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Il Papa ai bambini migranti: siete coraggiosi

Il Papa saluta i bambini del Il Papa saluta i bambini del " Treno dei bambini" | | Osservatore Romano

500 piccoli  migranti arrivati, dalla Calabria alla Città del Vaticano, in Frecciargento. Ancora una volta il Treno dei Bambini, l’iniziativa promossa dal "Cortile dei Gentili", che quest’anno è stata dedicata ai piccoli migranti che hanno affrontato un grande viaggio in cerca di speranza e rivolta anche bambini che li  hanno accolti nelle loro città, nelle loro scuole e nelle case.

Durante la breve passeggiata dalla stazione ferroviaria del Vaticano alla sala Nervi, i bambini hanno fatto  volare in aria centinaia di palloncini bianchi, in ricordo di  tutti quei piccoli che, purtroppo, non sono mai arrivati. Nella Sala Nervi, a mezzogiorno in punto, i bambini hanno incontrato Papa Francesco.

“Buongiorno, Papa”, volevo chiederti “di pregare per la mia famiglia che è andata in cielo”, e “per i miei amici”, anche loro “sono andati in cielo”, “sono morti nell’acqua”. È Sayende, un ragazzino della Nigeria a dare in due parole il senso della festa. Come riporta la Radio Vaticana il Papa in mezzo a loro si fa portare il disegno di un bambino – col sole, il mare, le onde che si muovono. Onde, dice il piccolo, che possono “far morire la gente”. Una storia di carta, cui Francesco fa seguire una di terribile attualità. Mercoledì scorso all’udienza generale tre soccorritori volontari lo salutano e gli donano piangendo un oggetto:

“Mi ha portato questo giubbetto e piangendo un po’ mi ha detto: ‘Padre, non ce l’ho fatta. C’era una bambina, sulle onde, ma non ce l’ho fatta a salvarla. Soltanto è rimasto il giubbetto’. Questo giubbetto è di quella bambina. Non voglio rattristarvi, ma voi siete coraggiosi e conoscete la verità. Sono in pericolo: tanti ragazzi, bambini, bambine, uomini, donne, sono in pericolo (...) Pensiamo a questa bambina … Come si chiamava? Ma, non so: una bambina senza nome. Ognuno di voi le dia il nome che vuole, nel suo cuore. Lei è in cielo, lei ci guarda”.

Il Papa usa le parole dei piccoli come “pace, fratellanza, compassione, bene, uguaglianza", "accoglienza". Una bambina chiede a Francesco cosa sia per lui “essere Papa”. Significa, è la risposta, fare il “bene che io posso fare”:

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“Ma io sento che Gesù mi ha chiamato per questo. Gesù ha voluto che io fossi cristiano, e un cristiano deve fare questo. E anche Gesù ha voluto che io fossi sacerdote, vescovo e un sacerdote e un vescovo devono fare questo. Io sento che Gesù mi dice di fare questo: questo è quello che sento".

A colpire di nuovo è il pensiero, raccolto in una lettera rivolta al  mondo, dei bambini italiani che hanno accolto in Calabria i piccoli  fratelli migranti: "Abbiamo riflettuto su tutti quegli adulti e  bambini che lasciano la loro terra a causa della guerra e delle persecuzioni. Molti non riescono nemmeno a raggiungere la meta a causa di quelle onde che dovrebbero garantirgli la salvezza e che, invece, li tradiscono e li portano alla morte. Pensiamo a loro e non riusciamo a capire come nel mondo possano esserci tante ingiustizie. Promettiamo di accogliere chiunque arriverà nel nostro paese, senza considerare chi ha un colore di pelle diverso, chi parla una lingua differente o professa un’altra religione, un nemico pericoloso".