La Chiesa dopo la celebrazione della Pentecoste, con la quale abbiamo concluso il tempo pasquale, ci conduce a contemplare la Santissima Trinità, la quale, come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. Soltanto Dio può darcene la conoscenza rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo”. La solennità della Santissima Trinità ci introduce, dunque, nella vita intima di Dio che né la forza della nostra intelligenza né la religione del popolo ebraico, con i suoi maestri e profeti, sono state in grado di potere conoscere. Essa ci è stata rivelata da Gesù Cristo. Nel testo evangelico proposto alla nostra riflessione, Gesù, infatti, oltre che parlare di se stesso, ci parla del Padre suo e dello Spirito Santo. Riguardo al Padre Egli dichiara: Tutto quello che il Padre, possiede è mio”. Tra Cristo e Dio-Padre esiste, da sempre, una intima relazione fondata sul dono e sull’amore, non sulla rivendicazione e sulla vanagloria.

Riguardo allo Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità, Gesù ci rivela qual è la sua missione: Mi glorificherà, perchè prenderà di quel che è mio e ve lo annunzierà. Egli procede dal Padre e dal Figlio ed è inviato per prendere il posto di Cristo, ma non per sostituirsi a Lui. La missione dello Spirito Santo, infatti, non è quella di dire parole sue né di cercare la sua gloria, ma di aiutare il cristiano a conoscere la Verità che Gesù ci ha rivelato per  poi interiorizzarla, viverla ed annunciarla.

La Trinità, dunque, è costituita dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. E’ quanto noi professiamo nel Credo della Santa Messa: «Credo in un solo Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo». Dio dunque è Creatore e Padre a noi sempre vicino; è Figlio Unigenito che ha assunto una carne umana, è morto e risorto per liberarci dal peccato e dalla morte; è Spirito Santo che conduce il cosmo e la storia verso la pienezza finale. Nel mistero della Santa e Beata Trinità è compresa, quindi, la creazione (Dio Padre), la redenzione (Dio Figlio), la santificazione del mondo (Dio Spirito Santo). Dio, dunque, non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica. Il Papa emerito Benedetto XVI (Angelus del 2009) così ha spiegato il mistero trinitario: “ Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno”

Un Anonimo ci ha trasmesso il seguente dialogo, scarno ma essenziale, tra un musulmano e un cristiano. Diceva il musulmano: "Dio, per noi, è uno; come potrebbe avere un figlio?”. Rispose il cristiano: "Dio, per noi, è Amore; come potrebbe essere solo?”. Il Dio rivelato da Gesù è un Dio unico, in una piena comunione di Persone che si rivela a noi soprattutto come un "Dio misericordioso e pietoso”(cf. Gv 3,16; 1Gv 4,8). Dalla rivelazione di Dio amore noi possiamo anche scoprire il senso della nostra vita. L’esperienza ci insegna che solo l‘amore ci rende felici. Portiamo in noi un’esigenza insopprimibile di amare e di essere amati. Ebbene, questa è la prova più evidente che non siamo il frutto del caso, ma siamo fatti ad immagine della Trinità, che è amore. Usando un’analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere umano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore.