo per gli Affari delle minoranze, come esempi dei pericoli legati alle leggi sulla blasfemia. "Queste leggi sono state ampiamente abusate da quando sono state introdotte nel codice penale del Pakistan", ha osservato.

Alcuni "leader religiosi promuovono apertamente l'odio verso i cristiani. Alcuni cristiani cercano di promuovere il dialogo cristiano-musulmano, ma senza successo", ha detto l’esponente pakistano a CNA Deutsch.

"Alcuni musulmani sono buoni con i cristiani, come a Jaranawala, dove alcuni musulmani hanno dato rifugio ai cristiani nonostante le pressioni esterne".

Alla domanda su come i cristiani affrontano la violenza e la discriminazione, Mughal ha dichiarato: "I cristiani sono poveri e vulnerabili. In genere vivono in quartieri cristiani ed evitano qualsiasi discussione religiosa con i musulmani. Il governo locale fornisce un certo sostegno, ma non è sufficiente".

Mughal ha espresso preoccupazione per il futuro del cristianesimo in Pakistan. "Se lo Stato non diventa laico nelle sue pratiche e non rispetta le leggi internazionali sui diritti umani, le cose non cambieranno mai”.

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Nonostante le tristi circostanze, persistono alcuni raggi di speranza. "Alcuni leader religiosi musulmani hanno fatto visita ai leader della Chiesa per mostrare solidarietà ai cristiani", ha aggiunto Mughal.

Dopo l'incidente di Jaranwala, la polizia ha arrestato più di 100 persone. Tuttavia, Mughal ha espresso scetticismo sull'efficacia di queste azioni. "In tutti gli attacchi precedenti, non è stata condannata nemmeno una persona".

"Il governo ha avviato i lavori di riparazione delle chiese e delle case cristiane. Ma i cristiani chiedono che il governo lavori su una politica a lungo termine per la protezione e la sicurezza dei cristiani pakistani".