Advertisement

Il Papa a rabbini e vescovi riuniti in Israele: sia ascoltato il grido degli innocenti

Un momento dei lavori, in prima fila i cardinali Christoph Schönborn e Paolo Romeo  | Un momento dei lavori, in prima fila i cardinali Christoph Schönborn e Paolo Romeo  | Cammino Neocatecumenale Un momento dei lavori, in prima fila i cardinali Christoph Schönborn e Paolo Romeo | Un momento dei lavori, in prima fila i cardinali Christoph Schönborn e Paolo Romeo | Cammino Neocatecumenale

Per la prima volta Rabbini, Cardinali e Vescovi si sono riuniti in Terra Santa per celebrare insieme il 50° anniversario della Dichiarazione Nostra Aetate e ricordare il 70° anniversario della fine della Shoah. L’iniziativa promossa dal Cammino Neocatecumenale ha avuto luogo presso la Domus Galilaeae, sul lago di Tiberiade e hanno partecipato 7 Cardinali, 20 Vescovi e 120 Rabbini da tutto il mondo. Erano presenti inoltre personalità del mondo accademico, dell’arte e della cultura di entrambe le confessioni religiose. I cardinali  presenti erano George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede, Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Telesphore Placidus Toppo, Arcivescovo di Ranchi (India),  Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna (Austria),  Josef Cordes, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio Cor Unum, Andrew Yeom Soo-jung, Arcivescovo di Seul (Corea del Sud) e  Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo.

Il Papa ha inviato il suo messaggio: “ Spero che il vostro incontro sarà un’occasione per rafforzare i vincoli di fraternità che condividete, e per approfondire il vostro impegno per far conoscere il grido degli innocenti attraverso il linguaggio della musica. Unito a voi, prego il Signore che ascolti questo grido e che guarisca le afflizioni di tutti quelli che soffrono. Così anche io prego che i cuori siano aperti all’invocazione degli innocenti in tutto il mondo.”

Uno dei momenti fondamentali è stato l’esecuzione della Sinfonia “La sofferenza degli Innocenti” interpretata dal Coro del Cammino come un atto di amore e di riconciliazione con il popolo ebraico per la sofferenza della Shoah.

Il Cammino Neocatecumenale aveva già presentato quest’opera sinfonica in diverse occasioni. Nel 2012 prima a Boston e poi nel prestigioso Lincoln Center di New York di fronte a 3000 ebrei e decine di Rabbini. Sempre nello stesso anno nel Teatro Bechar Gerard di Gerusalemme. Nel Giugno del 2013 è stata eseguita ad Auschwitz, all’entrata della “porta della morte” e alla presenza di 15000 persone.

E l’incontro dei giorni scorsi è stato frutto dell’apprezzamento da parte di molti ebrei proprio di questa sinfonia e del messaggio che trasmette e hanno manifestato più volte l’emozione provata nell’ascoltare questa musica ricordando le vittime della Shoah.

Advertisement

Quattro giorni  per parlare di alcune sfide comuni: la missione salvifica del popolo ebraico e della chiesa cattolica nel mondo di oggi; la trasmissione della fede alle prossime generazioni; il contrasto tra l’antropologia giudeo-cristiana e le antropologie basate sulla premessa della negazione di Dio; il riemergere dell’antisemitismo e del fondamentalismo xenofobo.
Nell’ultimo giorno i Rabbini, nel descrivere la loro esperienza in questo incontro, si sono detti sorpresi di riconoscere la presenza di Dio in una comunione così meravigliosa: “È stato un incontro storico. Mai nell’ebraismo avevamo riunito tanti rabbini di tutte le diverse espressioni: ortodossi, conservatori, riformati, ricostruzionisti, ecc.” Tanto che hanno scritto un messaggio conclusico nel quale, oltre a ringraziare per l’iniziativa il Cammino Neocatecumenale, hanno “espresso il nostro comune impegno per la presenza di Dio nel mondo e il nostro comune desiderio di impegnarci neltikkum olam, nel riparare il mondo, per tutta l’umanità, includendo la crescente preoccupazione per la sofferenza dei poveri, un maggiore rispetto per l’ambiente e per il rafforzamento della famiglia”. Inoltre  “riflettendo sulla Nostra Aetate e sull’enorme cambiamento che ha promosso sono state evidenziate grandi opportunità e sfide” e “in ogni caso, è avvenuto un immenso cambiamento rispetto ai pregiudizi e alle divisioni del passato e tale evento fa presagire una nuova relazione tra l’Ebraismo e il Cristianesimo”.