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Il Cardinale Lehmann e quella porpora che sembrava non arrivare mai

Il Cardinale Karl Lehmann |  | Bistum Mainz Il Cardinale Karl Lehmann | | Bistum Mainz

Compie 80 anni ed esce dal novero dei cardinali elettori uno dei cardinali che - un tempo - avremmo inserito nell'ala più "progressista" della Chiesa Cattolica: il Vescovo di Magonza, Karl Lehmann.

Nato il 16 maggio 1936 a Sigmaringen, viene ordinato sacerdote nel 1963. Perfeziona gli studi teologici a Roma e tra il 1964 ed il 1967 collabora con il teologo gesuita Karl Rahner, consultore al Concilio Vaticano II.

Dopo il Concilio Lehmann insegna dogmatica e teologia ecumenica all'Università di Friburgo e collabora con la Commissione Teologica Internazionale. Nel 1983 la nomina a Vescovo di Magonza. Quattro anni dopo - nel 1987 - è eletto Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca e confermato nell'incarico fino al gennaio 2008, quando ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute.

Per dieci anni - tra il 1988 e il 1998 - è stato membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata dal Cardinale Joseph Ratzinger. Molto diverse, quasi agli antipodi, le sensibilità teologiche di Monsignor Lehmann e del futuro Papa Benedetto XVI.

In diverse occasioni le posizioni di Lehamann sono state al centro di polemiche e tensioni con Roma. In particolare si ricorda il suo appoggio - contro la linea di Giovanni Paolo II - ai consultori tedeschi: strutture in cui venivano rilasciati i certificati per abortire.

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Il cardinalato per Lehmann arriva solo nel 2001. E all'ultimo momento. Giovanni Paolo inserisce il nome di Lehmann nel "mega" concistoro del febbraio 2001, lo stesso che vide Jorge Mario Bergoglio annoverato tra i "Principi della Chiesa". 44 le porpore che il Papa polacco assegna, annunciate in due round: e quello del cardinale Lehmann è l'ultimo nome inserito in lista e pubblicato da Giovanni Paolo II.

In quel concistoro Papa Wojtyla oltre a Lehmann creò cardinale anche Walter Kasper, le cui posizioni teologiche erano e sono tuttora molto simili a quelle dell'ex presidente della Conferenza Episcopale Tedesca. Sempre in quella "seconda lista" Giovanni Paolo II - forse per bilanciare - decise la creazione a cardinale di un terzo vescovo tedesco: Johannes Joachim Degenhardt, molto più vicino alla sensibilità telogica di Joseph Ratzinger.

Da oggi il numero dei cardinali elettori scende a 114, mentre gli ultraottentenni salgono a quota 101.