“I cristiani iracheni vedono violati i loro legittimi diritti umani e nazionali: dall’esclusione dal lavoro all’appropriazione delle loro risorse e proprietà, fino al sistematico cambiamento demografico delle loro città nella Piana di Ninive”. E’ quanto ha denunciato venerdì scorso in una nota ufficiale il Cardinale Louis Raphael I Sako, Patriarca di Bagdad dei Caldei.
Sulla scia della devastante ondata di violenza che ha colpito la comunità cristiana, i residenti di Jaranwala, un distretto dello stato pakistano del Punjab, stanno affrontando le conseguenze. Secondo un esperto, tuttavia, il problema è radicato e sistemico.
“Le vicissitudini della Chiesa nascente sono simili a quelle dei nostri giorni. La Parola viene proclamata, ascoltata e vissuta in circostanze favorevoli e sfavorevoli, per vie diverse e con espressioni diverse, affrontando gravi difficoltà e persecuzioni, in un mondo spesso sordo alla voce di Dio”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza la delegazione dell’Alleanza Biblica Universale.
"La Dichiarazione conciliare Nostra Aetate è un testo profetico. Un testo che conserva tutta la sua attualità e richiama il grande patrimonio spirituale comune ai cristiani e agli ebrei, volendo incoraggiare e raccomandare la conoscenza e la stima reciproca, che nascono dagli studi biblici e teologici, come pure dal dialogo fraterno". Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo i Membri dell’Amitié Judéo-Chrétienne de France, in occasione del 75° anniversario della fondazione.
Per tutto il mese di novembre Aiuto alla Chiesa che Soffre di Germania ha invitato e invita a riflettere sulla situazione dei cristiani discriminati, perseguitati, o addirittura martirizzati nel mondo, e ad organizzare occasioni di informazione sulla libertà religiosa.
Il sacerdote nigeriano Christopher Itopa Onotu, della diocesi di Lokoja (Nigeria), è stato rapito poche ore prima della strage avvenuta lo scorso 5 giugno nella chiesa di San Francisco Saverio, nel vicino stato di Ondo.
Si discuterà di nuovo di persecuzione dei cristiani questo pomeriggio al Parlamento Europeo, a seguito della strage di Pentecoste in Nigeria che ha provocato la morte di almeno cinquanta persone. E si spera che la mozione sia questa volta approvata, dopo che lo stesso Parlamento aveva rigettato una mozione analoga lo scorso 20 maggio.
Un politico cattolico si è opposto ad alcune dichiarazioni riportate nel Rapporto sul'islamofobia in Europa, affermando che quello che viene detto è basato su "false accuse". Marijana Petir, membro del parlamento croato, afferma che il riferimento a lei e ad altri nel Rapporto europeo sull'islamofobia 2020, pubblicato il 29 dicembre 2021, equivale a un "attacco alla libertà di parola".
Per anni, la Corea del Nord è stato in cima alla lista dei Paesi più pericolosi per i cristiani. Ma quest’anno, quel posto per la prima volta è stato preso dall’Afghanistan, che dopo la crisi creata dal ritiro delle truppe americane e il ritorno dei talebani ha visto anche l’unica chiesa del Paese priva di ogni guida pastorale. Il dato è stato registrato dalla World Watch List, la lista dei Paesi dove i cristiani sono più perseguitati redatta ogni anno dalla Ong cristiana Open Doors.
Diverse centinaia di edifici, da Sydney, in Australia, a Parigi, in Francia, sono stati illuminati di rosso durante la #RedWeek che si è conclusa il #RedWednesday, 24 novembre. Migliaia di persone hanno preso parte a messe, veglie di preghiera, processioni, conferenze, concerti e altre iniziative per ricordare i cristiani perseguitati e alzare la voce in difesa della libertà religiosa.
Questa settimana, una coppia di cristiani pakistani, da sette anni nel braccio della morte con false accuse di blasfemia, è arrivata sana e salva in Europa e per sicurezza, il loro paese di asilo rimane segreto.
Ha compiuto sette anni lo scorso 20 luglio l’iniziativa del Comitato Nazarat per i cristiani perseguitati. Nazarat, come nazaren. Perché questo stava a significare la lettera “Nun” che i miliziani del Daesh imponevano ai cristiani mentre invadevano la piana di Ninive, marchiando la popolazione cristiana che era protagonista di un nuovo esodo, ma questa volta con effetti disastrosi. Nata a Rimini, l’iniziativa si sta diffondendo in tutta Italia.
Quello che colpisce, nel XV rapporto di Aiuto Alla Chiesa che Soffre sulla Libertà Religiosa nel mondo, non sono le recrudescenze jihadiste nell’Africa subsahariana, la sostanziale fine delle primavere arabe, le persecuzioni delle minoranze in Pakistan perpetuate con la legge sulla blasfemia o la persecuzione religiosa di stampo nazionalista in Cina. Colpisce, piuttosto, la crescita della cosiddetta “persecuzione educata.” Una persecuzione attuata in maniera quasi legale, erodendo il diritto alla libertà religiosa e alla libertà di coscienza, imponendo ideologie, costringendo le religioni al silenzio. Un tipo di persecuzione che, nei Paesi occidentali, si è fatta più stringente e palese nel periodo del COVID 19.
Alle 10.26 della Domenica delle Palme due attentatori suicidi hanno attaccato la cattedrale del Sacro Cuore di Gesù di Makassar, nella provincia indonesiana del Sud Sulawesi. Il bilancio è di almeno venti feriti, oltre al decesso dei due kamikaze. Secondo il generale Listyo Sigit Prabowo, capo della polizia nazionale, i due presunti attentatori appartenevano al network Jamaah Ansharut Daulah (JAD), affiliato all’ISIS e a un gruppo terroristico protagonista di attentati suicidi nell’isola filippina di Jolo nel 2018. Il JAD è accusato di diversi attacchi in Indonesia, compresi attentati ai danni di chiese. L’arcidiocesi di Makassar, tramite il suo vicario giudiziale Don Fransiskus Nipa, ha diffuso un video messaggio nel quale ha invitato «sacerdoti e fedeli» a «restare calmi e vigili», affidando il caso alle forze di polizia «conformemente alla normativa vigente». L’arcidiocesi ha infine invitato i fedeli a reagire tramite la preghiera.
“Il tragico ridursi dei discepoli di Cristo, qui e in tutto il Medio Oriente, è un danno incalcolabile non solo per le persone e le comunità interessate, ma per la stessa società che si lasciano alle spalle”. Lo ha detto Papa Francesco incontrando la comunità cristiana di Hosh-al-Bieaa, a Mosul, uno dei luoghi maggiormente colpiti dalla persecuzione anticristiana dell’ISIS.
Da poco più di 15 anni, i cristiani in Kosovo possono contare su un aiuto di eccezione: quello di Solidarité Kosovo, la Ong fondata nel 2004 da Arnaud Guillon, che allora aveva 19 anni, e che oggi, naturalizzato serbo, è stato nominato recentemente nominato dal governo Segretario di Stato per la diaspora.
In Nigeria una serie di rapimenti e atti di violenza ai danni dei cristiani manifesta un peggioramento della situazione già gravissima per la comunità religiosa. Il 15 gennaio scorso don John Gbakaan, sacerdote della Diocesi di Minna, è stato rapito e ucciso il giorno dopo.
È dal 2002 che la Corea del Nord mantiene il triste primato della nazione dove i cristiani sono più perseguitati. E sul podio, anche questa una costante abbastanza frequente, ci sono Afghanistan e Somalia, seguiti poi da Libia, Pakistan, Eritrea. Per comprendere, però, la gravità della situazione servono i numeri: 80 milioni di cristiani in più perseguitati rispetto al 2019, 4761 persone uccise a causa della loro fede in Cristo, 4488 le chiese distrutte.
Mercoledì scorso, 25 novembre, fasci di luce rossa hanno illuminato con il colore del sangue la chiesa di San Giovanni nella città di Neumarkt, nel Land tedesco del Palatinato Superiore, per ricordare le migliaia di cristiani che ancora oggi, in tutto il mondo, subiscono persecuzione, discriminazione e perfino il martirio.
Arzoo Raja, tredicenne cattolica di Karachi (Pakistan), è stata rapita il 13 ottobre scorso, costretta ad abbandonare la propria fede e a sposare il proprio rapitore quarantaquattrenne musulmano Ali Azhar, anch’egli residente a Karachi.