"Aiutiamoci a essere casa della comunione, aiutiamoci a lasciarci riconciliare dal Signore, e potremo favorire il processo di unità cui è chiamata la collettività civile. Non pensiate che sia poca cosa il contributo che possono dare le comunità cristiane, anche piccole, e perfino i singoli credenti, alla trasformazione di un Paese". Lo ha detto il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia e Presidente della CEI, intervenuto ieri sera a Trieste alla Cattedra di San Giusto.

Come Chiesa - ha aggiunto il capo dei vescovi italiani - siamo tenuti "a dare un contributo difficilmente sostituibile. Altri potranno magari occuparsi al nostro posto di alcune iniziative o realtà che tuttora gestiamo in prima persona; nessuno potrà mai dispensarci dal testimoniare il Vangelo della fraternità e della comunione".

In tal senso dobbiamo essere - ha detto ancora il porporato - "riconciliati in noi stessi e con Dio: solo se accettiamo di misurarci con il mistero di Cristo, invocando umilmente la salvezza che viene dalla Croce, lo scenario cambia. Coloro che non si sottraggono alla misericordia della Pasqua possono giungere, per grazia, alla vera trasformazione: diventare uomini e donne nuovi".

Come italiani - ha concluso il Cardinale Bassetti - "abbiamo bisogno di pace e di riconciliazione. Da quasi due anni, da quando sono presidente della CEI parlo di un’Italia da pacificare e da rammendare: nel suo tessuto sociale, geografico e politico. Penso fermamente che occorra un nuovo patto sociale tra tutti per restituire dignità, pace e futuro a questo Paese. L’Italia è un Paese fragile che necessita della solidità delle istituzioni e prima ancora dell’unità della popolazione intorno ad alcuni valori di fondo condivisi".